L’attesa è finita, ora la parola passa al campo e sicuramente alla storia, come accade ogni anno e con gli stessi brividi nei quarti di finale di Champions League. In attesa di un Milan-Napoli tutto italiano e che darà, per forza di cose, enormi emozioni nei nostri confini, stasera tocca all’Inter restare in gioco e superare una prova difficilissima, forse da tanti anche sottovalutata, contro il Benfica. Non si tratta, però, dell’unico match in programma, dato che contemporaneamente all’Etihad Stadium il Manchester City sfiderà il Bayern Monaco in uno scontro tecnicamente e tatticamente sublime per l’accesso alla semifinale. Ecco cosa ci aspettiamo da entrambe le partite e dove vederle in tv o in streaming.
Non è il miglior momento, non per i cuori deboli, ma la Champions League scorre e con lei tutte le emozioni che può regalare. Quest’anno, inutile nascondersi, è speciale per l’Italia, perché il nostro bistrattato e criticato campionato, finalmente è tornato a qualificare addirittura tre squadre su otto, due delle quali si sfideranno tra loro. Ora è tempo dei primi round, non decisivi, ma che comunque potrebbero indirizzare inevitabilmente chi si qualificherà e chi andrà a casa. Si parte con l’Inter che, dopo aver eliminato il Porto, torna in Portogallo per sfidare il Benfica in un match tremendamente complicato contro una delle squadre migliori in assoluto dell’intera competizione. Allo stesso tempo, un occhio va rivolto anche a Manchester dove City e Bayern giocheranno quella che per tanti è come una finale anticipata tra due dei club attualmente più forti in Europa. L’ansia è alle stelle, ma anche l’attesa e con l’ambizione di tornare a vivere notti così magiche da protagonisti.
Gli stadi si riempiono, le piazze anche e parte la musica, lo spettacolo e gambe tremolanti della Champions League. È solenne, unico, un privilegio e la storia, quella di chi c’è e di chi può solo assistere a una meraviglia puramente calcistica e che non si racconta, non si descrive, si può solo percepire.
L’onere – che poi è più un onore – di iniziare è dell’Inter e anche del Benfica. All’annuncio degli accoppiamenti per i quarti di finale, tanti tifosi hanno esultato, altri hanno tirato un sospiro di sollievo. Chi ha a cuore altri colori ha tacciato i nerazzurri di fortuna, ma la realtà è ben diversa, e non per diplomazia. Il Benfica è una squadra completa, ha tutto e soprattutto è un gruppo partito dalla qualità, dal progetto tattico, dalla crescita dei singoli e dei giovani, anche dall’oculatezza, per produrre un gioco e degli intenti che non sono casuali, ma tanti mattoncini da cui partire e che hanno messo in piedi un castello.
I frutti del lavoro, quello vero, fatto bene e senza scorciatoie nel calcio ti restituiscono vittorie e spettacolo, c’è poco da fare, e restituiscono anche quel senso di giustizia insita nel pallone che è semplicemente corretto e puro, come le esultanze. I lusitani sono avversari tremendamente temibili, e ci sorprendiamo di chi scrive o dice il contrario, perché non corrisponde alla verità del calcio.
La squadra di Roger Schmidt gioca un football moderno, sempre votato all’attacco e in cui la spinta dei terzini rappresenta uno snodo cruciale per la proposizione dell’azione, un po’ come succede per il Napoli di Luciano Spalletti, ma in un modo ancora più evidente. Alejandro Grimaldo sulla fascia sinistra è una colonna della squadra, un regista decentrato che diventa letale per assist e qualità nei calci piazzati e ha un mancino assolutamente temibile. Dall’altra parte, Alexander Bah è più votato alle discese profonde e in sovrapposizione, ma non ci sarà per infortunio. Gilberto, però, ha caratteristiche analoghe, più votate a spingere che a difendere, ma è permesso anche dalle minuziose marcature preventive che la squadra ormai conosce e applica alla perfezione.
Certo, la cessione di Enzo Fernandez è sicuramente un fattore di cui tenere conto, anche perché parliamo di uno dei migliori centrocampisti in circolazione, ma la cerniera in mediana fa comunque il suo e con un’alchimia che arriva solo dopo tante partite disputate insieme. Il meglio il Benfica lo dà comunque dalla metà campo in su e, in particolare, sulla trequarti, dato che Joao Mario e compagni sono eccezionali nell’inserirsi tra le linee con il pallone che corre veloce e a seminare il panico, scatenando il panico anche nelle difese più abbottonate. Goncalo Ramos fa il resto: la punta portoghese ha un fiuto per il gol che non ha nulla da invidiare ai migliori in assoluto nel suo ruolo. Ha così tante soluzioni che non si sa come marcarlo: è bravissimo di testa, con entrambi i piedi e ha un tempo che nell’uno contro uno – nello smarcamento puro – lo rende letale.
Proprio per questo, l’errore peggiore che potrebbe fare l’Inter sarebbe aspettare i suoi avversari senza attaccare o rinunciando già in partenza a mantenere il possesso palla. Già la Juventus nella fase a gironi è inciampata in questo tranello: i bianconeri hanno atteso dietro la linea del pallone e hanno subito sei gol in due partite, con tante altre occasioni che Rafa Silva e compagni non hanno concretizzato. Proprio la mezza punta portoghese è un uomo chiave negli equilibri di Schmidt: è eccezionale nella fase di pressing e bravissimo nell’uno contro uno, che non è un dettaglio in una Champions League che sta sempre più premiando i calciatori bravi in questo fondamentale.
Se si può identificare un difetto in una squadra del genere è sicuramente nella fase difensiva. Se si riesce a superare la prima fase di pressing dei portoghesi e li si attacca con velocità sugli esterni, si trovano degli spazi interessanti. Samuel Iling-Junior nel match di ritorno allo stadio Da Luz ha seminato il panico negli ultimi trenta minuti e senza la squadra capolista in Portogallo riuscisse a porre una pezza.
L’Inter, di contro, nonostante il momento di forte crisi fisica, tecnica e mentale, ha dimostrato di avere un’identità ben precisa, soprattutto in Champions League, e che gli ha permesso di entrare tra le prime otto squadre in Europa. I nerazzurri solitamente sono molto bravi a impostare il gioco da dietro e a superare le linee di pressione avversarie per poi innescare gli attaccanti. I problemi per la squadra di Simone Inzaghi sono emersi soprattutto nel cinismo offensivo. Rispetto a quando sulle fasce c’erano Ivan Perisic e Achraf Hakimi, ora Federico Dimarco e Denzel Dumfries sono meno concreti e meno veloci, soprattutto hanno meno velocità e capacità di superare il diretto avversario nell’uno contro uno.
A parte loro, è veramente capire cosa stia succedendo al quartetto offensivo a disposizione della Beneamata. Romelu Lukaku è tornato ad avere una forma fisica accettabile, ma è ancora lontano dal calciatore devastante che abbiamo ammirato in Italia, nella sua prima esperienza agli ordini di Antonio Conte. Salta molto meno l’uomo, ha meno spunto, soprattutto è molto meno incisivo sotto porta. Sia contro la Fiorentina, sia contro la Salernitana non è riuscito ad andare in gol a pochi passi dalla linea di porta e con errori fin troppo evidenti per non scatenargli la stampa contro.
Lautaro Martinez è tornato in grandissima forma dal Mondiale in Qatar vinto con l’Argentina, ma si è inceppato da ormai più di un mese e senza che ci sia una spiegazione valida. Lo stesso discorso, ma ancora più evidente, vale per Edin Dzeko. Nella prima parte di stagione, si è rivelato molto prezioso, anche in termini realizzativi, ma ora il suo apporto sembra essere ben meno importante, soprattutto a gara in corso. Le prestazioni di Joaquin Correa, invece, sono poco soddisfacenti da mesi e, in questo caso, l’avversione dei tifosi sembra ormai essere automatica ogni volta che Inzaghi lo schiera. Stasera l’attacco dovrà tornare a brillare, quindi, soprattutto perché non ci saranno tante possibilità come nelle ultime uscite di campionato, in cui comunque non sono state sfruttate.
Non sono alibi, ma in casa Inter potrebbero pesare anche le assenze. Milan Skriniar, nonostante il mancato rinnovo di contratto, è un uomo fondamentale da braccetto di destra per gli intenti di gioco di Inzaghi e sarebbe stato tremendamente prezioso contro un Rafa Silva sempre propositivo e abile nell’uno contro uno. Dovrà essere bravo Matteo Darmian a non farne rimpiangere l’assenza a causa dei problemi lombari che lo assillano ormai da settimane. Il ko più pesante, però, è certamente quello di Hakan Calhanoglu: il turco, con compiti di regia davanti la difesa, è stato uno dei calciatori più importanti nel percorso dell’Inter in Champions League. Marcelo Brozovic, dopo tanti mesi di assenza per infortunio, almeno quest’anno, non è la stessa cosa e dà meno sia in copertura, sia per soluzioni balistiche e aperture offensive.
Da questa descrizione, un’Inter che già aveva faticato tanto contro il Porto, soprattutto nel match di ritorno, sembrerebbe spacciata. In realtà, dalla parte dei nerazzurri c’è la grinta, uno spirito che porta il club a non mollare mai, soprattutto in Europa e anche quel background che può avere solo una squadra che ha superato il girone di ferro con Barcellona e Bayern Monaco, qualificandosi alle fasi finali. Anche in trasferta e in uno stadio che sarà infuocato, la squadra di Inzaghi dovrà dimostrare di saper cogliere un’occasione storica, di soddisfare tifosi che stanno facendo sold out praticamente in ogni partita e di essere ancora vivi, a prescindere da quale sarà poi il risultato finale.
In contemporanea, un occhio non può non finire sul match tra Manchester City e Bayern Monaco, quella che in tanti vedevano come possibile finale e che, invece, andrà in scena già ai quarti di finale. I bavaresi hanno sempre vinto quest’anno nella massima competizione europea, ma paradossalmente hanno vissuto uno stravolgimento clamoroso nelle ultime settimane. Un po’ per motivi ambientali, un po’ per i risultati non troppo esaltanti in campionato, la società ha deciso di esonerare Julian Nagelsmann e di puntare su Thomas Tuchel. Già stasera si vedrà se è stata la scelta giusta, con la certezza che l’Etihad Stadium non è un campo semplice per nessuno.
Intanto, c’è da registrare l’assenza per infortunio di Eric Maxim Choupo-Moting, che si è rivelato durante il corso dell’anno bomber letale negli equilibri dei tedeschi. Nel consueto 4-2-3-1, giocheranno Sané, Musiala, Coman e Mané, senza un vero e proprio riferimento offensivo, problema reduce dalla cessione di Robert Lewandowski. Resta comunque il Bayern Monaco e, quindi, per tanti rimane favorito, anche per i valori emotivi, l’esperienza e la capacità di imporre il proprio gioco e la propria tecnica contro tutti.
Di contro, il Manchester City sembra arrivato a un punto cruciale della sua storia. Gli inglesi, rispetto agli altri anni, hanno aggiunto nel cuore dell’attacco uno dei bomber più letali al mondo, semplicemente Erling Haaland. Parliamo di un armadio che corre come un velocista e che ha tanti gol quante partite realizzate in carriera, più o meno. Un calciatore che ora è a una delle prime grandi prove, una di quelle in cui dimostrare di poter davvero essere il numero uno, non solo nel suo ruolo, ma al mondo.
Certo, non è assolutamente l’unico nome da sottolineare in matita blu. C’è Kevin De Bruyne che ha recuperato uno stato di forma più che buono e che è abile sia nel ribaltare il fronte, sia nelle soluzioni balistiche e negli assist. Un’arma impropria, esattamente come Jack Grealish che, rispetto a un anno fa, sembra aver raggiunto un livello ancora più alto e maggiore maturità internazionale. Sicuramente già stasera avremo un’indicazione importante su chi passerà il turno e la sensazione è che sarà la favorita per la vittoria finale, ma ci aspettiamo un match molto equilibrato e in cui, per la prima volta quest’anno, il Bayern Monaco non avrà vita facile.
Comunque vada, il protagonista assoluto dalla panchina sarà Pep Guardiola. Parliamo di uno dei migliori allenatori al mondo e della sua generazione, uno che scrive costantemente la storia per vittorie e per innovazione tecnica e tattica. Però, è anche un grande ex e uno che al Bayern non è riuscito a esprimersi al massimo e ad alzare la coppa dalle grandi orecchie. Sarà bello vedere le sue emozioni e le sue sensazioni, ma anche come inciderà sulla partita in un doppio confronto eccezionale per qualità e ritmo. Proprio per questo, aperto a ogni risultato.
E qualche parola c’è anche da spenderla su Joao Cancelo. Il laterale destro, ex Inter e Juventus, vivrà questa partita con l’animo di chi ha dovuto lasciare l’Inghilterra in fretta e furia e trovarsi un’altra destinazione dopo una rottura improvvisa e inaspettata. Il portoghese non potrà farsi dominare dalle emozioni e dovrà dominare gli istinti dell’ex, spargendo una qualità necessaria per superare i suoi compagni di qualche mese fa. Non sarà semplice, soprattutto nello stadio che fino a pochi mesi fa era il suo, e sarà bello vedere anche questo di confronto. Una partita in una partita che già di per sé promette il bello assoluto, nel significato più filosofico del termine.
Le prime due partite dei quarti di finale di andata di Champions League tra Benfica e Inter e tra Manchester City e Bayern Monaco si potranno gustare, entrambe, su Sky e quindi sulla diretta gol al canale 251, oltre che in streaming su Infinity+ e Sky Go. Nel merito della partita importantissima dei nerazzurri, sarà l’unica che sarà visibile anche in chiaro su Canale 5, oltre che su Sky Sport Uno, Sky Sport 4K e al canale 252, mentre quella che sembra essere l’ennesima finale anticipata si vedrà su Sky Sport Football e al canale 253. Di seguito, in attesa della partita, vi lasciamo il video dei precedenti tra Benfica e Inter, pubblicato dai nerazzurri, un po’ per la storia, un po’ per aumentare ancora di più l’hype per il match.
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