In seguito all’aggravarsi delle condizioni della donna, il figlio era stato affidato al padre, che avrebbe dovuto portarlo alla madre una volta al mese. Obbligo che l’uomo non ha mai ottemperato.
Mentre il giudice si era preso tempo per decidere, la malattia di Lais è andata avanti velocissima, fino a non lasciarle scampo. Le operatrici del centro anti violenza a cui la 47enne si era rivolta sperando in quell’ultimo abbraccio le hanno dedicato un post intriso di rabbia e dolore per quanto questa donna ha dovuto sopportare, oltre la sua malattia.
La storia di Lais
Le sarebbe bastato vederlo un’ultima volta, riabbracciarlo un’ultima volta prima di lasciare questa vita, ma non ce l’ha fatta. Lais – insegnante 47enne di Frosinone – non è riuscita a realizzare il suo ultimo desiderio, prima che un cancro la portasse via per sempre. Non vedeva il suo bambino da oltre un anno, e a nulla sono serviti i suoi appelli. Tutto è iniziato quando Lais ha deciso di chiedere la separazione dal marito, che aveva denunciato per maltrattamenti. In quel momento, già molto difficile, alla 47enne è stato diagnosticato un cancro, che Lais ha provato a combattere con tutte le sue forze, e che l’ha costretta a cure lunghe ed estenuanti. Proprio per risparmiare al bambino lo strazio della malattia, la 47enne aveva acconsentito a farlo stare con il padre, che vive a Trani.
Il giudice aveva deciso che il papà avrebbe dovuto portare il 12enne dalla madre una volta al mese, ma quest’obbligo non è mai stato ottemperato dal genitore. La donna si era quindi affidata a due legali, che avevano sollecitato eventuali provvedimenti nei confronti dell’uomo. Il magistrato aveva quindi deciso di prendere tempo per decidere. E mentre i mesi trascorrevano, la malattia di Lais incalzava, fino a quando la 47enne non ce l’ha fatta.
Il ricordo del centro anti-violenza
Il centro anti violenza a cui la 47enne si era rivolta, sperando di poter riabbracciare il suo bambino almeno un’ultima volta, le ha dedicato un post intriso di rabbia e dolore, per un destino reso ancor più drammatico dall’impossibilità di rivedere suo figlio.
“Chiediamoci quanto dolore, oltre quello della malattia che gravava su di essa, possa esserci stato nel cuore di questa mamma che si è vista costretta nel limbo di un’attesa di una giustizia lenta, che non ha tenuto in considerazione le condizioni psicologiche di una mamma. Una mamma che avrebbe soltanto voluto riabbracciare il figlio” per l’ultima volta
si legge in un passaggio del post.
Lais oltre al figlio 12enne, lascia una figlia più grande, che era rimasta a vivere con lei anche durante il periodo della malattia.