Lo scrittore giapponese Kenzaburo Oe è morto a 88 anni. Nel 1994 aveva ricevuto il premio Nobel per la letteratura.
La notizia è stata annunciata oggi dalla sua casa editrice, Kodansha, precisando in realtà che la morte è avvenuta il 3 marzo. La famiglia ha deciso di divulgarla solo adesso per poter celebrare in maniera privata il funerale.
È morto Kenzaburo Oe, premio Nobel del 1994
Grandissimo scrittore dell’ultimo secolo, Kenzaburo Oe è forse sconosciuto alle nuove generazioni ma è stato un grande padre della letteratura del Novecento.
Nella sua carriera di scrittore ha ricevuto moltissime onorificenze importanti, fra cui il premio Nobel del 1994 per la letteratura e addirittura la Legion d’Onore nel 2002.
Nel 2006 è stato istituito un premio a suo nome per promuovere i romanzi letterari giapponesi pubblicati durante l’anno in corso e l’opera vincitrice veniva scelta direttamente da lui. Non era previsto nessun premio in denaro ma lo scritto veniva tradotto in altre lingue e così aveva la possibilità di essere pubblicato in tutto il mondo.
Molti romanzi dello scrittore, convinto attivista contro il nucleare, sono stati tradotti in inglese, francese, tedesco, russo, cinese, italiano, spagnolo e altre lingue. Un autore di fama mondiale che ha avuto una vita lunga e abbastanza travagliata, che ha lasciato alla veneranda età di 88 anni per acciacchi dovuti all’età, nella cittadina di Uchiko dove era nato nel 1935.
Non sappiamo se ci siano particolari cause del decesso che possano far pensare a una malattia, infatti la famiglia ha mantenuto l’assoluto riserbo. Ripercorriamo i passi salienti della sua carriera.
Chi era lo scrittore giapponese
Nato il 31 gennaio del 1935, Kenzaburo Oe ha saputo spaziare nella sua opera fra tantissimi argomenti, fra cui l’handicap del figlio, affrontato con grande umanità e sensibilità nel libro Un’esperienza personale.
Nel piccolo villaggio di Ose, facente parte della città di Uchiko, Kenzaburo Oe non aveva molte prospettive di studio poiché era il terzo di sette figli di una famiglia modesta in un quartiere altrettanto povero.
Imparò infatti l’arte e l’oratoria principalmente dalla nonna e poi dalla madre, in seguito alla morte di quest’ultima nel 1944 e del padre nella guerra del Pacifico. Sua madre gli comprava libri di avventura che sono stati molto importanti e hanno avuto un impatto decisivo nella decisione di diventare scrittore, come da lui stesso confessato.
A 18 anni in effetti decise di andare a Tokyo per studiare la letteratura francese e nel 1959 si laureò, un anno dopo l’uscita del suo primo racconto Animale d’allevamento, che gli valse il Premio Akutagawa.
Nel 1963 nacque il primo figlio Hikari, come dicevamo affetto da una grave lesione cerebrale, condizione che in un primo momento lo lascia fra emozioni contrastanti e nel libro Un’esperienza personale contempla addirittura il desiderio di ucciderlo perché ne rifiuta la menomazione. Tuttavia l’opera è un atto di accusa contro i pregiudizi sociali nei confronti dell’handicap.
Dopo il primo prestigioso premio degli anni Cinquanta ne arrivano altri come il Premio Noma, il Premio Tanizaki e il Premio Yomiuri-bungaku.
Nei suoi libri lo scrittore giapponese affronta temi delicati come appunto la problematica del primogenito ma anche la politica in Seventeen che si concentra sul fanatismo nazionalista di destra e la realtà rurale del suo villaggio di origine in Il grido silenzioso.
Il premio più importante arriva nel 1994, ovvero il Nobel, in occasione del quale fece un discorso in cui si descrive come uno scrittore moderno, contraddittorio e severo nei confronti di una società come quella giapponese, che faceva fatica a essere critica nei confronti della storia più recente.
Due anni dopo vinse il Premio Grinzane Cavour.
Convinto pacifista antinucleare, Kenzaburo Oe si è recato spesso ad Hiroshima per incontrare i sopravvissuti dell’attacco atomico e ha anche pubblicato il libro Note su Hiroshima. Ha scritto diverse altre opere che coinvolgono anche il bombardamento di Nagasaki.
In più occasioni lo scrittore ha puntato il dito contro il suo Paese, affermando che questo ha responsabilità etica di abbandonare l’energia nucleare, anche alla luce del disastro nucleare di Fukushima, il peggiore della storia insieme a quello di Chernobyl, classificati entrambi come livello 7 della scala INES, ovvero la massima gravità.
Nel 2013 ha organizzato una manifestazione a Tokyo per questa causa e ha anche criticato le mosse per modificare l’articolo 9 della Costituzione, sempre in rinuncia alla guerra.
Un grande uomo impegnato su più fronti ci ha lasciato pochi giorni fa, un esempio che tutti i giovani dovrebbero prendere in considerazione.