Un’aggressione in piena regola per le vie di Milano ha lasciato sgomenta la città intera e non solo. Un ebreo di 40 anni, Nathan Graff, è stato accoltellato poco dopo le 20 di giovedì 12 novembre da un uomo con il volto coperto. L’aggressore è riuscito a scappare, ma almeno tre testimoni sono riusciti a vederlo in volto, dopo che ha perso il passamontagna: si tratta di un uomo biondo, dalla carnagione chiara e probabilmente italiano. I testimoni lo hanno infatti sentito urlare due volte “Ti ammazzo”, senza particolari cadenze. Il gesto folle ha scatenato la paura all’interno della comunità ebraica di Milano: la vittima è stata scelta perché indossava la kippa, il tipico copricapo ebraico e si teme che il movente sia dettato da antisemitismo, se non un gesto di emulazione dell’Intifada dei coltelli.
Tutto è avvenuto intorno alle 20.15 in via San Gimignano, davanti a un ristorante kosher, il Carmel. Nathan Graff, israeliano e genero del rabbino di origine afghana, Hetzkia Levi, stava rientrando da una trasferta di lavoro (di professione certifica il cibo kosher) e si stava avviando verso casa dopo essere sceso da un taxi. All’improvviso l’aggressore si è gettato su di lui, a volto coperto, e lo ha gettato a terra: Graff ha cercato di difendersi, ma è stato raggiunto da sette coltellate, di cui la più pericolosa al volto, vicino all’occhio. I testimoni che hanno assistito alla scena, sono intervenuti, ma l’aggressore è riuscito a fuggire, salendo a bordo di un’auto poco distante dove lo aspettavano altri due uomini. Graff è stato ricoverato all’ospedale Niguarda dove è in prognosi riservata ma, fortunatamente, non in pericolo di vita.
L’episodio ha comunque scosso la comunità ebraica e tutta la città di Milano. Le indagini sono state affidate al pool antiterrorismo: l’ipotesi più battuta è che sia stato il gesto di un folle che abbia voluto imitare l’Intifada dei coltelli che sta terrorizzando Israele.
Ci sono ancora pochi elementi che facciano pensare a un attentato terroristico, ma tutti gli elementi finora fanno propendere per un attacco di origine antisemita. Graff non ha nemici o problemi, è una persona tranquilla e riservata, come lo descrivono amici e conoscenti: l’unico motivo per cui è stato colpito potrebbe essere perché ebreo.
Il co-presidente della comunità ebraica milanese Milo Hasbaniparla ha parlato di “gesto isolato” escludendo che ci “sia una vicenda personale, non ci sono elementi che portano a questo”. Rimane il fatto che “si tratta dell’episodio più grave che si sia mai verificato a Milano”, ha aggiunto l’altro co-presidente Raffaele Besso. Per questo, la Prefettura ha intensificato la protezione intorno a obiettivi sensibili e nelle sedi della comunità ebraica.
Immediata è arrivata anche la condanna da parte del presidente dell’Istituto Culturale Islamico di viale Jenner, Abdel Hamid Shaari. “Come comunità chiunque viene aggredito ha la nostra solidarietà, se è ebreo ancora di più. La nostra è una condanna totale”, ha dichiarato.
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