Gli strumenti di prevenzione contro l’eccesso di velocità possono essere i più vari. Certamente l’intenzione è giusta e da sostenere, molto più delle multe. Infatti se lo scopo è migliorare la sicurezza della circolazione, allora è fondamentale indurre i conducenti a rallentare nei punti pericolosi; solo così si evitano gli incidenti. Invece la multa arriva dopo il comportamento pericoloso, soprattutto quando è automatica. Quindi la sicurezza non migliora; ancora peggio quando gli autovelox sono piazzati in modo subdolo, per non usare parole più pesanti e appropriate, quando lo scopo è esclusivamente, e sottolineiamo esclusivamente, incassare denaro.
Quindi ben vengano i dissuasori della velocità. Alcuni sistemi sono molto curiosi. Come quello ideato in Spagna, a Siviglia. In un tratto della superstrada (laggiù si chiama Autovia) A-49 che ricade in quella città, c’è un tratto molto pericoloso con una curva molto secca. Qui il limite di velocità è di 80 Km/h. Poiché pochi lo rispettano, le autorità locali hanno inventato un modo non repressivo che punta sulla psicologia. Ci sono telecamere che rilevano la velocità e riprendono la targa del trasgressore. Ma invece di usarle per la multa, è stato deciso di visualizzare sui pannelli luminosi in grande il numero di targa del trasgressore, invitandolo a rallentare.
Un termine gergale per questa tattica, reso indimenticabile da una vecchia canzone di Cochi e Renato, è: sputtanamento. In parole desuete, mettere all’indice o alla berlina. Tuttavia il dissuasore più efficace, ovunque, resta sempre la pattuglia della polizia ben visibile.