Ebola continua a mietere vittime: un dipendente Onu è morto in Germania. Si tratta di un sudanese contagiato in Liberia. In Usa, sono scattati i controlli su una 70ina di persone che hanno avuto contatti con il malato deceduto a Dallas. Il pericolo di una diffusione incontrollata della malattia, ha portato i leader di Stati Uniti e Francia, a chiedere un intervento più energico. Obama e Hollande sono concordi nel ritenere essenziale “fare di più e in fretta”.
Ricovero
Il dipendente delle Nazioni Unite contagiato dal virus Ebola, è morto nell’ospedale Sankt Georg dov’era in cura. Aveva 56 anni ed era atterrato sul suolo tedesco a bordo di un aereo attrezzato per il trasporto di pazienti affetti da malattie contagiose. Il suo ricovero risale a giovedì scorso. Le condizioni del paziente erano state definite estremamente gravi sin dall’inizio. All’ospedale di Francoforte, il dipendente dell’Onu era il terzo ricoverato per aver contratto il virus. Il primo malato era stato dimesso dopo cinque settimane di cure; il secondo è un medico ugandese. Il 56enne sudanese, però, non ce l’ha fatta.
70 persone a rischio contagio
Nel frattempo, 70 persone sono state sottoposte ai controlli sanitari perchè si teme siano state infettate essendo entrate in contatto con Thomas Eric Duncan, il paziente liberiano deceduto negli Usa qualche giorno fa. Dopo aver lanciato un monito sulla minaccia del virus ormai fuori controllo, Brack Obama, insieme a Hollande, ha deciso di stabilire centri per il trattamento della malattia nei Paesi africani. Il rischio che il virus colpisca anche altri Paesi è sempre più concreto.
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