È morto all’età di 79 anni Gianni Maria Guidi, accusato di essere il capo della cosiddetta Setta delle Bestie.
Era malato da tempo e forse il destino si è abbattuto senza pietà su di un uomo che pare responsabile di reati terribili, un vero e proprio animale che guidava un’associazione segreta volta alla manipolazione mentale e agli stupri. Insieme ad altri adepti avevano soprannomi di animali, da qui il nome del gruppo che ha violentato 20 ragazze in un periodo di attività di 30 anni.
Aveva 79 anni Gianni Maria Guidi, l’erborista di Novara imputato per essere il capo della Setta delle Bestie. L’associazione segreta contava diversi adepti, fra cui manager e imprenditori, che avevano deciso di dedicare la loro vita agli stupri, specialmente di ragazzine, dopo averle manipolate mentalmente.
L’uomo era malato da molto tempo. Nell’ambiente lo conoscevano come “il Dottore” o “il Pontefice”, poiché i membri non potevano utilizzare il proprio nome. Il 24 febbraio è iniziato il processo per gli imputati ma le condizioni di salute del capo erano già molto gravi e non è stato in grado di partecipare neanche al primo dibattimento.
In realtà c’è poco materiale per la difesa dell’uomo e di chi come lui si divertiva a manipolare giovani ragazze indifese. I membri del gruppo criminale erano di Varese, Bergamo e Milano ma come dicevamo, la base si trovava a Novara e proprio in questa città è in corso il processo verso l’ormai defunto capo e altri 25 imputati che si appartavano nei boschi per mettere in atto i loro piani malvagi.
Le accuse sono quelle di associazione a delinquere e violenza sessuale aggravata di gruppo. Le ragazzine, spesso minorenni, venivano manipolate e ridotte in schiavitù. Il periodo di attività è stato fra il 1990 e il 2020, quando appunto venne rinvenuta la cascina fra i boschi a Novara.
Le vittime venivano adescate in scuole e centri sportivi ed era proprio Guidi, a dare indicazioni su chi colpire. Il guru veniva affiancato da diverse donne come Sonia Martinovic perché queste riuscivano meglio ad adescare le giovani ragazze, che poi venivano violentate e torturate per essere ridotte in stato di isolamento e sottomissione totale al gruppo.
Poi finalmente la prima denuncia nel 2018 e la fine di un incubo, sebbene già dopo l’arresto Guidi si è detto estraneo ai fatti, negando di aver creato il gruppo, il suo avvocato ha precisato addirittura che il suo nomignolo “Dottore” era affettuoso e si riferiva alla sua professione.
Una coltellata terribile verso le povere vittime che oltre al danno devono subire anche la beffa della negazione dei fatti che invece in loro hanno lasciato traumi irreparabili.
Le 26 persone che facevano parte di questa Setta che agiva prima di tutto a livello psicologico e poi fisico, non erano pregiudicate e non avevano precedenti penali di alcun tipo, erano infatti tutti insegnanti, psicologhe, maestre di danza, imprenditori o professionisti, in particolare il capo era un erborista.
Lavori stimati che però nascondevano orrori inenarrabili. Grazie all’operazione “Dioniso” della Polizia è stata smantellata l’associazione creata 30 anni fa proprio da colui che oggi è deceduto e le indagini sono scattate grazie alla coraggiosa denuncia di una donna che era entrata a far parte del gruppo all’età di soli 7 anni.
Dalle indagini è emerso che c’erano diverse basi oltre a quella di Novara. I membri sono stati tutti arrestati e ora dovranno spiegare ai giudici i dettagli dell’associazione.
Da quanto emerso, nelle menti delle vittime venivano inculcate teorie assurde tramite pratiche di iniziazione magiche per annullare il potere decisionale di queste ultime. Così le ragazze si allontanavano dai propri affetti, terrorizzate anche mediante pesanti minacce per chi avesse violato le regole.
Venivano sottoposte poi a plurimi abusi sessuali. Agli atti i giudici hanno le deposizioni di 9 vittime, quattro delle quali all’epoca avevano meno di 10 anni. Fra queste c’è Giulia, che oggi ha 35 anni ma all’epoca degli abusi ne aveva solo 7.
Proprio lei è la coraggiosa testimone che ha avuto la forza di raccontare tutto alle autorità nel 2018, confessando che una sua zia l’aveva portata in quel covo di malati.
Non è stato facile per lei e per le altre ragazze raccontare questa terribile esperienza e dalle loro parole si evince che venivano sfruttate anche per attività lavorative legate alla Setta.
La corretta gestione del Sistema Tessera Sanitaria rappresenta un aspetto fondamentale per tutti gli operatori…
Il volto di una madre che ha perso una figlia racconta spesso più di mille…
Un silenzio solenne avvolgeva le strade, rotto solo dal suono cadenzato dei passi e dal…
Ci sono momenti in cui sembra impossibile mantenere la concentrazione. La mente vaga, le distrazioni…
La stagione fredda porta con sé molte domande sulla routine quotidiana, ma c’è un gesto…
Se c'è un momento in cui tutto sembra sospeso, è quando un atleta raggiunge un…