È morto all’età di 77 anni Manuel Araya Osorio, autista di Pablo Neruda che da tempo soffriva di problemi di salute importanti.
L’uomo era il segretario personale del poeta ma anche suo grande amico che sempre ha sostenuto la tesi dell’avvelenamento che poi portò alla morte pochi giorni dopo il golpe del settembre 1973, quando il presidente Allende fu deposto dai militari sotto la guida di Pinochet.
Tutti conosciamo il poeta e politico cileno Pablo Neruda, meno noto invece è il suo autista e segretario personale Manuel Araya Osorio, che fino alla morte è stato al fianco del Premio Nobel. Ieri ci ha lasciati all’età di 77 anni a causa di problemi legati alla salute.
In particolare Araya Osorio è stato colpito da un aneurisma legato a un quadro clinico problematico, da tempo in effetti la sua salute non era più quella di una volta. Fedele al suo amico di sempre, l’uomo, deceduto all’ospedale di San Antonio nella regione di Valparaiso, in Cile, ha sempre sostenuto che Neruda è morto per avvelenamento.
Questo sarebbe avvenuto per mano del regime appena salito al potere, infatti solo 12 giorni prima del decesso si era verificato un colpo di Stato contro l’allora presidente nel 1973, Salvador Allende, da parte dei militari di Pinochet.
L’autista non ha mai creduto alla versione ufficiale del cancro alla prostata, come causa della morte di Neruda, per questo motivo fu un testimone chiave importante nel processo che si tenne a riguardo perché proprio a partire dalla sua denuncia la magistratura del Paese riaprì un caso che sembrava ormai concluso.
Le sue dichiarazioni furono così gravi che portarono all’apertura di un’indagine scientifica e in effetti le sue supposizioni si rivelarono fondate. Nei resti di Neruda vennero rinvenute tracce di batteri nocivi e agenti chimici altamente tossici che sarebbero stati iniettati nello stomaco. Proprio quest’anno, la sua testimonianza ha portato un team di esperti a preparare un rapporto che supporta la teoria dell’omicidio, a dispetto di quella della morte naturale che sempre è servita a mascherare un qualcosa di losco. Tale rapporto è stato consegnato alla Corte d’Appello di Santiago, città dove morì il poeta.
La morte di Manuel Araya Osorio è stata confermata dal Partito Comunista locale ed è stata accolta con grande dolore in Cile, specialmente dal nipote di Neruda, Rodolfo Reyes, che proprio per l’impegno dell’uomo nel caso dello zio, aveva con lui un bellissimo legame.
“ha sempre voluto la veritò sulla morte di mio zio. era un gran signore e una bella persona”.
Si chiude con la morte di Manuel Araya Osorio, un capitolo importante della lotta per la verità sul decesso di Neruda. Il nome del primo è inevitabilmente legato a quello del secondo. Il Premio Nobel per la Letteratura del 1971 venne ucciso dai militari cileni in un colpo di Stato ma l’autista fu il primo a denunciare questa cosa è si è sempre battuto affinché la verità venisse a galla.
Sono passati 50 anni dalla morte di uno dei poeti più importanti della letteratura latino-americana del Novecento ma il suo contributo rimane comunque un pezzo importantissimo di storia ma anche di politica. Infatti Neruda non fu solo poeta ma anche diplomatico e attivo in campo politico, dove aderì al comunismo e in particolare sostenne il socialista Salvador Allende, ucciso appunto dal golpe organizzato da Augusto Pinochet per prendere il posto di quest’ultimo, presidente del Cile nel 1973.
Da sempre la morte di Neruda è stata giudicata dubbia ma solo grazie all’impegno dei nipoti e di Manuel Araya Osorio, nel 2013 la salma è stata riesumata per chiarire questo mistero.
Per la morte è stato condannato l’ex agente segreto Michael Vernon Townley, che confessò di essersi spacciato per un infermiere, inoculando le tossine a Neruda mentre era ricoverato all’ospedale di Santiago, questo perché Pinochet gli aveva ordinato di accelerare la morte del poeta che già versava in condizioni di salute cagionevoli.
L’uomo vive ora in una località segreta perché nel corso della sua vita ha riferito particolari scomodi sempre riguardanti il dittatore, così è stato incluso nel programma federale di protezione testimoni.
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