A Caivano, in provincia di Napoli, due ragazzine sono state violentate da un branco di 6 ragazzi. La violenza si è consumata nella zona del Parco Verde.
I carabinieri sono sulle tracce degli aggressori e uno di loro sarebbe giù stato individuato e fermato, si tratta dell’unico maggiorenne del gruppo. Dopo la violenza di gruppo a Palermo che ha scosso l’opinione pubblica tanto per il fatto in sé stesso quanto per le vicissitudini successive dei coinvolti e le dichiarazioni dei loro familiari, di nuovo un fatto analogo che ci fa capire come ormai la situazione sia davvero fuori controllo e stupri di gruppo siano molto più frequenti di quanto immaginiamo.
Sei ragazzi hanno violentato due minorenni nel Napoletano, precisamente nella frazione di Caivano. Qui sorge la zona del Parco Verde e proprio in un angolo di questo luogo già più volte alla cronaca per il degrado e la delinquenza, lontano da occhi indiscreti, si sarebbe consumata la violenza. L’ennesima dopo i fatti di Palermo, a dimostrazione che le pene per questo genere di reati forse sono ancora da migliorare perché non sono efficaci come freno a queste violenze terribili.
Vittime stavolta sono due cugine di 13 anni che per settimane si sono tenute dentro questo terribile segreto per paura delle ritorsioni da parte dei loro aggressori, teppisti della zona. Avevano paura anche delle reazioni dei genitori, per questo hanno taciuto fin quando questo fardello è diventato troppo grande per loro e così si sono sfogate con il fratello di una delle due.
Questo poi le ha aiutate a raccontare tutti ai familiari. Dal racconto emerso, i fatti risalgono a un giorno di inizio luglio – le 13enne non ricordano esattamente quale. Erano circa l 19 quando sono state convinte con l’inganno a entrare in un capannone all’interno del parco, attirate da un gruppo di coetanei fra cui c’era un solo maggiorenne di 19 anni, che una delle ragazzine ha detto di conoscere bene.
Una volta entrate in quel luogo appartato, credevano per giocare indisturbati, sono state obbligate a spogliarsi del tutto e subire abusi sessuali. Questa è la versione che hanno confermato anche in un secondo momento ai medici degli ospedali che le hanno visitate, ovvero il Santobono e il Cardarelli. Dalle visite mediche la violenza sarebbe stata confermata e così i familiari hanno proceduto con la denuncia ai carabinieri.
Nel frattempo le giovani sono state allontanate dal quartiere e vivono in case famiglia dove verranno aiutate a elaborare il trauma che per tanto tempo hanno tenuto dentro, paurose delle conseguenze e del giudizio altrui.
I carabinieri intanto stanno indagando su quanto accaduto, analizzando i cellulari per ricostruire la dinamica di quei fatti accaduti proprio negli stessi giorni del grave stupro di gruppo di Palermo, che stiamo seguendo in questi giorni. Le indagini sono partite a inizio agosto mentre l’allontanamento è stato deciso dal Tribunale dei Minori ieri, dopo la formale denuncia alle autorità. Grazie agli elementi raccolti uno dei sospettati della presunta violenza è stato fermato.
Secondo gli avvocati Angelo Pisani, Clara Niola e Antonella Esposito, che assistono le 13enni, non è da escludere che al gruppo di 6 persone potrebbero essersene aggiunte altre. Le cuginette sarebbero poi state minacciate, per questo motivo non hanno raccontato nulla. Temevano per la loro incolumità e, secondo gli inquirenti, anche per ritorsioni nell’ambiente familiare, dove erano esposte a grave pregiudizio. Da qui appunto la decisione del trasferimento nella struttura protetta.
Visti questi fatti e quelli di Palermo possiamo veramente parlare di cultura dello stupro, un fenomeno terribile che sta dilagando come una moda fra i giovani. Specchio preoccupante di un’adolescenza ben diversa da quella di un tempo, oggi i giovani si divertono così: ubriacandosi, girando armati, stuprando in gruppo ragazzine indifese, correndo su auto potenti come se fossero in pista e spezzando vite per poi chiedere semplicemente “Scusa”. Come se questo bastasse.
Il fatto di Palermo ci ha fortemente scandalizzati e tanti vip con la campagna “Io non sono carne” si sono uniti nella solidarietà vero la 19enne fatta ubriacare e poi violentata dal branco. Ora questo nuovo episodio che coinvolge – presumibilmente – due ragazzine di soli 13 anni.
Così come di 13 anni è la ragazza ideale per un TikToker che invece di anni ne ha il doppio. Si tratta di Pietro Storti, popolare star del social cinese che conta oltre 600mila followers e ha fatto discutere molto per un recente video in cui intona un rap dalle parole molto chiare.
Nel giro di pochi giorni il contenuto ha superato 3 milioni di visualizzazioni ma a far discutere sono le parole, infatti Pietro afferma chiaramente di desiderare una 13enne e si intende, per motivi sessuali, preferendola alle donne più grandi.
Alcune star di TikTok gli hanno dato contro e anche fra i commenti dei followers, qualcuno ha avuto da ridire. Non è mancato poi chi sarcasticamente si è complimentato per il tempismo di queste parole in una situazione così delicata in cui tutte le testate si stanno occupando appunto dello stupro a Palermo.
“Mi sembra assurdo che si scherzi su questo. Non mi sciocca Pietro Storti perché non è nuovo a queste uscite infelici, ma chi apprezza questo. Non vi rendete conto che video del genere alimentano la cultura dello stupro minorile e non. Abbiamo deciso davvero che l’argomento va trattato con ironia? Forse viviamo in una sorta di realtà parallela in cui pensiamo di essere contro la violenza e dove il rispetto per le donne e le persone in generale sia scontato, in realtà i fatti mostrano l’opposto. A te Pietro, dico che fra amici si possono fare battute con black humor ma sui social sei influente verso persone anche molto piccole. Devi stare attento a ciò che dici perché molti prendono esempio da te e con le tue parole hai banalizzato un argomento importante come l’oggettificazione della donna” ha detto in modo molto maturo Francesco Alioto, creator da 141mila followers.
“Anche questi episodi sono parte del problema. La cultura dello stupro è anche nascondersi dietro all’ironia: in quale contesto dovrebbe divertire il voler portarsi a letto una bambina di 13 anni?” ha fatto eco l’influencer Roccotnl. Il diretto interessato non sembra però turbato, anzi si compiace del fatto che tanti suoi seguaci lo imitino intonando gli stessi versi.
Un ulteriore scandalo insomma o forse una trovata pubblicitaria in un momento in cui, guarda caso, l’argomento è così discusso visti i recenti fatti?
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