Il giro d’affari dell’ecomafia cresce sempre di più: secondo i dati recentemente diffusi da Legambiente, nel 2014 il fatturato ha raggiunto i 22 miliardi di euro, 7 in più dell’anno precedente, mentre i reati accertati sono stati 29.293, all’incirca 80 al giorno, quasi 4 ogni ora. Dati allarmanti che hanno spinto recentemente il Parlamento ad approvare la tanto sospirata legge sul tema, ma la vera battaglia si gioca evidentemente sulla prevenzione, sulla capacità di scoprire ed intervenire in tempo prima che vengano commessi i reati, oltre che nella configurazione e nell’inasprimento delle pene.
Nel rapporto Ecomafia 2015 vengono segnalati tra le altre cose un aumento dei reati nel settore rifiuti, con un 23 per cento in più, e in quello della cementificazione, un più 4 per cento, e si sottolinea come nella maggior parte dei casi sia la corruzione la benzina che alimenta tali scempi del territorio. In testa a questo triste primato nella classifica regionale c’è la Puglia, il Lazio invece è prima nel Centro e la Liguria balza in testa al Settentrione, mentre nessun altra regione più della Lombardia vanta un tale numero di indagini per corruzione. Più della metà dei reati accertati si riscontra nelle ‘quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa: Puglia, Sicilia, Campania e Calabria‘, si legge ancora nel rapporto, con 12.732 denunce, 71 arresti e 5.127 sequestri. Il settore che crea maggiori profitti per le ecomafie è quello agroalimentare, con un fatturato di 4,3 miliardi per 7.985 illeciti, seguito dal racket degli animali che vanta, si fa per dire, 7.846 reati.
Fin qui i numeri, ma Legambiente ha voluto evidenziare l’importanza dell’approvazione della legge sugli ecoreati, per cui da quest’anno si potranno accertare gli effetti del pacchetto normativo, che si spera possano fare da argine e freno all’attivà delinquenziale: ‘Finalmente gli ecocriminali saranno costretti a pagare, la speranza è che questo 2015 sia uno spartiacque, l’anno in cui le ecomafie e l’ecocriminalità cominceranno ad essere contrastati con gli strumenti repressivi adeguati‘. Di recente anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto fa sentire la sua voce per deplorare chi inquina il territorio, proprio a commento dei dati diffusi: ‘Ricostruire un equilibrio tra territorio e società, tra sviluppo e cultura, tra ambiente e diritto della persona è anzitutto la grande impresa civica a cui ciascuno di noi è chiamato con responsabilità. Il rispetto dell’ambiente è essenziale per la coesione sociale e per la ripresa del Paese‘. Una ripresa che non potrà avvenire se non ristabilendo alla tutela del territorio l’importanza che merita.
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