Due neonate di solo un mese di vita sono morte dopo aver contratto la pertosse. Le piccole erano state ricoverate all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo dopo essere state trasferite, una da Alzano e l’altra da Treviglio, dove vivono le loro famiglie. Le piccole però erano troppo deboli e la malattia le ha uccise. Da controlli effettuati anche sulle neo mamme è emerso che non avevano ricevuto la vaccinazione contro la pertosse, quindi anche le loro figlie non erano protette contro l’insidiosa malattia infettiva batterica.
Le due bambine di un mese erano nate a pochi giorni di distanza, rispettivamente da una mamma italiana residente in provincia di Treviglio e da una mamma romena residente nel Cremasco. Queste due donne, secondo i medici che si sono occupati dei loro casi, non erano vaccinate contro la malattia batterica della pertosse (Bordetella pertussis), la stessa patologia che ha ucciso le loro creature.
Sui social il virologo Roberto Burioni ha ripreso la tragica notizia per spiegare ancora una volta che le vaccinazioni possono salvare le vite, e che è importante non abbassare mai la guardia dato che virus e batteri sono sempre in agguato e possono colpire le persone con il sistema immunitario debole o ancora non perfettamente formato come nel caso dei neonati.
”Fino agli anni ’90 contro la pertosse abbiamo usato un vaccino estremamente efficace che era però gravato di alcuni effetti collaterali rari, ma non trascurabili. Dopo quel momento siamo passati ad un vaccino detto “acellulare” che è sicurissimo, ma meno potente – spiega il virologo su Facebook – questo vaccino acellulare (attualmente contenuto nell’esavalente) è efficace in quasi il 90% dei vaccinati, ma l’immunità tende a svanire con il tempo”.
”A causa di questa minore efficacia del nuovo vaccino – prosegue il medico – e pure a causa delle mancate vaccinazioni, i casi di pertosse stanno aumentando. Il guaio è notevole in quanto la pertosse è pericolosissima per i bambini molto piccoli; inoltre, siccome l’immunità contro questa infezione è sempre molto debole, le madri non riescono a trasmettere ai loro figli una quantità adeguata di anticorpi durante la gravidanza: alla nascita i neonati saranno quindi estremamente vulnerabili. Possiamo però proteggerli ugualmente: prima di tutto dobbiamo vaccinare la madre in gravidanza, affinché abbia anticorpi da trasmettere”.
Quindi per le donne in gravidanza è importante e consigliato, sottolinea l’esperto, verificare con il proprio medico l’opportunità o meno di sottoporsi alla vaccinazione o eventualmente a un richiamo.
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