Il Prefetto di Napoli è intervenuto dopo le proteste degli ultras partenopei, decidendo per la scorta per il presidente Aurelio De Laurentiis.
La decisione è arrivata dopo le agitazioni dei tifosi che ora fanno temere per l’incolumità del patron della società calcistica.
Il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis è finito sotto scorta dopo la decisione del Prefetto di Napoli, Claudio Palomba che valutando le proteste degli ultras degli ultimi giorni, ha optato per tale opzione per garantire la sicurezza al patron della società.
Le agitazioni ci sono state specialmente durante la partita di campionato che si è disputata allo stadio Maradona contro il Milan e anche prima dell’inizio del match. In quell’occasione i tifosi avevano protestato per il prezzo dei biglietti giudicato troppo alto e anche contro la regolamentazione degli striscioni che possono entrare allo stadio.
Mette paura il racconto di alcuni testimoni che hanno riferito quello che è accaduto durante la partita Napoli-Milan, tanti infatti hanno riferito che gli ultras della squadra partenopea hanno dato vita a molte proteste sia prima dell’inizio che durante. Le violenze che ci sono state non sono state, non sono dovute al risultato disastroso in campo ma all’aumento del costo del biglietto di ingresso unito anche ad alcuni veti riguardanti l’ingresso allo stadio di bandiere, megafoni e tamburi, insomma il kit completo dei tifosi più agitati.
A ribadire rigidamente le nuove regole e più di una volta è stato appunto De Laurentiis e proprio lui è diventato il bersaglio dei cori violenti che partivano dalla Curva B, in cui veniva insultato con parole molto pesanti da parte di persone che parlavano di mancanza di rispetto e avevano già fatto percepire il clima testo all’ingresso, battibeccando con gli steward addetti al controllo dei biglietti.
Alcuni testimoni hanno raccontato che fuori dal Maradona c’erano gruppi diversi di ultras del Napoli, di circa 200-300 persone l’uno e già la situazione era molto agitata. Poi una volta dentro e poco dopo iniziato il match, sono iniziati cori assordanti e guardando bene, le persone che stavano portando avanti la protesta erano diventate in totale circa 2.500, seguite da alcuni ragazzini.
Fra insulti al presidente e altre frasi molto gravi, il clima si è presto surriscaldato e chi si trovava al confine con il perimetro ha cominciato a ribellarsi e si è scatenato il putiferio con persone che se le davano di santa ragione. Le persone hanno cominciato a scappare in tutte le direzioni.
A quel punto è diventato molto difficile seguire la partita, tanto che il primo goal del Milan è passato quasi inosservato, specialmente da parte di quei genitori che preoccupati cercavano di tranquillizzare i bambini.
Poco dopo incredibilmente sembra tornare la calma ma all’intervallo, la protesta è l’argomento dominante fra gli spalti. Prosegue la partita e a un quarto d’ora dalla fine del secondo tempo si intravedono improvvisamente tifosi con il volto coperto che cercano di lanciare in campo fumogeni e petardi.
A questo punto tutti coloro che erano giunti allo stadio solo per assistere alla partita e non c’entravano nulla con tutto ciò, cercano di scappare via fra le grida e i pianti di chi era spaventato.
È importante evidenziare che i tifosi che stavano alimentando le agitazioni in Curva B, hanno tentato di coinvolgere anche coloro che regolarmente avevano pagato il biglietto senza lamentarsi, minacciandoli.
Non è una storia nuova che una partita di calcio si trasformi in un luogo di battaglia che nulla ha a che vedere con lo sport. Speriamo solo che le minacce urlate al Maradona rimangano solo parole ma il fatto che il presidente sia sotto scorta fa pensare che comunque le espressioni non sono passate inosservate.
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