Ecco come si difendono i musei da attivisti e ambientalisti: le misure adottate

Negli ultimi mesi sono stati presi di mira numerosi musei da parte di attivisti e ambientalisti che, per attirare l’attenzione sulla loro causa, rischiano però di rovinare opere costose, ma soprattutto che fanno parte della nostra storia.

Attivisti van Gogh
Attivisti imbrattano il quadro di Van Gogh – Nanopress.it

Sono sempre più numerosi gli episodi di protesta che avvengono all’interno dei più importanti musei. Queste strutture custodiscono le opere che caratterizzano la storia culturale e artistica internazionale. La preoccupazione che possano essere danneggiate queste rappresentazioni artistiche ha portati i musei a organizzarsi per tutelare al massimo il patrimonio artistico che custodiscono.

Attivisti e ambiebtalisti attaccano i musei

Negli ultimi mesi abbiamo assistito a diversi attacchi nei musei, organizzati e messi a punto da attivisti e ambientalisti.

Nonostante i musei abbiano standard di sicurezza e protocolli che seguono alla lettera, di certo si sono trovati davanti a proteste inattese che hanno sollevato dubbi e timori.

Quello che viene messo in pericolo dagli autori di questi gesti è il patrimonio culturale di tutti e non esiste causa che possa giustificare danni ad opere che raccontano la storia. Fino ad ora sono stati presi di mira musei importanti come il Barberini di Postdam, Palazzo Bonaparte a Roma, il Prado di Madrid, National Gallery di Londra, solo per citarne alcuni.

Si tratta di gruppo differenti che lottano per cause nobili come il cambiamento climatico, l’inquinamento, ma che utilizzano metodi che possono arrecare danno e non è possibile perdere opere uniche al mondo per avere ascolto.

La modalità è sempre la stessa: entrano solitamente in due (ma è possibile anche da soli) e lanciano zuppe alimentari sulle opere o incollano le proprie mani alle cornici.

Anche se i quadri, fino ad ora, non sono stati fortunatamente danneggiati, le cornici invece si. I vetri protettivi hanno salvato le tele ma nonostante ciò il mondo dell’arte si sta muovendo per mettere in campo misure atte a tutelare le prestigiose opere che custodiscono.

Ecco quali misure sono state adottate

Innanzitutto va precisato che si stanno valutando diverse modalità di conservazione e di protezione delle opere a livello internazionale. Oltre alle misure che verranno attuate in ogni museo o esposizione d’arte, le singole strutture hanno deciso di apportare modifiche ai proprio standard di sicurezza.

Ortrud Westheider, direttrice del museo Barberini ha dichiarato: “Hanno dimostrato che gli elevati standard di sicurezza internazionale per la protezione delle opere d’arte in caso di attacchi degli attivisti non sono sufficienti e devono essere adattati”.

Proseguendo poi: “Vogliamo sfruttare l’incidente presso la nostra istituzione come un’opportunità per stabilire un dialogo produttivo con i partner museali internazionali e impostare insieme la rotta per preservare l’arte e i beni culturali per le generazioni future”.

Il Wall street Journal ha spiegato che diversi musei hanno assunto delle squadre di vigilanza privata, spesso formate da ex militari, che hanno il compito di istruire e addestrare i propri addetti alla sicurezza.

Anche in California istruire i propri agenti di sicurezza è fondamentale e viene assoldata per questo la Chameleon Associates. Si tratta di un gruppo di ex soldati israeliani che inviano squadre di uomini senza preavviso per simulare nei musei un attacco da parte degli attivisti.

La prevenzione sembra raccogliere i suoi frutti e al Musée d’Orsay è stato sventato dalla sicurezza un attacco imminente.

Altri musei hanno inasprito per ora i controlli agli ingressi dove si viene ora controllati minuziosamente. Molti i divieti introdotti riguardanti il trasporto all’interno dei musei.

La presidentessa di Arthemesia che ha organizzato la nostra a Roma su Van Gogh ha spiegato:Noi ci aspettavamo la protesta, dato che ad essere attaccate sono le opere d’arte con maggior visibilità mediatica e la nostra mostra era piuttosto in vista”.

Palazzo Bonaparte Roma attivisti Van Gogh
Roma, Palazzo Bonaparte attivisti imbrattano i Girasoli di Van Gogh – Nanopress.it

Siena ha poi proseguito:Prima di inaugurare la mostra abbiamo organizzato moltissime riunioni con le forze dell’ordine e i responsabili della sicurezza per mettere a punto un piano: noi di misure di sicurezza da attuare ne avevamo già, considerato il valore dei beni assicurati”.

La direttrice dei musei statali di Berlino ha dichiarato:I musei devono essere spazi aperti e sicuri. Per non trasformarli in aree di massima sicurezza come gli aeroporti, è importante che troviamo un equilibrio tra le misure di sicurezza che proteggano i nostri visitatori e le opere d’arte e il preservare i musei come luoghi di libertà”.

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