In Ecuador vorranno otto domande alle urne sull’estradizione degli abitanti legate alla criminalità organizzata o alla proliferazione dei partiti politici senza sostenere le firme.
Il governo in Ecuador ha bisogno di più strumenti per affrontare l’aumento dell’insicurezza e della violenza che si è insediato nel paese latinoamericano due anni fa. Il presidente Guillermo Lasso ha rimproverato in innumerevoli pronunciamenti di sentirsi limitato dall’ordinamento giuridico e ha chiesto una consultazione popolare che serva anche come esame del suo primo anno in carica.
Vuole che gli ecuadoriani si rechino alle urne per decidere se ampliare i poteri dell’esercito e del sistema di giustizia, nonché per frenare la proliferazione di partiti politici che non hanno un sostegno sufficiente nelle firme. Tra le otto domande presentate, solo tre riguardano il tema della sicurezza. La prima domanda per gli ecuadoriani è se la Costituzione debba essere modificata in modo che le Forze Armate possano agire insieme alla Polizia Nazionale.
L’avanzata della criminalità organizzata è la giustificazione per mobilitare i militari senza la necessità di dichiarare lo stato di eccezione, come è avvenuto finora. Lasso, infatti, ha firmato questo martedì un nuovo decreto per prorogare di altri 30 giorni l’eccezionale situazione che governa Guayaquil dall’attentato di metà agosto in una zona residenziale a basso reddito in cui cinque persone sono morte e altre venti sono rimaste ferite.
“Cosa pensi che quei criminali della droga che hanno commesso crimini in altri paesi possano essere processati al di fuori dell’Ecuador, in conformità con le leggi dei paesi che hanno colpito?” Lasso ha lanciato all’evento di presentazione. Con la stessa bandiera della lotta alla criminalità organizzata e transnazionale, il governo promuoverà una questione che apre la strada all’estradizione degli ecuadoriani.
Questa cifra richiede anche una modifica della Costituzione e sarebbe applicata, secondo la proposta di consultazione, solo per questo tipo di reato e “nel rispetto dei diritti e delle garanzie” dei soggetti coinvolti. La terza questione che Carondelet deve chiarire, secondo la formulazione delle domande, è l’indipendenza dei poteri. Propone la creazione di un Consiglio di bilancio incaricato di selezionare, valutare e, se del caso, sanzionare i funzionari del Pubblico Ministero al fine di garantire l’autonomia di questa funzione dello Stato.
L’immediata risposta della Procura è arrivata in un comunicato su Twitter in cui annuncia che presenterà osservazioni alla Corte Costituzionale, che è lo spazio in cui sarà analizzato il contenuto dei quesiti della consultazione popolare, per esprimere la propria contrarietà alla creazione “un altro” Consiglio che “ostacola il lavoro” di selezione dei pubblici ministeri. Annunciata come risposta ai “desideri” e come “una soluzione stabile ai problemi” degli ecuadoriani, la consultazione include una domanda per incentivare coloro che sostengono i servizi ambientali nel Paese.
Viene considerata come una proposta volta a indirizzare la risposta dei cittadini verso il sì, dato che l’iniziativa di democrazia diretta arriva in un momento di forte erosione politica del Governo. Senza il controllo della maggioranza dell’Assemblea, che ha interrotto fin dall’inizio i suoi principali progetti legislativi, il Governo propone agli elettori una riduzione del numero dei seggi. Dei 137 legislatori, propone di abbassare il numero a circa 100.
“Riducendo il numero di legislatori, aumenteremo anche il controllo, la sorveglianza e la richiesta su di loro”, ha affermato lunedì Lasso giustificando la domanda. Il presidente, leader di un’organizzazione politica personalista che ruota attorno a lui, è preoccupato anche per il proliferare di partiti che mancano di sufficiente appoggio nelle strade.
“Vogliamo chiedere loro cosa ne pensano del costringere le organizzazioni politiche a tenere un registro dei cittadini affiliati, che sarà debitamente verificato dal Consiglio elettorale nazionale”, ha spiegato sulla questione in cui i movimenti politici dovranno avere almeno un 1,5% delle liste elettorali come membri e che questi sono reali. “Questo certificherà che i partiti che partecipano alle elezioni hanno vere radici nella cittadinanza”, ha concluso Lasso, sottolineando che i funzionari pubblici devono essere un esempio.
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