Il 4 gennaio di due anni fa Benno Neumair, trentenne originario di Bolzano e laureato in scienze motorie, uccideva entrambi i genitori strangolandoli con un cordino da alpinista.
Dopo aver commesso il duplice omicidio, consumatosi all’interno della casa di proprietà di Bolzano, gettava poi i corpi della madre Laura Perselli e del padre Peter Neumair nelle acque del fiume Adige.
Per oltre 30 giorni il giovane aveva negato qualunque responsabilità circa la scomparsa di questi ultimi. Difatti, costituitosi spontaneamente il 28 gennaio del 2021, avrebbe confessato gli omicidi solamente il 6 Febbraio. In concomitanza con il rinvenimento del fiume Adige del corpo della madre Laura. Il cadavere di Peter, invece, verrà recuperato soltanto il 27 Aprile del 2021. Dopo due anni dai fatti, ripercorriamo le principali tappe della storia.
Il 5 gennaio 2021 Benno Neumair si era recato presso la caserma dei carabinieri di Bolzano per denunciare la scomparsa dei propri genitori: Peter Neumair, 63 anni, e Laura Perselli, 68 anni.
I due coniugi, entrambi insegnanti in pensione, si dedicavano a lunghe passeggiate. per tale ragione una delle prime ipotesi investigative era quella che la coppia fosse caduta vittima di un incidente. Tuttavia, i loro telefonini risultavano già spenti dalla sera del 4 gennaio e, rivelatesi senza esito le prime ricerche, i sospetti si erano concentrati subito su Benno. Così, gli investigatori avevano scoperto che qualche mese prima quest’ultimo aveva avuto un episodio psichiatrico acuto che era poi culminato in un ricovero coatto in Germania.
Per depistare le indagini, il giovane bolzanino si era fin da subito mostrato collaborativo ed aveva condotto gli investigatori sul Corno della Renon, indicandolo come la meta prediletta per le passeggiate dei genitori.
Benno, però, mentre proseguivano senza esito le ricerche di Laura e Peter, era stato fermato all’autolavaggio di via Merano. Poco prima che l’auto di famiglia finisse sotto le spazzole. Nel portabagagli veniva così rinvenuta una tanica di acqua ossigenata. Ma, ad incastrare il giovane, era stata una macchia di colore giallastro rinvenuta sul lato nord del ponte di Ischia Frizzi. Proprio dove i tabulati delle celle telefoniche avevano localizzato Benno la sera della scomparsa.
Il 18 gennaio 2021 Benno veniva iscritto nel registro degli indagati. Fin da subito le accuse erano state quelle di omicidio plurimo e occultamento di cadavere. Di conseguenza, l’abitazione di famiglia veniva messa sotto sequestro ed era consentito l’accesso al RIS di Parma. La notte del 4 gennaio, inoltre, Benno era andato a dormire a casa dell’amica Martina e aveva consegnato alla stessa alcuni vestiti da lavare. Vestiti debitamente nascosti durante il sopralluogo dei Ris. Inizialmente, dunque, anche la posizione di Martina era stata attenzionata con la contestazione di favoreggiamento. Tuttavia, ben presto sarebbe stata archiviata.
Nella vicenda se era inserita anche un’altra donna, la maestra Jasmine. Quest’ultima era stata conosciuta dal bolzanino sull’app Tinder. Quindi, dopo essere usciti qualche volta, il giovane gli aveva chiesto di aiutarlo a ripulire la casa.
Il 28 gennaio 2021 Benno Neumair si presentava dai carabinieri per costituirsi. Due giorni dopo, sussistenti gravi indizi di colpevolezza, il gip disponeva la convalida del fermo.
Il primo cadavere ad essere rinvenuto è stato, il 6 febbraio 2021, quello di Laura Perselli. Ed è stato proprio in conseguenza di quel rinvenimento che Benno, in preda ad un significativo crollo psicologico, aveva confessato il duplice omicidio. Il corpo del padre Peter, invece, sarebbe stato recuperato solamente qualche mese dopo, il 27 aprile 2021.
Benno Neumair, macchiatosi del più terribile dei delitti, ha ucciso in forza di un disturbo narcisistico di personalità unitamente a quello antisociale. Freddo e scarsamente empatico, ha attuato un lucido e altamente premeditato piano criminale. Prima ha ucciso il padre Peter, poi la madre Laura. Un soggetto egoriferito che ormai identificava i genitori solamente come un ostacolo per il raggiungimento dei propri bisogni prettamente economici e consumistici. Una rabbia covata nel tempo e che poi è esplosa fino a diventare assassina.
In fase di indagine, i periti del Gip avevano riconosciuto Benno come seminfermo di mente in relazione all’uccisione del padre. Quanto a quello della madre Laura Perselli, invece, Benno è stato valutato come perfettamente capace di intendere e di volere. Secondo i periti, infatti, il ragazzo – dopo aver eliminato il padre – avrebbe percepito la necessità di eliminare il genitore sopravvissuto in quanto divenuto testimone del primo omicidio. Per questa ragione, con riferimento alla madre Laura, era stata contestata la premeditazione. Non erano stati dello stesso avviso, invece, i consulenti nominati dal pubblico ministero e quelli di parte civile. Entrambi, infatti, erano stati concordi nel riconoscere la piena capacità di intendere e di volere di Benno per entrambi gli omicidi. Al contrario, invece i consulenti nominati dagli avvocati della difesa ne avevano affermato la piena incapacità di intendere e di volere per entrambi gli omicidi. Sostenendo in aula la presunta mancanza di materia grigia nell’ippocampo, che è coinvolto nel circuito che regola le emozioni e l’aggressività.
La Corte d’Assise di Bolzano, però, ha accolto la ricostruzione dei consulenti della procura. Condannando lo scorso novembre Benno all’ergastolo, con l’isolamento diurno e l’interdizione dai pubblici uffici, per l’omicidio di entrambi i genitori.
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