Addio alla leggenda del cinema Jane Birkin, trovata senza vita stamani nella sua casa di Parigi: aveva 76 anni.
E’ morta la straordinaria Jane Birkin all’età di 76 anni. Icona del cinema, era nata a Londra nel 1946 poi si era trasferita a Parigi. Famosa la sua interpretazione di “Je t’aime moi non plus” in duetto con il marito Serge Gainsbourg, con il quale creò un detto formidabile alla fine degli anni ’60. Icona della musica, del cinema anni ’60, ma anche di stile. Sex Symbol, personaggio controverso, famosissima la sua scena di nudo in Blow-up.
Il mondo del cinema e dello spettacolo dice addio a una delle sue stelle più chiare. Jane Birkin, icona anche della musica soft, sex symbol, diva a cavallo tra gli anni ’60 e ’70, si è spenta nella giornata di oggi. Secondo quanto riportato dai media francesi, Birkin sarebbe stata ritrovata senza vita nella sua casa di Parigi, dove si era trasferita a 21 anni.
Britannica, naturalizzata francese, Jane è nata a Londra nel 1946 ma la sua seconda diventa presto Parigi. E’ in Francia che l’attrice trova il suo percorso artistico e le luci della ribalta, ma anche l’amore di Serge Gainsbourg, cantante e compositore transaplino. Gli esordi nel mondo della musica arrivano in un musical, creato dal compositore inglese John Barry il quale negli anni ’60 scrive e produce le musiche di James Bond. A 19 Birkin sposa Barry, dal matrimonio nel 1967 nasce Kate Barry, morta nel 2013.
Quello cinematografico arriva invece nel 1965 con il film di Richard Lester “Non tutti ce l’hanno”, anche se la fama arriva con Michelangelo Antonioni e con il suo “Blow-up”, primo film in lingua inglese del regista italiano vincitore della palma d’Oro al Festival di Cannes. La scena di topless della pellicola del 1966 diventa ben presto iconica, e proietta l’attrice nell’olimpo delle celebrità e delle più famose rappresentanti dello swinging London.
In Francia arriva alla tenera età di 21 anni, già famosa e con una grande esperienza nel mondo dello spettacolo alle spalle, Birkin inizia a frequentare gli ambienti del cinema francese. Il film Slogan gli vale una parte da protagonista e anche la conoscenza di Serge Gainsbourg, nel 1968. I due prima di innamorarsi danno vita a una collaborazione musicale che produce uno dei brani più famosi dell’epoca. Alla fine degli anni ’60 di due scrivono la famosissima “Je t’aime… moi non plus”, che diventerà un successo incredibile per la sua sensualità e la sua controversia. Un brano fatto di sussurri e di provocazioni, che ben presto generò scandali a causa proprio di quel contenuto così esplicito.
La canzone fu scritta dal cantante francese nel 1986, durante la relazione con Brigitte Bardot. Canzone rimasta nel cassetto, fino all’incontro del nuovo amore.
La trasmissione della canzone fu addirittura vietata in alcune radio ed emittenti tra cui la BBC. Il famosissimo programma Top of the Pops nel 1969 per la prima volta si rifiutò di mandare in onda il famoso successo francese, cominciando a dare i primi bigotti segnali di censura. Anche in Italia inizialmente ne fu vietata la vendita. Inizialmente il 15 agosto del 1969 la canzone fu esclusa da Hit Parede, famoso programma radio, per la sua “oscenità”. Poi il 22 dello stesso mese l’Osservatore Romano pubblico il testo della canzone tradotto in italiano per dare forza alla tesi della scelta presa dalla Rai. Successivamente la Procura della Repubblica di Milano, in un atto stavolta si degno delle più atroci censure, ordinò il sequestro su tutto il territorio nazionale. Dinamiche che forse oggi strappanno un sorriso, e magari lo hanno strappato anche alla Birkin, che quando c’era da provocare non si tirava mai indietro.
Il brano però, censura a parte, vendette 5 milioni di copie. Tutto questo scalpore si trasformò in pubblicità e non fece altro che alimentare la fama dei due cantanti. Jane prende in mano la carriera da cantante e continua, anche spaziando tra i generi, a registrare. Passa dal folk al jazz, fino al pop, ma anche al rock. Famose le collaborazioni con Brian Molko dei Placebo.
La separazione da Serge Gainsbourg arriva nel 1980, quando Birkin si lega a un altro registra francese, Jacques Doillon. Due anni dopo dalla loro reazione nasce Lou Dillon, anche lei attrite, modella e cantante.
Ma insieme allo spettacolo, alla musica e al cinema, c’è anche la moda nella vita di Jane Birkin che ha lasciato il segno diventando un’icona di stile e un simbolo di eleganza. Grazie alla sua fama arriva nel 1984 da Hermès una borsa dedicata all’attrice, chiamata proprio Birkin Bag, e ispirata al suo stile. La donna diventa un simbolo non solo della moda ma anche del lusso, dopo essere stata un’icona della Londra anni ’60, apprezzata ed emulata in tutto il mondo.
Alla fine della sua carriera Jane si era dedicata anche alla televisione, oltre che al cinema. Lavora con Jacques Rivette e Agnès Varda, poi si dedica all’attivismo dedicandosi alla causa ambientalistica e anche umanitaria.
Una borsa non banale, la Birkin, tutt’altro. Si tratta di uno dei capi più amati e desiderati, che oggi è diventato uno status symbol quasi un mito oltre la diva, un cimelio di moda. Il suo stile del resto era unico, semplice ma elegante, da jeans e maglietta, praticamente senza tempo così come la borsa. Il contratto di collaborazione fu firmato dall’attrice proprio a questi patti. Sì, perché se non era in dubbio la bellezza della Birkin, il suo era un animo piuttosto ribelle e non si preoccupava certo di un graffio sulla borsa.
Jeans a zampa, cintura e camicia che ora chiameremmo “oversize” ma che negli anni ’60 forse si sarebbe chiamata semplicemente “maschile”. canottiera, abito con mini gonna, mai indossati dei tacchi, nessuna stampa psichedelica – nonostante il periodo e la Londra della metà del 1960 -. Capelli sciolti e zero trucco, una semplicità che la proiettava incredibilmente fuori dai ranghi della normalità.
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