Il Consiglio Energia ha approvato poco fa a Bruxelles l’istituzione di un meccanismo di correzione di mercato, che prevede un tetto per il prezzo del gas naturale a 180 euro al megawattora, con il compito a limitare i picchi ed evitare impennate come quelle dello scorso agosto.
Il price cap è passato a maggioranza qualificata: la Germania ha votato a favore, mentre Olanda e Austria si sono astenute. Ha votato contro solo l’Ungheria. Il ministro per l’Ambiente e la Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha commentato sui social la notizia dicendo che è stata “la vittoria del cittadini italiani ed europei che chiedono sicurezza energetica. È la vittoria dell’Italia che ha creduto e lavorato per raggiungere questo accordo“. Anche Giorgia Meloni è apparsa molto entusiasta al Museo ebraico di Roma per la cerimonia di accensione della Chanukkià, mentre Mosca ha definito la decisione “inaccettabile“.
Dopo mesi di trattative, iniziate con Mario Draghi e Roberto Cingolani, l’allora ministro per la Transizione ecologica, e portate avanti anche da Giorgia Meloni, attuale presidentessa del Consiglio, e Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, il Consiglio europeo sull’energia ha finalmente deciso di introdurre un price cap, un tetto al prezzo del gas a 180 euro per megawattora.
La notizia è stata confermata dallo stesso esponente del governo di Forza Italia, che su Twitter ha scritto che questa decisione è una vittoria soprattutto del nostro Paese “che ha creduto e lavorato per raggiungere questo accordo“.
Entusiasmo anche per la premier che dal Museo ebraico di Roma ha commentato la notizia definendola, anche lei, “una piccola grande vittoria, più grande che piccola: siamo riusciti a spuntarla in Europa sul prezzo del gas, battaglia che molti davano per spacciata, e che abbiamo portato a casa“.
Dalla Russia, invece, il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, hanno definito la scelta “inaccettabile“, spiegando anche si tratta di una “violazione” dei processi che regolano il mercato. “Ci vorrà tempo perché Mosca soppesi i pro ed i contro e decida una risposta alle nuove sanzioni sul gas, ma verranno presi provvedimenti“, ha detto citato dall’agenzia Tass.
Affinché passasse il meccanismo di correzione di mercato, che deve limitare i picchi ed evitare impennate come quella dello scorso agosto, aveva bisogno della maggioranza qualificata, arrivata grazie al voto favorevole della Germania, e nonostante l’astensione dell’Olanda e dell’Austria e la contrarietà dell’Ungheria.
Sulla base dell’intesa, il price cap per il gas entrerà in vigore il 15 febbraio del 2023. E il differenziale del prezzo al Ttf con gli indici di riferimento globali viene fissato, come previsto nell’ultima proposta della presidenza ceca, a 35 euro. I giorni necessari perché scatti il meccanismo di correzione restano tre. Non solo, perché “la Commissione europea può, se appropriato, proporre anche modifiche” al regolamento sul tetto al prezzo “per includere i derivati negoziati sui mercati non regolamentati (over-the-counter, Otc), oppure per rivedere gli elementi presi in considerazione per il prezzo di riferimento” del gas.
Si tratta di “un tetto dinamico“, ha sottolineato Jozef Sikela, ministro dell’Industria ceco. L’Acer, infatti, monitorerà i mercati del gas, e se osserverà che si è verificato un evento ‘correttivo’, pubblicherà un avviso che attiva l’Mcm che prevederà che le transazioni sui futures sul gas naturale al di sopra del limite dinamico di offerta non potranno essere finalizzate: il ‘dynamic bidding limit‘ è il prezzo di riferimento per il Gnl sui mercati globali, basato su un paniere di hub di scambi sul Gnl, addizionato di 35 euro al megawattora.
Se il prezzo di riferimento del Gnl è sotto i 143 euro al mwh, allora il limite dinamico di offerta rimarrà alla somma di 143 più 35 euro (178 euro). Una volta attivato, il limite dinamico di offerta si applicherà per almeno venti giorni lavorativi. Se il limite dinamico è sotto i 180 euro al Mwh per tre giorni lavorativi consecutivi, allora si disattiverà automaticamente. Si disattiverà in automatico anche se verrà dichiarata un’emergenza dalla Commissione a livello regionale o unionale, in particolare se ci saranno problemi nelle forniture di gas.
Il regolamento, poi, include un meccanismo di sospensione, che scatta in caso di rischi per la sicurezza delle forniture, la stabilità finanziaria, i flussi di gas intra-Ue o se si rischia di far aumentare la domanda di gas.
Esma e Acer monitoreranno il funzionamento dell’Mcm: verrà sospeso se la domanda di gas aumenta del 15% in un mese o del 10% in due mesi, se le importazioni di Gnl calano “in modo significativo” (non viene specificato che cosa si intende di preciso) o se i volumi scambiati al Ttf, la piazza virtuale olandese che è il benchmark per il gas in Europa, calano “significativamente” (anche qui, nessun dettaglio) rispetto allo stesso periodo di un anno prima. L’Mcm si applicherà non solo ai derivati con consegna a un mese sul Ttf, ma anche a quelli con consegna a tre mesi e a un anno. Entro il primo novembre 2023 la Commissione rivedrà la situazione delle forniture di gas e deciderà se prorogare il regolamento.
La notizia dell’accordo ha anche impattato sul prezzo del gas, che scontava già dalla mattina una possibile intesa ed era già in netto ribasso. Le quotazioni riducono il calo e al Ttf i future cedono il 3,2% a 111,8 euro/Mwh dopo essere scesi fino a un minimo di 105 euro/mwh.
Il presidente dell’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera), Stefano Besseghini, a margine del Consiglio generale di Assolombarda, in corso a Milano, ha frenato un po’ gli entusiasmi. “È sicuramente più basso rispetto a quello con cui si era cominciata la discussione, ma rimane un prezzo alto rispetto ai prezzi industriali“.
Besseghini ha affermato che si tratta di “un prezzo che deve inevitabilmente confrontarsi con i mercati internazionali e con il Gnl; ci sono – ha osservato – tutta una serie di parametri“, e “trovare un equilibrio non era facile“. Ora, ha concluso, “vediamo quale sarà l’evoluzione, come reagirà il mercato e gli effetti che si determineranno nel medio periodo. Certamente in qualche maniera gli scambi verranno mitigati”.
Di un avviso diverso, ma comunque non entusiasta, anche il co portavoce di Europa Verde, Angelo Bonelli, che in una nota ha detto che l’accordo trovato ha “un prezzo maggiore dell’80% rispetto al prezzo attuale del gas sul mercato di Amsterdam che oggi è fissato intorno ai 100€ MW/h. Invece di portare il prezzo verso il basso, lo si porta verso l’alto“. “In Italia e in grande parte dell’Europa – ha concluso -, saranno ancora una volta le famiglie e le imprese a pagare la speculazione sul gas mentre in Spagna e Portogallo il price Cap, autorizzato dall’UE, è realtà ed è al di sotto dei 100€ MW/h“.
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