Sembra proprio che a seguito dei dati riportati dal Pne, ovvero il Piano Nazionale esiti, il sistema sanitario italiano stia ripartendo lentamente. Come sappiamo a causa del Covid gli ospedali e i medici sono stati messi a dura prova. A seguito dei tagli inoltre le strutture sanitarie hanno risentito ancor di più nell’ultimo periodo di crisi. Con il covid che ha permesso l’immissione di nuovi medici, la situazione sta migliorando, così anche nei reparti.
Ovviamente la ripresa della sanità sarà lenta dopo il periodo di stress al quale sono state sottoposte le strutture e i medici. Si può quindi affermare che la sanità non ha ancora ripreso a lavorare come negli anni pre pandemia. Un dato che colpisce certamente è la diminuzione degli interventi chirurgici, ma anche soprattutto di quelli urgenti come ad esempio cardiologia.
A confermare tutto è il Pne, ovvero l’agenzia sanitaria delle Regioni che oggi ha presentato presso il Ministero della Salute i dati in merito all’attività del 2021. Il Pne si può identificare come uno strumento, decisamente utile per valutare il volume delle attività delle strutture sanitarie regionali. Tiene inoltre conto dei risultati inerenti il lavoro.
Rispetto al 2019 si registrano 1,2 milioni di ricoveri in meno e le urgenze cardiologiche sembrerebbero essere calate del 10%.Un dato rassicurante è quello registrato soprattutto nelle strutture del Sud, che sembrano migliorare a vista d’occhio.
Gli indicatori che sono stati analizzati per arrivare ad un risultato sono diversi. Questi insieme hanno permesso di creare un quadro più chiaro della situazione attuale della sanità italiana. Uno dei dati più interessanti emerge incrociando alcuni di questi dati ed è che le strutture al Sud stanno andando piuttosto bene. È evidente analizzando il tutto, che uno delle mancanze che bisogna colmare il prima possibile è il recupero dei ritardi dovuti proprio alla pandemia.
Nel 2021 stando ai dati registrati sono stati identificati circa mezzo milione di ricoveri in più rispetto all’anno precedente, ma 1,2 milioni in meno al 2019. Ciò significa che rispetto a 2 anni fa, si è registrato una diminuzione del 14%. Ovviamente nonostante alcuni dati positivi registrati bisogna recuperare molto a seguito del periodo drammatico che ha vissuto l’Italia con il Covid.
Si stima infatti che tra il 2020 e il 2021 ci sia stata una perdita complessiva di circa 27000 interventi stanca e 39000 interventi di protesi al ginocchio. Se per questi tipi di interventi c’è stato un crollo ci sono invece segnali positivi per il reparto di oncologia. Sembra infatti che i ricoveri che si erano ridotti nel 2020 siano ora tornati ai livelli del pre pandemia.
È stato possibile anche fare una sorta di ordine in merito agli ospedali italiani e ai volumi registrati con il maggior numero di operazioni di tumori alla mammella in Italia. Sono state Infatti identificate 10 strutture che hanno registrato i volumi più alti, dove troviamo l’istituto Europeo di Oncologia di Milano al primo posto.
Di certo c’è ancora tanta strada da fare, ma l’Italia sta provando a rialzarsi. I miglioramenti sono evidenti e perciò non c’è niente che possa fermare questa risalita.
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