In tutto lo Stato italiano, nel 2021 le costruzioni che hanno ottenuto l’autorizzazione sono l’86,9%. Il restante 13,1% è abusivo.
Una situazione che si distribuisce in tutta l’Italia in modo non omogeneo mostrando così delle differenze molto ampie tra nord e sud. La demolizione di tali edifici potrebbe costare allo Stato 4 miliardi di euro.
Edifici abusivi in Italia, i dati condivisi
Ormai nei telegiornali e nei siti di news non si parla d’altro che della frana avvenuta sull’isola di Ischia, a Casamicciola.
E questa è una terribile conseguenza che è stata provocata da un maltempo molto violento che ha provocato la morte di numerosi cittadini nonché la presenza di moltissimi danni.
Insomma, dal 1951 al 2020 i dati raccolti per quanto riguarda l’andamento delle vittime provocate dagli alluvioni, non sono per nulla positivi.
Si tratta di eventi che, oltre a causare la perdita di vite umane, hanno anche altre conseguenze gravi tra cui anche un notevole impatto sull’economia di quelle zone colpite dagli alluvioni.
Dopo la frana avvenuta ad Ischia, si è iniziato a parlare ancora una volta dell’abusivismo edilizio.
Infatti, soltanto nel 2021 sono l‘86,9% le costruzioni autorizzate mentre, il 13,1% è abusivo.
Una situazione che non è distribuita in modo omogeneo in tutta l’Italia in quanto, in base al rapporto BES del 2021, il 28,2% di tali costruzioni abusive si trova al sud mentre al centro la percentuale scende al 12,1% e al nord è di 4,1%.
Inoltre, sempre facendo riferimento al rapporto BES-2021, è molto vasta la differenza tra nord e sud in quel periodo di tempo che va dal 2004 al 2021.
In Friuli Venezia Giulia e in Trentino Alto Adige ci sono 3,2 costruzioni abusive ogni 100 mentre, in Campania, il rapporto aumenta al 48,8 ogni 100 costruzioni realizzate.
La situazione è ancora più grave se si pensa che dal 2004 al 2021, la nascita di edifici abusivi in Campania ha dei valori compresi tra i 40 e i 60 in cui non mancano dei picchi che si avvicinano ai 70.
Quanto costa abbattere gli edifici abusivi?
Ovviamente, quando si parla di abusivismo edilizio, non si può non fare riferimento anche all’abbattimento di tali strutture.
Infatti, a questo riguardo Legambiente ha realizzato un’inchiesta. i comuni che si sono offerti di collaborare sono 1.819 offrendo quindi una risposta mentre, 6.090 di loro, hanno scelto la strada del silenzio.
In base ai dati raccolti da Legambiente, in quel periodo di tempo che va dal 2004 al 2020, sono 57.250 le ordinanze di demolizione emesse anche se soltanto 18.838 sono state portate a termine rappresentando quindi una percentuale pari al 32,9%.
Tra le varie regioni, è il Veneto quella che ha eseguito più demolizioni con una percentuale del 66,8%, mentre in Puglia la percentuale è rimasta bloccata al 4%.
Invece, se si fa riferimento alle province, le ordinanze di demolizioni che sono state eseguite maggiormente sono quelle di: Pordenone con una percentuale del 94,8 %, Biella con il 92,3% e Rovigo con il 91,1%.
Sempre nello stesso periodo, nella provincia di Foggia sono state portate a termine soltanto il 2,3% delle ordinanze mentre a Siracusa la percentuale è dello 0,4%.
Situazione ben peggiore a Catanzaro in cui non è stata rispettata nessuna ordinanza.
Se si guardano invece tutti quegli immobili che devono essere demoliti, la ricerca svolta da Legambiente ha sottolineato che, sempre in quel periodo che va dal 2004 al 2020, soltanto il 3,8% sia stato espropriato da parte dei comuni mentre, il 96,2% è ancora abitato.
Ma qual è il costo che lo Stato deve affrontare per portare a termine tali demolizioni? In base al Decreto emesso il 20 settembre del 2022, sono 44 le demolizioni finanziate per una cifra pari a 4,8 milioni di euro.
In poche parole, si fa riferimento ad una cifra media di 109.000 la cui metà viene finanziato dai comuni.
Se si parla invece di demolizione di edifici abusivi, si fa riferimento a circa 40.000 strutture da eliminare per un costo di 100.000 euro ad abitazione.
E quindi, la spesa totale che si andrà ad affrontare è di 4 miliardi di euro.