Il governo ha messo a disposizione un contributo di 40 milioni di euro il cui scopo è quello di garantire la sostenibilità degli adeguamenti tecnologici che i gestori di Spid hanno richiesto.
Un contributo che verrà utilizzato per fornire il servizio di identità digitale attraverso le nuove modalità imposte dal Pnrr.
Raggiunto l’accordo per lo Spid
È stato messo a disposizione un contributo di 40 milioni il cui scopo è quello di garantire la sostenibilità degli adeguamenti tecnologici che i gestori di Spid avevano richiesto così che possano fornire il servizio di identità digitale utilizzando tutte le modalità che ha imposto il Pnrr.
Questo è ciò che si evince a seguito di un emendamento del governo che è stato già discusso in Senato. Un contributo che verrà utilizzato per adeguare le infrastrutture tecnologiche così da riuscire a far fronte alla domanda in costante crescita di utenti in modo che si possano allineare tutti i dati comunicati nel corso delle richieste dell’identità digitali.
Il provvedimento realizzato dal dipartimento per la trasformazione digitale è inerente soprattutto alla diffusione dello Spid e all’implementazione dell’anagrafe nazionale su quella che è la popolazione residente. Una proroga che, in base a ciò che afferma il Sole 24 Ore, avrà la durata di due anni.
Le parole di Butti
Sembra che il riassetto allo studio sia ben diverso da quello che si era creduto in precedenza. Infatti Butti ha fatto riferimento a quanto sia importante utilizzare “un serio processo di razionalizzazione del sistema di identità digitale, attraverso un unico strumento di accesso per tutti i servizi della pubblica amministrazione e per il servizio sanitario”.
Il sottosegretario Butti continua affermando che è questa un’iniziativa che proprio lui stesso ha voluto con tutte le sue forze e il cui scopo è quello di assicurare la continuità operativa del servizio e di garantire tutti gli strumenti tecnologici adeguati così che ogni cittadino possa utilizzare un’identità digitale che sia sicura, efficiente e affidabile.
Inoltre Butti spiega anche che il governo ha intenzione di continuare a lavorare al fine di fare in modo che possa essere garantita l’interoperabilità delle informazioni tra le pubbliche amministrazioni così che si riesca anche rendere sempre più semplice l’identità digitale in Italia.
Anche se i tempi non sembrano essere molto veloci, pare che la strada che si sta seguendo è quella di unire lo Spid e la Cie in una sola identità digitale. In ogni caso il Ministero dell’Interno ha affermato di essere al lavoro su nuove funzioni della della Cie facendo in modo che possa essere reso molto più semplice la lettura del chip della carta eliminando ogni tipo di problema.
Infatti, a questo riguardo, si è proceduto anche all’attivazione dei livelli 1 e 2, delle funzioni molto simili a quelli dello Spid. Per questo motivo, anche per la carta d’identità Nazionale non risulta essere più necessario un lettore di Smart card oppure uno smartphone che possieda una tecnologia NFC.