Buoni risultati per l’efficienza energetica in Italia. Il nostro Paese, infatti, si colloca al secondo posto nel mondo e viene superata soltanto dalla Germania. Sono questi i risultati di un recente studio condotto dall’American Council for an Energy-Efficient Economy. L’indagine ha messo in luce le promettenti prospettive che la questione sta assumendo nel corso del tempo. Gli esperti sono riusciti a constatare come alcuni Stati che sull’argomento erano particolarmente in avanti, come, ad esempio, gli Stati Uniti, ultimamente non siano riusciti a mantenere il loro trend, lasciando spazio ad altre nazioni.
Fra queste ultime ci sono in particolare l’Italia e la Cina. Nel nostro Paese la situazione viene sottoposta a grande attenzione, soprattutto per quanto riguarda la ristrutturazione edilizia. Notevoli sono stati gli investimenti anche per favorire i progressi in questo campo e, anche da questo punto di vista, la Germania non si è fatta mancare nulla. Basti pensare che i tedeschi hanno investito in questo settore più di 34 miliardi di euro. Inoltre la Germania offre degli appositi sussidi, perché venga migliorata l’efficienza nei processi produttivi. Si è consapevoli dell’obiettivo da raggiungere, perché lo scopo è quello di arrivare al risparmio energetico, in modo che ne possa beneficiare anche il rispetto dell’ambiente. La Germania vorrebbe arrivare a ridurre il consumo energetico nazionale del 20% nel corso di questi ultimi anni, per poi aprirsi ad un progetto ancora più ampio: la riduzione del 50% nel 2050.
L’Italia, rispetto alla Germania, nella sua valutazione complessiva, ha ottenuto soltanto un punto in meno, mentre si è posizionata al primo posto per quanto riguarda l’efficienza energetica applicata al settore dei trasporti. Altre nazioni, il cui impegno appare evidente, sono la Francia e il Canada. In particolare quest’ultimo Paese ha messo a punto degli incentivi specifici volti al miglioramento delle condizioni che favoriscono l’efficienza. Quella del Canada, comunque, è una situazione da attenzionare, perché, anche se ha ottenuto dei miglioramenti, non brilla certamente per ciò che concerne il numero di miglia pro capite percorse per veicolo. Ma a subire maggiori danni in termini di valutazione sono gli Stati Uniti, che continuano a sprecare soldi e non si rendono conto di come sarebbe necessario poterli reinvestire, per mettere in atto un’economia di tipo globale.
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