Aveva 80 anni Roberto Colaninno, compiuti pochi giorni fa. Ci ha lasciato oggi un grande imprenditore e dirigente d’azienda italiano.
Il suo nome è legato a colossi come Olivetti, Telecom e Piaggio, specialmente quest’ultima, che controllava attraverso la Immsi e di cui era presidente e amministratore delegato. In occasione del 60esimo anniversario del gruppo, incontrò l’allora presidente della Repubblica del 2008, Giorgio Napolitano, per mostrargli alcuni mezzi d’epoca.
Ci ha lasciato oggi all’età di 80 anni, compiuti il 16 agosto scorso, l’imprenditore Roberto Colaninno, che tutti ricordiamo per il ruolo di presidenza dell’azienda di trasporti Piaggio, controllata tramite la holding gestita dalla sua famiglia e quotata in Borsa, la Immsi.
Mantovano classe 1943, era sposato e aveva due figli che entrambi hanno seguito le sue orme di imprenditore: il primogenito Matteo è deputato (prima nel Pd e ora in Italia Viva) mentre Michele è amministratore delegato e direttore generale di Immsi, la finanziaria di famiglia.
Colaninno aveva origini pugliesi, infatti la sua famiglia era di Acquaviva delle Fonti, in provincia di Bari. È stato uno dei manager protagonisti dell’industria italiana, che ha firmato il rilancio dell’conica azienda Piaggio ma questa è stata solo la sua ultima fatica.
Ottanta anni appena compiuti, si era diplomato ragioniere e da mezzo secolo era al centro della scena imprenditoriale del nostro Paese. La notizia della morta è stata resa nota e poi ufficializzata da Omniaholding, una delle finanziarie gestite dalla famiglia. I funerali si svolgeranno nella sua Mantova in forma privata.
Qui viveva da tempo poiché la carriera era iniziata negli anni Sessanta proprio presso un’azienda con sede in questa città. Sempre a Mantova ha continuato a farsi strada fin quando ha incontrato l’uomo che cambierà il resto della sua carriera, l’ingegner Carlo De Benedetti.
Era il 1969 quando a Mantova, Colaninno ha iniziato a lavorare alla Fiaam Filter, una società italiana che si occupava di componenti per automobili, di cui poi diventerà amministratore delegato Nel 1981 fonda la Sogefi, società di componentistica meccanica. Proprio durante questi anni conosce l’ingegner Carlo De Benedetti, con cui nasce un sodalizio professionale che lo porterà a diventare prima socio con l’8% delle quote della CIR e poi amministratore delegato della Olivetti nel momento di massima crisi aziendale.
Questa infatti era già stata trasformata più volte da De Benedetti, entrando prima nel campo elettronico e poi in quello dell’informatica ma Colaninno decise che bisognava cambiare ottica e quindi uscire dal settore informatico. Per questo motivo trasforma l’azienda in una holding di telecomunicazioni, vendendo attività in perdita come la Omnitel – che all’epoca era secondo gestore nazionale dei cellulari – e Infostrada, senza però riuscire a risanare i debiti.
Alla fine degli anni Novanta ha dato vita alla più grande Opa che si fosse vista fino a quel momento nel nostro Paese: la Telecom Italia, avviata con 60 miliardi di euro derivanti dalla vendita delle società appena citate e con la privatizzazione voluta dal governo Prodi, conclusasi con la conquista del 51% della società di Tlc.
In Telecom diventa presidente e amministratore delegato, nonché presidente di Tim. Ma in un periodo così alto di scalata c’erano gli attriti con Bell, l’azionista principale. Tanto che nel 2001 ci sarà l’uscita della holding lussemburghese per far spazio alla Pirelli, nel contempo Colaninno si dimette.
L’anno seguente inizia per l’imprenditore l’ultima grande avventura della sua vita, infatti acquista Immsi, società operante nel settore immobiliare e da lui trasformata in holding, per poi acquistare la Piaggio, già fortemente indebitata. Nel 2006 però Colaninno la porta in Borsa trasformando la società nata a Genova nella più grande produttrice europea di veicoli a due e tre ruote, nonché la quarta a livello mondiale.
Nel 2008 fa capo al progetto di Silvio Berlusconi di creare una compagnia aerea per acquisire Alitalia dal bilancio in rosso, la Cai, i cui componenti vengono soprannominati 2capitani coraggiosi”. La società riesce a raggiungere un accordo con i sindacati e firma l’atto di acquisto della nota compagnia con la bandiera italiana come simbolo. Dal 2015 tale compagnia è azionista al 51% della nuova Alitalia, mentre il 49% è di Etihad Airways.
Colaninno è cavaliere del lavoro dal 2000, l’anno seguente ha conseguito la laurea honoris causa in Economia e Commercio. Ci ha lasciato oggi un grande uomo, imprenditore acuto e che in tanti hanno definito dalla “finanza creativa”, come quando avvicinò la Fiat con le sue società Omniaholding e Omniainvest, comprando poi la Immsi.
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