La Germania ha fornito un nuovo rapporto dove ha spiegato la questione del ritrovamento dello yacht dal quale, in base alle indagini condotte, è stato attuato l’attacco al gasdotto Nord Stream. La rivelazione del ritrovamento di un’imbarcazione che era sottoposta a controlli accurati da parte delle autorità tedesche era già emersa diversi giorni fa, quando è stato condiviso il rapporto statunitense che suggeriva la possibilità di un coinvolgimento di un gruppo filo ucraino nel sabotaggio.
Il Nord Stream ha subito l’attacco il 26 settembre 2022 e da allora si sono susseguite diverse versioni e le indagini sono state svolte da diverse autorità internazionali, ma nessuna di queste ha rivelato cosa sia accaduto esattamente ma soprattutto chi è stato l’autore. Ora sembra che emerga con certezza dalle autorità tedesche che la nave posta sotto indagine si è rivelata il luogo da dove è partita la squadra di sommozzatori che ha materialmente compiuto il sabotaggio.
Il nuovo rapporto tedesco sul sabotaggio al Nord Stream
Il nuovo rapporto tedesco sul sabotaggio del Nord Stream è stato effettuato lo scorso settembre e dalle notizie emerse con il nuovo rapporto condiviso dalle autorità tedesche, sembra che la nave analizzata dall’intelligence tra il 18 e il 20 gennaio possa essere quella utilizzata dalla squadra di sommozzatori, che ha poi effettuato nel concreto il sabotaggio del gasdotto, anche se dubbi e domande si sono insinuate tra gli esperti in materia.
Il rapporto tedesco rivela che l’attacco è stato attuato da una squadra di sommozzatori che hanno utilizzato uno yacht preso a noleggio della lunghezza di 15 metri chiamato Andromeda.
Le informazioni emerse e condivise inizialmente dal Der Spiegel, poi approfondite da altri media locali e internazionali, forniscono il tracciamento della rotta dell’imbarcazione Andromeda e le informazioni emerse indicano che il 6 settembre si trovava nei pressi del porto turistico di Rostock per poi raggiungere l’isola tedesca di Rugen, per dirigersi successivamente verso l’isola danese di Christianso, che si trova molto vicino al luogo del sabotaggio al Nord Stream.
Gli esperti hanno sollevato, però, alcune perplessità in merito al fatto che possa essere utilizzata realmente una nave di dimensioni così ridotte per trasportare centinaia di chili di esplosivo e tutta l’attrezzatura necessaria per respirare e restare agevolmente per un lungo periodo sott’acqua.
Questo argomento ha generato dubbi ma anche ipotesi sulla possibilità che possa essere stata coinvolta anche un’altra imbarcazione.
Emerge dal rapporto tedesco che uno dei sei membri dell’equipaggio dell’Andromeda stavo utilizzando un passaporto bulgaro, che si è rivelato falso. Nonostante ciò non è ancora stata stabilità l’identità degli attentatori e non è possibile attribuire la responsabilità attualmente a nessun governo.
Queste nuove informazioni emergono dopo il rapporto statunitense che ha condiviso il New York Times dove emergeva una realtà completamente differente ovvero che l’ attacco possa essere stato effettuato da un gruppo filo ucraino. Le autorità tedesche hanno però precisato di aver avuto modo di osservare operazioni chiamate False Flag ovvero attuate dagli stessi sabotatori per coprire le tracce e attribuire la colpa ad altre Nazioni. Indizi lasciati appositamente per depistare le indagini e allungarne il corso.
Le autorità ucraine hanno respinto qualsiasi accusa di coinvolgimento nell’attacco dei condotti del Nord Stream 1 e 2, i quali trasportano il gas dalla Russia alla Germania e Gazprom è la società statale russa che ne detiene più quote.
Al momento dell’esolosione, che ha danneggiato il condotto, il funzionamento del gasdotto era limitato dato il conflitto in atto tra Russia e Ucraina, ma le due linee del Nord Stream erano comunque piene di gas e hanno firmato al turbolenza che è poi stata visibile a tutto il mondo.
Da quanto riportato da Der Spiegel un gruppo di persone vestite da comuni marinai hanno assunto Il controllo dell’Andromeda e a rivelarlo è stato il comandante del porto di Rugen che ha riferito, anche, di aver notato borse della spesa piene di cibo e l’accento, a suo avviso, poteva essere ceco o polacco, ma ovviamente si tratta di un’impressione personale e non verificata.
L’Andromeda è un Bavaria C50, una barca a vela realizzata da un’azienda tedesca Bavaria Yacht ed è dotata di cinque cabine e di una capienza massima di 11 persone. È presente anche la classica piattaforma per potersi tuffare e notoriamente utilizzato per svago.
Nel luogo delle esplosioni la profondità del Mar Baltico arriva a circa 80 metri e ciò richiede abilità speciali, professionalità estrema e scorte d’aria importanti. Sono necessari equipaggiamenti dotati di due serbatoio differenti con miscele diverse e per questo è necessario un consistente equipaggiamento..
Le perplessità emerse sull’Andromeda
Sono emersi diversi dubbi in merito alla possibilità che l’Andromeda abbia potuto compiere senza aiuto l’attacco al gasdotto. Per compiere il sabotaggio l’imbarcazione avrebbe dovuto restare in posizione sopra alla zona dei condotti del Nord Stream almeno per tre ore consecutive, stando a quanto emerge dagli esperti.
Le conduttore del gasdotto sono posizionate a quattro km di distanza e ciò avrebbe presumibilmente quattro immersioni in quattro giorni.
Secondo diversi professionisti immersioni di tale portata necessitano di tempistiche prolungate e con profondità così importanti è necessario essere dotati di una camera di decompressione che non si allinea con l’idea dello yacht Andromeda date le dimensioni.
Sorgono soprattutto dubbi sul fatto che lo spazio dell’Andromeda sia stato sufficiente a trasportare il necessario ad attuare il sabotaggio.
Le autorità danesi e quelle svedesi hanno dichiarato che le esplosioni hanno mostrato una potenza equivalente a centinaia di chilogrammi di esplosivo, che stando a quanto affermato potrebbe aggirarsi anche sui 2000 kg.
Il capo del centro per la sicurezza e la difesa del Consiglio tedesco per le relazioni estere ha affermato: “Ci è stato presentato un pezzo di un puzzle. Tuttavia, non sappiamo quanto sia grande il puzzle. Sono 50 pezzi, 500 o 5.000 pezzi?”.
Ha poi continuato: “C’era una seconda barca e qualcuno ha trasportato l’esplosivo da qualche altra parte?. Quindi è per questo che penso che per il momento manchino dei pezzi del puzzle.”
Konstantin von Notz, presidente del comitato di supervisione dell’intelligence del Bundestag, ha spiegato alla stampa: “di essere il più cauta possibile con qualsiasi conclusione in questo momento”.
Inoltre ha precisato a Die Zeit che: “è molto probabile che abbia a che fare con un attore statale o quasi statale perché è molto impegnativo trasportare grandi quantità di esplosivi – si sta ora discutendo fino a due tonnellate – non rilevati nel posto giusto nel Baltico Mare, per trasportarli a una profondità rilevante al fine di innescare più esplosioni in modo controllato”.
Ha continuato dicendo che: “un atto di terrorismo sostenuto dallo stato rende più probabile che siano stati gettati indizi falsi o ingannevoli”.
Le autorità cercano di capire con cautela come si siano svolte le cose e soprattutto analizzano se le piste siano reali o pilotate per sviare le indagini e pertanto ora non viene escluso nulla ma si prosegue con la ricerca degli autori o dell’autore del sanitario al Nord Stream.