È morto a 79 anni il giornalista Enzo Carra, giornalista ed ex deputato che fra gli anni Ottanta e Novanta era un esponente della Dc.
Dopo essere stato capufficio della Democrazia Cristiana fu deputato in tre legislature con la Margherita e il Partito Democratico, in seguito ha aderito all’Udc ma è stato molto attivo anche nel mondo del giornalismo.
A 79 anni è morto il grande giornalista Enzo Carra, nato nel 1943 a Roma. Personalità di spicco nel mondo della politica, si è spento oggi nella stessa città in cui è nato.
A darne la notizia sono stati i quotidiani locali. Carra si è spento nella notte scorsa dopo una lunga malattia per cui era ricoverato da una settimana nel reparto di terapia intensiva al Gemelli di Roma.
La morte è avvenuta per crisi respiratoria, avrebbe compiuto 80 anni il prossimo 8 agosto.
Tanti i messaggi di cordoglio arrivati in queste ore dal mondo della politica e del giornalismo, che hanno entrambi contrassegnato la sua lunga carriera iniziata negli anni Settanta.
Non abbiamo notizie in merito alla sua vita privata per quanto riguarda i familiari ma abbiamo invece molte informazioni per quanto riguarda la vita professionale, di cui ora ripercorreremo i momenti più importanti.
Dopo la maturità classica e la laurea in giurisprudenza, il giovane Carra lavorò come giornalista professionista e redattore politico ed editorialista presso Il Tempo.
Dal 1989 al 1992 è stato capufficio stampa della Democrazia Cristiana e poco dopo, autore per la Rai di molte inchieste come quella successiva alla morte di Giovanni Paolo II, interviste a Gheddafi durante l’embargo di Libia e l’ultima intervista a Madre Teresa di Calcutta.
Negli anni Duemila è entrato a far parte del Partito della Margherita per poi essere eletto deputato in quella medesima lista e nello stesso schieramento è stato riconfermato alla Camera nel 2006 per quanto riguarda la circoscrizione Lazio 1.
Dopo che La Margherita si unì con i Democratici di Sinistra, Carra venne eletto alle primarie del Pd del 2007.
Nel 2010 si iscrisse al gruppo parlamentare dell’Unione di Centro ed è stato anche portavoce di Arnaldo Forlani.
Fra i tanti ruoli di spicco di Enzo Carra, c’è una macchia che ha segnato irrimediabilmente la sua carriera, infatti è diventato suo malgrado l’immagine dell’inchiesta Mani Pulite e per questo motivo arrestato e finito in Tribunale.
Mani Pulite è il nome giornalistico di alcune inchieste giudiziarie che rivelarono un sistema fraudolento e corrotto che coinvolgeva la politica e l’imprenditoria italiana.
L’impatto mediatico fu tale da far crollare la cosiddetta Prima Repubblica per instituire la Seconda, con un nuovo assetto politico italiano a partire dal 1994.
Proprio per i media le immagini di Enzo Carra con le manette ai polsi nell’aula di Tribunale rimbalzarono in tutte le emittenti televisive. Nell’ambito di Mani Pulite venne ascoltato come persone informata dei fatti in base a rivelazioni di Graziano Moro su 5 miliardi ricevuto dal partito Dc per l’operazione Enimont.
Carra negò di aver parlato a Moro di questi soldi ma cadde in contraddizione diverse volte nel corso dell’interrogatorio, così anche alla luce delle dichiarazioni del diretto interessato, venne arrestato per false informazioni rilasciate al pubblico ministero.
Nel 2004 il Tribunale di Roma ha stabilito la riabilitazione di Carra in ordine alla precedente condanna e la sua vicenda giudiziaria venne descritta in un’intervista contenuta nel libro di Marco Damilano, Eutanasia di un potere.
Comunque sia andata e quale parere si sia fatta l’opinione pubblica, ci lascia oggi una personalità molto importante dell’ultimo secolo.
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