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Ci sono voluti 50 anni, ma alla fine l’ecomostro di Alimuri è stato abbattuto: 12 secondi esatti e 60 chili di esplosivo, suddiviso in 1200 microcariche, per dire addio ad uno dei peggiori abusi edilizi perpetrati in Italia nella sua lunga storia di speculazioni a danno del territorio. Doveva essere un maxi albergo, mai completato, direttamente sulla costa che affaccia su uno dei panorami più belli del mondo, quello della penisola sorrentina. L’abbattimento è avvenuto 50 anni dopo il blocco dei lavori, e soprattutto una lunga battaglia giudiziaria, con l’ombra di ricorsi economici che ancora si allungano su questa vicenda. Ma oggi non è tempo di polemiche: nessuno vuole farsi rovinare la festa di un abbattimento atteso da decenni.
E festa è stata, per esponenti politici, ambientalisti, vip e i cittadini presenti all’abbattimento show: dal mare, a bordo di una nave veloce messa a disposizione dalla società Snav, la demolizione è stata seguita da circa 250 invitati, tra cui vip e giornalisti. Complice anche il vento caldo di scirocco e le temperature miti, qualcuna delle centinaia di persone comuni che si sono raccolte sulla spiaggia di Meta di Sorrento ne ha approfittato per tuffarsi in acqua. Sulla spiaggia presenti anche alcune scolaresche ed una quarantina di barche al largo. Tutti insomma attendevano spasmodicamente questo abbattimento, simbolo della violenza contro la Natura le cui conseguenze le stiamo scontando oggi, con frane ed alluvioni. Come le torri del Villaggio Coppola o le villette abusive di Eboli, solo per citare un paio tra i tanti simboli dell’abusivismo nel territorio campano, anche l’albergo fantasma di Alimuri era frutto della spericolata connivenza tra imprenditori del settore ed enti locali ben più che tolleranti, pronti a chiudere in passato entrambi gli occhi nei confronti delle aggressioni all’ambiente.
Sono le ore 14 e 02 quando una nuvola di polvere e fumo di enormi dimensioni spazza via quel sogno, ma sarebbe meglio dire incubo, di 150 camere su una spiaggia privata nel paradiso della costiera sorrentina: il mostro di cemento non c’è più, al suo posto una massa di detriti che dovranno essere rimossi nei prossimi mesi. Ma questo è un problema di domani, oggi si brinda ad un risultato storico per cui ci sono voluti decenni, con continui stop and go a colpi di carte bollate: i proprietari di quel mostro avevano ottenuto sette anni fa dalla Regione e dal ministro dell’Ambiente Rutelli un accordo per cui non si opponevano all’abbattimento, in cambio della possibilità di costruire un altro albergo con la medesima cubatura in altro luogo. Accordo che è stato annullato dall’attuale giunta del Comune di Vico, e la società proprietaria del ‘fu’ mostro ora annuncia ricorso per l’accordo non rispettato. Il problema abusivismo, e sopratutto le pressioni della lobby dell’edilizia sul Parlamento restano questioni urgenti e non spariranno certo di colpo come l’albergo fantasma di Alimuri: ma oggi l’Italia ci pare un po’ più bella, senza più quello sfregio compiuto ai danni di un territorio di bellezza senza eguali.