Una valanga in Alto Adige ha travolto 7 escursionisti nella zona di Vallelunga, il bilancio è di due vittime.
La slavina si è distaccata all’altezza di 2,700 metri di quota, questa mattina ed è solo l’ultima di una serie di valanghe. Solo ieri sera infatti un’altra in Valle d’Aosta ha travolto due torinesi, i cui corpi sono stati rinvenuti questa mattina. I due si trovavano sul promontorio Chateau des Dames, famoso proprio per la disciplina dello scialpinismo, quando a un certo punto una valanga li ha colti in pieno e li ha sepolti sotto 3 metri di neve. Subito si è messa in moto la macchina delle ricerche e oggi la scoperta.
È di poco fa la notizia di una valanga in Alto Adige, l’ultima in ordine di tempo di una serie di slavine che stanno interessando le nostre montagne e anche quelle al confine come appunto ieri sera è stato per la Chateau des Dames.
Oggi la zona interessata è Vallelunga, nei pressi di passo Resia, dove una valanga si è distaccata da un’altezza di 2,700 metri di quota dalla Cima Tiergartenspitz per travolgere 7 scialpinisti che si trovavano nelle vicinanze.
Due di loro sono rimasti sepolti sotto la neve e le salme sono state recuperate dal Soccorso Alpino pochi minuti fa. Gli altri sono gravemente feriti e a bordo dell’elisoccorso hanno raggiunto l’ospedale di Bolzano.
Stando alle prime informazioni trapelate, sono tutte persone residenti in zona che probabilmente come tante altre avevano deciso per un weekend all’insegna dell’avventura sulle cime innevate, che da giorni preoccupano gli esperti, i quali parlavano già di allerta massima per il rischio valanghe.
Sul posto è intervenuto anche il Sagf di Silandro mentre come dicevano, si è conclusa anche la vicenda dei due torinesi che ieri si erano avventurati sulla cima della Chateau del Dames per non fare più ritorno dalle loro famiglie.
Chateau des Dames è una maestosa montagna delle Alpi Weisshorm e del Cervino nelle Alpi Pennine. Si trova in Valle d’Aosta, sullo spartiacque tra le Valpelline e la Valtournenche.
In questo scenario è avvenuta una tragedia, infatti una valanga si è distaccata sabato scorso travolgendo chi era al di sotto. Nella notte è stata scoperta e parallelamente sono partite le ricerche di due alpinisti torinesi che si trovavano sul promontorio per praticare lo scialpinismo, disciplina che attira tantissime persone da tutto il mondo proprio in queste montagne.
All’appello non mancano altre persone, i due torinesi erano infatti gli unici dispersi ma forse oggi sono stati ritrovati i loro cadaveri. Per dirlo è ancora presto perché bisognerà effettuare il riconoscimento ufficiale.
Al momento sono i corso le operazioni coordinate dai militari del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza di Cervinia, che collaborano con gli uomini del Soccorso Alpino Valdostano. I corpi si trovano letteralmente sepolti sotto 3 metri di neve e non è facile trasportarli a valle.
In questi giorni il pericolo di valanghe era stato abbondantemente segnalato. Nel bollettino di ieri si legge che le escursioni e le discese fuori pista richiedono esperienza e molta prudenza, tuttavia viste le consistenti nevicate di questi giorni, che hanno toccato i 60 centimetri sopra ai 2.300 metri di quota, il pericolo di valanghe era molto elevato sia nelle zone boschive che non, oggi invece è stabile.
Luciano Caveri, assessore regionale della Valle d’Aosta agli Affari europei e politiche nazionali per la montagna, ha pubblicato un tweet dove ha criticato l’atteggiamento di coloro che non si curano delle raccomandazioni degli esperti e decidono di sfidare la montagna.
È un luogo pericoloso, specialmente se c’è un allarme di tipo 4, fra i peggiori, che indica chiaramente di non addentrarsi fra i boschi innevati. In pochi, nonostante l’esperienza e l’equipaggiamento a disposizione, possono succedere drammi come questo perché la montagna è imprevedibile, soprattutto se ricca di neve fresca perché ogni minima vibrazione può scatenare una valanga imponente.
Il boato prima del distaccamento è stato avvertito anche a valle e probabilmente dagli stessi scialpinisti quando ormai era troppo tardi. Caveri ha scritto che è sconcertante ignorare così deliberatamente i bollettini che indicano una situazione di pericolo, esponendo non solo sé stessi a un rischio dato dall’imprudenza ma anche i soccorritori che devono operare nel medesimo luogo avverso per recuperare le salme.
L’incidente è avvenuto a 2.400 metri di altitudine e la scoperta è stata fatta poco fa perché durante la notte le condizioni proibitive hanno costretto i soccorritori a interrompere le ricerche, che però sono ripartite questa mattina con le prime luci dell’alba.
A dare l’allarme erano stati i parenti e gli amici, così i ricercatori si sono recati sul luogo dove era prevista l’escursione servendosi anche di macchinari sofisticati come la sonda Artva, che permette di individuare eventuali sepolti anche a grandi profondità.
Inizialmente non ci sono stati risultati e poi come detto, nella notte i soccorritori si sono fermati per il buio e il pericolo del rischio di una nuova valanga. Sappiamo che i cellulari degli scialpinisti erano ancora accesi dopo l’impatto ma suonavano a vuoto. Le loro auto ancora li attendevano nella zona ma di loro per ore non c’è stata traccia.
Fra l’altro non si sapeva bene la zona in cui cercare, tuttavia gli amici hanno fornito delle fotografie mandate loro in giornata, che documentavano il paesaggio. Grazie a una foto in particolare si è individuata una ipotetica zona di ricerca e ci si è concentrati in quell’area, della Chateau des Dames.
Alla fine, grazie a operazioni congiunte con le unità cinofile e l’elicottero Air Zermatt per le ricerche dall’alto, sono stati individuati i corpi e ora le famiglie attendono la risposta definitiva.
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