Ci sono state tantissime polemiche sul green pass ma oggi – finalmente diranno alcuni – è finita la sua obbligatorietà.
Non ne verranno emessi di nuovi ed è scaduto anche il regolamento europeo che lo prevedeva. Introdotto nel 2021, era diventato essenziale per la vita di tutti noi, mentre ultimamente era finito nel dimenticatoio.
Molti tireranno un sospiro di sollievo perché sebbene il green pass, cosiddetta certificazione verde, era diventata obbligatoria anche per fare le cose più banali e poi finito nel dimenticatoio man mano che l’emergenza sanitaria rientrava, ancora era ufficialmente in vigore.
Questa misura è stata introdotta nel maggio del 2021 e da allora ne sono stati emessi 341 milioni. L’Italia non lo chiede più ma alcuni Paesi ancora lo fanno per capire non solo l’identità delle persone ma anche la storia sanitaria dal punto di vista delle vaccinazioni anti Covid, quindi quante dosi sono state somministrate e quando, ma anche se l’individuo in questione ha contratto o meno il virus e se è stato dichiarato guarito e fuori pericolo.
Insomma il documento racchiudeva molti dati e in un quadro generale sanitario allarmante come quello determinato dal Covid, averlo significava entrare negli uffici pubblici, viaggiare, prendere parte a eventi sportivi ma anche entrare nei ristoranti, recarsi al lavoro e tante altre attività considerate a rischio contagi per la probabilità di affollamento, tutte indicate nei decreti legge varati in questi anni.
Ci sono state diverse proroghe e quindi quando la certificazione scadeva, si procedeva al rinnovo però ora, la scadenza era fissata al 30 giugno e da oggi non verranno più emessi nuovi green pass perché è scaduto anche il regolamento europeo che ne stabiliva il rilascio, la verifica e l’accettazione di questi certificati che attestavano i test effettuati, le vaccinazioni ricevute e le eventuali guarigioni.
Sarà tuttavia ancora possibile scaricare le certificazioni precedentemente generate e che non sono ancora scadute.
Esiste online una piattaforma italiana dedicata al green pass e se andiamo a visitarla possiamo notare che in realtà alcuni Paesi ancora richiedono il documento per l’ingresso oppure in alternativa la prova di avvenuta vaccinazione o un test negativo recente.
Per chi ne fa richiesta, le Asl di appartenenza possono ancora rilasciare un green pass in lingua straniera, qualora ci fosse la necessità di raggiungere una destinazione in cui è obbligatoria la sua presentazione alle autorità locali. Grosso modo pero, a parte queste eccezioni, l’Italia chiude definitivamente l’epoca del green pass, amato e odiato da tanti. Lo strumento che forse più di tutti ha diviso l’opinione pubblica, secondo solo al vaccino vero e proprio.
Tanti no vax – movimento nato proprio per dire no al vaccino anti Covid – hanno in questi anni addirittura tentato di falsificarlo mettendo in atto truffe più o meno riuscite perché la vita per queste persone era diventata davvero proibitiva. Ci sarebbe tanto da dire sull’argomento perché davvero è stato per mesi il tema di discussione sui social e nei salotti televisivi che trattano di attualità.
Il bilancio finale parla di 341 milioni e mezzo di certificati emessi solo nel nostro Paese in circa 2 anni, significa quasi 6 a testa contando anche anziani e neonati.
Il green pass ha stravolto l’idea di libertà. Introdotto 2 anni fa, vede oggi in Italia il suo termine ma davvero c’è stato un periodo in cui tanti avrebbero fatto carte false per averlo. Parliamo chiaramente di coloro che erano contrari alla vaccinazione che, sebbene generalmente non sia mai stata obbligatoria, erano tante le cose che non si potevano fare se non si avevano almeno due dosi di vaccino, ovvero la prima e poi il richiamo.
Parallelamente al green pass è nato anche il movimento no vax, che in Italia ha contato e conta tutt’oggi tantissime persone riunite sotto lo stesso slogan: “No alla vaccinazione, no al green pass”.
Sì perché il fatto di inoculare un farmaco sperimentale, commercializzato di gran fretta visto l’avanzare del virus pressoché sconosciuto, non andava a genio a tutti. Se ne sono viste di tutti i colori, basta rileggere la cronaca degli anni passati ad esempio per ricordare che molti genitori non volevano che i figli malati ricevessero sangue da donatori vaccinati. Ancora, i no vax sostenevano che all’interno dei vaccini ci fossero dei microchip per controllare le persone, oppure che fossero composti con feti derivanti da aborti, in un altro periodo poi si parlava del fatto che i farmaci inoculati comportassero gravi ripercussioni sulla salute, insomma chi più ne ha più ne metta.
L’argomento ha diviso l’opinione pubblica die semplici cittadini ma anche quella degli esperti, dei politici e dei personaggi del mondo dello spettacolo. Da una parte i favorevoli e dall’altra i no vax. Stessa cosa per quanto riguarda il green pass, disponibile in formato cartaceo ma anche digitale, per conoscere tutto su una determinata persona, per quanto riguarda tale emergenza sanitaria.
La certificazione verde comportava tante restrizioni per chi non aveva aderito alla campagna vaccinale, per questo motivo ci furono molte truffe che sostanzialmente consistevano nell’ottenerla tramite pagamento in denaro a un medico o ai funzionari competenti. Di fatto quindi veniva emesso un documento falso e la persona in questione costituiva un potenziale pericolo per coloro con cui veniva a contatto.
Fra tante manifestazioni e disordini poi il green pass è passato nel dimenticatoio perché man mano non è stato più necessario per spostarsi fra le regioni più a rischio o fra i Paesi, anche se alcuni ancora lo richiedono.
Ma serviva anche ad attività della normale routine quotidiana come recarsi sul posto di lavoro, all’interno dei negozi, ad eventi e negli uffici pubblici.
Un piccolo passo quello di oggi, per confermare la libertà, trovata già con l’abbandono delle mascherine e ora con quello del green pass: il Covid è finalmente diventata una patologia con cui possiamo convivere perché abbiamo i mezzi giusti per contrastarlo e vaccini aggiornati per le nuove varianti, allo scopo di limitare i sintomi.
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