A disposizione ci sono 3 miliardi e mezzo, ossia il “tesoretto” che si è riuscito ad ottenere attraverso le nuove stime del PIL e dal deficit del Def.
Tra i vari argomenti che si affronteranno durante il Cdm del prossimo primo Maggio troveremo il nuovo reddito di cittadinanza il quale verrà suddiviso in tre: garanzia per l’inclusione, la prestazione di accompagnamento al lavoro e la garanzia per l’attivazione lavorativa.
Durante l’ultimo Consiglio dei Ministri, la presidente del consiglio Giorgia Meloni aveva già accennato della riunione che si terrà proprio il primo maggio. Sarà questa l’occasione perfetta per affrontare diversi argomenti tra cui anche il decreto lavoro il quale potrebbe rendere più ricche le buste paga dei dipendenti a basso reddito attraverso l’ennesimo taglio di cuneo fiscale.
L’idea di organizzare Consiglio dei Ministri proprio il primo maggio viene direttamente da Giorgia Meloni. Infatti, riunirsi in occasione della festa del lavoro può essere un gesto dal grande valore simbolico. Inoltre sarà quello il giorno in cui i sindacati saranno occupati sia a Potenza che nel tradizionale concertone che si terrà in Piazza San Giovanni a Roma.
A disposizione ci sono circa 3 miliardi e mezzo di euro ottenuti dalle nuove stime di Pil e dal deficit presente nel Def. Dopo aver ottenuto l’autorizzazione dal Parlamento, il governo avrà la possibilità di andare avanti con decreto legge a cui si aggiungerà un altro punto di riduzione dei contributi che, in base a ciò che aveva ricordato alcuni giorni fa il ministro del lavoro, Marina Calderone, “ci avvicina all’obiettivo di legislatura di un taglio di 5 punti”. Appartengono sempre al ministro del lavoro, due misure che attualmente si stanno studiando il cui scopo è quello di correggere il decreto dignità fatto dal primo governo Conte insieme alla revisione del reddito di cittadinanza, uno dei punti chiave della battaglia del centrodestra.
Infatti, a partire dal primo gennaio del prossimo anno, questo beneficio verrà sostituito dalla garanzia per l’inclusione, un assegno che verrà dato ai nuclei familiari al cui interno è presente un disabile oppure un minore, un soggetto che ha compiuto 60 anni di età oppure un soggetto che percepisce l’assegno di invalidità civile. Il nuovo reddito di cittadinanza avrà un valore che non supera i 6.000 euro l’anno e quindi 600 euro al mese e che può essere integrato con altri 3.360 euro all’anno per il contributo dell’affitto, 280 euro al mese. Questo verrà erogato per 18 mesi e, dopo 30 giorni di pausa, potrà essere rinnovato per altri 12 mesi.
Arriverà poi anche la prestazione di accompagnamento al lavoro per coloro che percepiscono l’attuale reddito di cittadinanza e che, durante questi sette mesi, hanno sottoscritto il patto di lavoro per essere inseriti in misure di politica attiva. Dal primo settembre i soggetti in questione potranno richiedere tale beneficio per un valore di 350 euro al mese. È lo stesso importo che verrà dato per la garanzia per l’attivazione lavorativa indirizzata a coloro che hanno tra i 18 e 59 anni e che vivono in condizioni di povertà assoluta in quanto hanno un ISEE che non va oltre i 6.000 euro.
Attraverso il decreto si andrà anche a trovare una soluzione per il buco normativo nato a seguito della manovra il quale aveva eliminato la presenza di reato per coloro che ottenevano indebitamente l’assegno. Per questi ultimi, tale comportamento potrà essere punito fino ad una reclusione di 6 anni. E’ in valutazione anche la tutela dell’Inail verso gli studenti impegnati all’interno del percorso scuola- lavoro mentre non mancano degli incentivi per coloro che assumono i Neet under 30 insieme al raddoppio della soglia delle riduzioni per i contributi dedicati a badanti e colf.
Sul tavolo del Cdm del primo maggio ci sarà anche il cuneo fiscale. Per quanto riguarda questo argomento, l’idea è quello di andare ad intervenire sulla falsariga di ciò che è stato fatto attraverso la manovra del 2023 andando ad incidere anche sulle buste paga del mese di maggio. In base ai calcoli di Banca Italia, si potrebbe arrivare ad una sforbiciata pari a 200 euro all’anno. In ogni caso la misura non è definitiva ma transitoria in quanto verrà applicata per tutti i mesi che mancano per arrivare al 2024. Intanto si arriverebbe ad un taglio di 4 punti per tutti i redditi inferiore a 25.000 euro.
Termina anche il tempo ultimo per il decreto dignità. I datori di lavoro saranno costretti a stipulare altri contratti a tempo determinato fino a 12 mesi, senza inserire il motivo del ricorso alla temporaneità. In seguito si passerà poi a 24 mesi, un momento in cui si dovranno indicare le causali. In poche parole ci sarà la possibilità di apporre la firma ai contratti a termine fino a 24 mesi tramite tali motivazioni: specifiche esigenze previste dai contratti collettivi; esigenze di sostituzione di altri lavoratori; specifiche esigenze di natura organizzativa, tecnica e produttiva individuale.
Durante il consiglio dei ministri del primo maggio si parlerà anche di una prima semplificazione del decreto trasparenza il quale andrà in vigore dal mese di agosto e che chiederà, ai datori di lavoro, una burocrazia maggiore inerente ad alcuni aspetti tra cui congedo per ferie, periodo di prova e importo iniziali di retribuzione. All’interno della bozza non manca una proroga per il 2025 del contratto di espansione che all’inizio era prevista come scadenza al 2023. Questo interesserà le imprese al cui interno è presente un organico più alto di 50 unità lavorative e darà loro la possibilità di programmare le uscite dei lavoratori più anziani utilizzando un arco di tempo molto più ampio.
Verranno riconosciuti anche degli incentivi del 60% della retribuzione mensile lorda per un periodo che non va oltre i 12 mesi per tutte quelle aziende che procedono all’assunzione degli under 30 Neet attraverso il programma “iniziativa di occupazione giovani”. Non mancheranno poi degli incentivi per coloro che assumono chi percepisce la Gil. Sul tavolo del Cdm è presente anche la maggiorazione dell’assegno unico per coloro che appartengono a nuclei in cui è presente un solo genitore che lavoro in quanto l’altro è deceduto.
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