Nelle ultime settimane le condizioni di Sofia si erano ulteriormente aggravate, tanto da costringerla al ricovero in ospedale.
Pur sapendo di non avere speranze di farcela, Sofia aveva fondato un’associazione per avviare una raccolta fondi a sostegno della ricerca sulle malattie rare, come l’angiosarcoma che l’aveva colpita. Questa iniziativa le era valsa il diploma e la medaglia al merito ricevuti dall’Università di Genova il 9 marzo scorso. La studentessa del quinto anno di medicina non aveva potuto essere fisicamente presente alla cerimonia, a cui avevano partecipato la madre e la sorella.
Non ce l’ha fatta Sofia Sacchitelli, la studentessa 23enne di Genova affetta da un angiosarcoma, diventata il simbolo della lotta contro le malattie rare. La 23enne aveva infatti fondato un’associazione – “Sofia nel cuore” – per raccogliere fondi a sostegno delle malattie rare, come l’angiosarcoma che l’aveva colpita. Sofia, brillante studentessa di Medicina all’Università di Genova, pur consapevole di non avere speranze di vita, si era mobilitata per dar voce a tutti i malati come lei, perché a nessuno più fosse data ‘una sentenza di morte’ come quella inflitta a lei.
Nelle ultime settimane c’era stata una grande mobilitazione per sostenere l’associazione in cui Sofia aveva messo anima e corpo, nonostante le forze fisiche la stessero pian piano abbandonando. Ricoverata da tempo in ospedale, l’Università di Genova l’ha anche insignita di un diploma e di una medaglia al valore.
A ritirare i premi c’erano la madre di Sofia – Patrizia Genovese – e la sorella – Ilaria Sacchitelli, mentre la studentessa – in collegamento con l’Aula Magna – aveva raccontato gli obiettivi della sua associazione e aveva parlato, dal punto di vista medico, della sua malattia.
Il tumore che ha ucciso Sofia è un angiosarcoma cardiaco, un cancro al cuore, che colpisce 2/3 persone su un milione di abitanti. Questo tumore rientra nella famiglia dei sarcomi, che sono il tipo di neoplasia maligna più frequente a livello del cuore. Nel caso di neoplasie cardiache primitive maligne la terapia è sostanzialmente palliativa e gli esiti sono sempre funesti. Esiste la possibilità di un’operazione chirurgica per tentare di ridurre la massa maligna, ma il cancro è comunque destinato a crescere di nuovo, provocando la recidiva della sintomatologia tumore.
La notizia della morte di Sofia Sacchitelli ha destato profondo cordoglio e tanti sono i messaggi che in queste ore stanno riempiendo le bacheche social.
“Non ci sono parole per alleviare il dolore collettivo per la prematura morte di questa giovane donna e tantomeno per consolare i suoi genitori e parenti. Possiamo solo sperare che il suo ingiusto destino, al quale ha reagito con grande forza, coraggio e intelligenza, sia di esempio ed ispirazione per tutti noi, in particolare per i giovani, affinché ciascuno affronti la propria vita con serieta’, impegno, altruismo e gratitudine”
si legge in uno dei tanti post.
Cordoglio anche dal presidente Giovanni Toti e dal sindaco di Genova, Marco Bucci.
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