È giunta a Vibo Marina la nave Diciotti, a bordo ci sono 397 migranti

È giunta poco fa nel porto di Vibo Marina, a Vibo Valentia, la nave Diciotti con a bordo i 397 migranti soccorsi a largo della Sicilia.

La Diciotti è arrivata in Calabria
La Diciotti è arrivata in Calabria – Nanopress.it

Sono di varie nazionalità e fra loro ci sono 7 donne e 25 minorenni. Erano stati soccorsi il 10 aprile in area Sar italiana.

La nave Diciotti arrivata a Vibo Marina

Sono esausti, gli occhi impauriti ma con un piccolo barlume di speranza nato grazie alle mani amiche dei soccorritori che li hanno tratti in salvo dopo giorni di navigazione in condizioni estreme. Questo il riassunto, anzi l’epilogo dell’esodo che interessa tanti migranti, un numero elevatissimo in questo periodo in cui il flusso vero il nostro Paese è ai massimi livelli storici.

Lo attestano gli hotspot costantemente stracolmi, come quello ormai famosissimo dell’isola di Lampedusa ma anche molte altre strutture di prima accoglienza che giungono in supporto, come quello di Porto Empedocle. E parallelamente agli spostamenti, ci sono sempre nuovi arrivi come le circa 400 persone che sono giunte questa mattina nel porto calabrese di Vibo Marina. Dopo molte ore di navigazione, hanno toccato la terraferma grazie alla nave Diciotti che li ha tratti in salvo il 10 aprile nel canale di Sicilia.

Precisamente sono 397 persone provenienti da Paesi diversi come Egitto, Siria, Pakistan, Bangladesh e Yemen. La Capitaneria di Porto è intervenuta grazie alla segnalazione di Alarm Phone, la prima a riuscire ad entrare in contatto con gli occupanti del peschereccio. In realtà la Guardia Costiera lo aveva avvistato ma solo grazie al servizio è stato possibile capire la situazione a bordo, che certamente non era delle migliori perché come sappiamo queste imbarcazioni sono molto precarie e si trovano ad affrontare condizioni meteorologiche molto difficili in cui molti non sopravvivono.

Le stesse in cui hanno operato gli uomini della Diciotti, supportata nelle operazioni di trasferimento da due navi mercantili che hanno protetto il peschereccio dalle onde garantendo una maggiore stabilità.

I migranti sono arrivati oggi, sono stati sottoposti ai controlli medici e ora verranno collocati in centri di accoglienza di varie regioni in base al piano di ripartizione del Viminale. Solo i minori non accompagnati resteranno in Calabria, in una struttura che si trova nell’area industriale di Portosalvo, una frazione di Vibo Valencia.

C’è anche una donna al sesto mese di gravidanza che verrà trasferita all’ospedale di Vibo Valentia e insieme a lei anche alcune persone che presentano lesioni gravi ed escoriazioni, ma anche ipotermia e cinetosi. Ci sono anche dei casi di scabbia accertati e un migrante è addirittura disabile e si trova in carrozzina.

Sul posto sono attive la Croce Rossa e la Protezione Civile, insieme ad alcuni funzionari del Comune e diverse associazioni di volontariato. Come il salvataggio portato a termine da nave Peluso, anche questo si è concluso al meglio nonostante le difficoltà. Lo sbarco odierno è il 36esimo avvenuto a Vibo Marina nella storia, l’ultimo risaliva al 2018.

Il secondo salvataggio

Quello della Diciotti non è stato l’unico importante salvataggio di migranti di questi giorni, parallelamente infatti ce n’è stato un altro portato a termine da nave Peluso, sempre della Guardia Costiera.

Migranti e uomini della Croce Rossa
Migranti e uomini della Croce Rossa – Nanopress.it

L’avvistamento di questo secondo barcone era avvenuto sempre il 10 aprile a 120 miglia a sud-est di Siracusa e anche quei gli uomini della Guardia Costiera sono intervenuti con operazioni di salvataggio molto difficili date dal fatto che il peschereccio era stracolmo di persone e il mare molto agitato non consentiva facilmente il trasbordo. Alla fine però tutti sono stati tratti in salvo ed è cominciato il viaggio, stavolta verso Catania.

Qui il peschereccio è arrivato trainato da un rimorchiatore, opzione migliore date le difficoltà per il meteo avverso. Scortati dalla Peluso i migranti sono arrivati sulla banchina del porto catanese nel pomeriggio di ieri e tutto era pronto per accoglierli, infatti erano state allestite delle tendostrutture per la prima accoglienza, nell’area dell’Hub vaccinale di San Giuseppe La Rena.

I lavori per accogliere al meglio i nuovi arrivati sono scattati nella tarda serata di lunedì, in cui la Protezione Civile è stata mobilitata dal governatore Renato Schifani e coordinata dal direttore generale Salvo Cocina per sistemare temporaneamente al meglio dei migranti.

Le tendostrutture misurano 12×24 metri ciascuna e sono molti i volontari accorsi dai comuni limitrofi per fornire la manodopera necessaria a terminare in tempo il montaggio.

Sono 700 i migranti giunti al porto, salvati al largo della Sicilia quasi contemporaneamente ai 400 che sono arrivati in Calabria ed entrambe le operazioni sono state coordinate dal Centro Nazionale del Soccorso Marittimo della Guardia Costiera.

Un arrivo così massiccio di migranti purtroppo porta di nuovo alla luce il problema del sovraffollamento delle strutture e oltre a quelle citate all’inizio di questo articolo, è importante nominare anche quella di Pozzallo dove ci sono circa 500 persone e le ultime 100 sono arrivate a seguito di un trasferimento da Portopalo dove in autonomia era approdato un barcone con 330 migranti a bordo.

L’allarme di Frontex

A sottolineare il problema del record di sbarchi è stata l’agenzia europea Frontex, che ieri ha lanciato l’allarme per quanto riguarda la zona del Mediterraneo Centrale. I due salvataggi di cui abbiamo parlato ne sono una dimostrazione, infatti solo in questi due episodi sono stati registrati circa 1000 migranti in arrivo.

Nell’ultimo anno gli sbarchi si sono moltiplicati di 9 volte rispetto a quello precedente e i dati emersi dal rapporto Frontex sono molto preoccupanti perché rappresentano un problema per la sicurezza e la stabilità dei Paesi dell’Unione Europea, che da tempo cercano d fare fronte al grande flusso migratorio e di richiedenti asilo.

Il rapporto mette anche in luce la crisi del sistema di controllo delle frontiere e la necessità di un approccio diverso a livello europeo ma anche di un maggiore impegno per proteggere i diritti umani di queste persone e dei cittadini europei.

I numeri in aumento sono molto allarmanti e questa è una delle sfide maggiori per l’Ue e per le agenzie che lavorano per gestire i migranti. Secondo Frontex il Mediterraneo Centrale è fra le rotte maggiori, anzi la più attiva in questi anni, in particolare il primo trimestre del 2023 è stato il più mortale. È importante in tal senso contrastare anche un fenomeno dilagante, ovvero quello del traffico illecito di esseri umani, uno dei principali motivi per cui le persone vanno incontro a morte certa.

In questo quadro è importante che realtà come l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, ovvero la principale che si occupa di promuovere una migrazione umana e ordinata, cooperino con gli altri organismi per garantire la tutela dei diritti. Il direttore generale Antonio Vitorino ha dato piena disponibilità a farlo, in alcune recenti dichiarazioni che tengono conto del rapporto di Frontex e dei dati in possesso della stessa Oim.

 

 

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