Efsa ha lanciato un nuovo allarme per la salute dell’essere umano a causa della presenza di bisfenolo A nei cibi.
La molecola viene utilizzata per produrre contenitori per alimenti e bevande, già dagli anni 90 è sospettata di essere la causa di diversi effetti avversi sulla salute. La molecola infatti sarebbe in grado di passare dai contenitori ai cibi, venendo poi ingerita dall’essere umano.
L’Efsa, l’autorità europea per la sicurezza alimentare, ha recentemente realizzato un nuovo studio che interessa la molecola bisfenolo A.
Questa molecola è impegnata per la produzione di contenitori alimentari, sia per cibo che per bevande.
Secondo lo studio realizzato da Efsa rappresenta un rischio per la salute perché la bisfenolo A si trasferisce negli alimenti ed è in grado di portare effetti nocivi sul sistema immunitario.
Questo comporta inevitabilmente un rischio per la salute di tutti i cittadini e soprattutto per i consumatori europei indipendentemente dalla propria età.
Nel 2017 questa molecola è stata classificata dall’Unione Europea come candidata alla sostituzione.
Dal 2018 invece ne è stato vietato l’utilizzo per realizzare biberon e altri contenitori alimentari utilizzati per conservare alimenti e bevande per i bambini di età inferiore ai 3 anni.
Lo studio che è stato pubblicato in data odierna non è la prima analisi che l’Efsa esegue sulla molecola bisfenolo A.
Infatti l’autorità europea per la sicurezza alimentare è dal 2006 che tiene sotto controllo la molecola e la valuta periodicamente, le ultime analisi erano state eseguite nel 2015.
Lo studio che è stato pubblicato oggi va ad eliminare ogni incertezza che si era presentata nel 2015, infatti l’analisi del 2023 toglie ogni dubbio e chiarisce che effettivamente la molecola bisfenolo A può portare danni all’organismo umano.
Nell’analisi del 2015 si era indicato un quantitativo giornaliero tollerabile che era possibile ingerire all’essere umano ogni giorno senza avere rischi sulla sua salute.
Oggi quel quantitativo è cambiato e i dati odierni ci dicono che secondo Efsa con le nuove informazioni che ha in suo possesso, grazie ai più recenti studi, il massimo di dose giornaliera che l’organismo umano può tollerare senza riscontrare problematiche è di 0.2 nanogrammi che equivale a 2 miliardesimi di grammo.
Il livello precedente era di 4 microgrammi, ossia 4 milionesimi di grammo, che devono essere rapportati poi al peso corporeo e che doveva essere circa 20mila volte più bassa.
Il nuovo studio si basa sulle analisi ottenute con le nuove 800 pubblicazioni in materia, che l’Efsa ha esaminato. Grazie ad esse si è riscontrato che a causa di questa molecola c’è un aumento della percentuale dei linfociti di tipologia T helper.
A riportare questa notizia è Claude Lambré che è l’attuale presidente del gruppo di esperti dell’autorità europea per la sicurezza alimentare.
Questo cambiamento all’interno dell’organismo dell’essere umano può portare a diverse conseguenze tra questo all’insorgere di alcune malattie autoimmuni o può portare allo sviluppo di infiammazione allergica polmonare.
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