Edema cerebrale: quali i sintomi e il trattamento? Il problema consiste in un’alterazione del sistema nervoso centrale, che è provocata dalla raccolta di liquido nel cervello. Si ha una pressione contro i vasi sanguigni della zona interessata, con conseguente blocco del flusso del sangue e dell’apporto di ossigeno. Il risultato è molto grave, perché consiste in un danneggiamento dell’area cerebrale colpita e, se non si interviene in tempo, nella morte.
I sintomi
I sintomi dell’edema cerebrale comportano necessariamente un’emergenza clinica. Si deve intervenire tempestivamente, per evitare che si possano riportare danni peggiori. Il quadro sintomatologico può essere variabile, anche perché dipende da diversi fattori, come le cause scatenanti, l’età del paziente e l’area del cervello interessata. I sintomi più comuni sono il mal di testa, la nausea, il vomito, le vertigini, il battito cardiaco che diventa irregolare, gli annebbiamenti della vista.
Inoltre chi è colpito da questo disturbo può presentare difficoltà nel parlare, senso di stordimento, mancanza di coordinazione nei movimenti, incapacità nel camminare e nello stare in equilibrio, dolore e rigidità al collo. Le cause che possono provocare tutte queste conseguenze sono: trauma cerebrale, ictus, ischemia cerebrale, infezioni, tumore al cervello, diabete e abuso di farmaci oppiacei.
Il trattamento
Il trattamento dell’edema cerebrale comporta una terapia d’emergenza, che consiste nella somministrazione di alcune sostanze, come, per esempio, il mannitolo o il glicerolo, in grado di richiamare acqua dal tessuto cerebrale, per ridurne il volume. Questo intervento, che prende il nome di osmoterapia, è un approccio terapeutico immediato, che ha l’obiettivo di ripristinare il flusso di sangue e l’apporto di ossigeno, per evitare danni permanenti. Tuttavia, per una risoluzione completa del problema, si devono curare le cause dell’edema al cervello. Esistono vari tipi di cure. Ad esempio, si possono usare dei farmaci, come i corticosteroidi o i diuretici. Utili sono anche gli anticoagulanti, se alla base del disturbo c’è un coagulo di sangue.
I medici possono ricorrere all’ossigenoterapia, per garantire una migliore ossigenazione dei tessuti cerebrali. Alcune volte è indispensabile ricorrere all’intervento chirurgico. Si può praticare una craniectomia decompressiva (rimozione di una parte di cranio, contro la quale spinge la zona cerebrale colpita da edema) oppure un altro tipo di operazione, che è rappresentata dalla riparazione o dalla rimozione di ciò che ha scatenato l’edema stesso. Un’altra tecnica terapeutica è quella dell’ipodermia indotta: la temperatura corporea viene abbassata a circa 32-33 °C, con lo scopo di rallentare la progressione del danno cerebrale.
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