Arriva la candidatura ufficiale dell’Italia ad ospitare l’Einstein Telescope, il più potente rilevatore di onde gravitazionali mai realizzato
L’Italia si è candidata ufficialmente ad ospitare l’Einstein Telescope ossia il più potente cacciatore di onde gravitazionali mai costruito.
A presentare oggi a Roma la candidatura del sito sardo di Sos Enattos (un’ex miniera metallifera) è stato il Governo italiano con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni unitamente al vicepremier nonché ministro degli Affari Esteri Antonio Tajani.
Insieme a loro erano presenti il ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, quello del Lavoro e delle Politiche Sociali Marina Elvira Calderone, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, il Premio Nobel per la fisica del 2021 Giorgio Parisi nonché il Presidente della Sardegna, Christian Solinas.
Il coordinatore scientifico del progetto spetta all’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare congiuntamente agli enti di Ricerca e le Università di tutta la penisola.
L’area della ex miniera è stata selezionata come spazio ottimale per ospitare il rilevatore di onde gravitazionali grazie alla bassa sismicità, dovuta al fatto che la Sardegna non è collegata alle zone tettoniche maggiormente attive in Italia e quindi non coinvolta in fenomeni sismici o di alterazione della crosta terrestre.
Secondo le previsioni, l’infrastruttura potrebbe essere realizzata in un arco temporale compreso tra i 6 e i 9 anni per un costo complessivo di 1,9 miliardi di euro (di cui 5 riservati per il progetto, 171 alla preparazione, 1,7 miliardi alla realizzazione e 37 milioni annui per l’attività).
L’Einstein Telescope si prepara dunque a diventare quello che il CERN (Conseil européen pour la recherche nucléaire) è per la fisica delle particelle, con il coinvolgimento di 1.400 persone appartenenti a ben 23 diverse nazionalità e 221 istituti di ricerca.
Quanto alle ricadute economiche, uno studio condotto dall’Università di Sassari prevede che ogni euro investito per l’Einstein Telescope sarà capace di produrre 3,2 euro e generare un incremento del Pil di 1,6 euro.
In occasione della presentazione la Premier Giorgia Meloni ha dichiarato: “Volevo offrire con la mia presenza l’attenzione, la volontà, la dedizione che il governo italiano intende mettere sulla candidatura dell’Italia a ospitare l’Einstein telescope, volevo che questa volontà fosse chiara“. Ha proseguito sottolineando come “il simbolo di questa candidatura è il simbolo di un’Italia che vuole guardare verso l’alto, vuole dire noi siamo capaci di grandi imprese, perché lo abbiamo già fatto molte volte…l’Italia è sempre stata capace di pensare in grade…poi a volte è mancata la consapevolezza e la volontà“.
“L’Italia è competitiva per qualità della ricerca e competenze tecnico scientifiche per essere protagonisti non sarà facile la concorrenza è agguerrita, ma “dobbiamo essere ottimisti, l’ottimismo porta alla vittoria“, così invece Antonio Tajani.
Anche il Premio Nobel per la fisica 2021 ha commentato l’ambizioso progetto sottolineandone le potenzialità: “Mi aspetto delle sorprese…uno strumento simile permette di andare molto indietro nel tempo e, potendo esplorare l’epoca vicina al Big Bang, è possibile che ci siano tante sorprese, difficili da prevedere”.
Ha concluso: “è uno strumento che ci darà informazioni fondamentali per la nostra conoscenza fisica e astrofisica dell’universo, ci permetterà di capire come si è sviluppato il mondo che noi conosciamo: osserveremo le onde gravitazionali prodotte miliardi di anni fa. Come gettando un sasso nello stagno vediamo le onde concentriche che allontanano nell’acqua, così dopo una collisione cosmica possiamo osservare le onde gravitazionali che si propagano nel vuoto, se usiamo gli strumenti adeguati“.
L’Italia dovrà competere con un consorzio di ricerca composto da Belgio, Olanda e Germania che ha individuato la sede (potenziale) dell’Einstein Telescope nella regione attraversata dai fiumi Mosa e Reno, non lontano da Eupen.
Michele Punturo, ricercatore nella sezione di Perugia dell’INFN (Istituto Nazionale Fisica Nucleare) nonché coordinatore scientifico di Etic (Einstein Telescope Infrastructure Consortium) ossia il consorzio scientifico che si interesserà, tra le altre cose, delle caratteristiche dei siti che si sono candidati ad accogliere l’infrastruttura ha affermato: “Nel sito del Nord Europa non c’è lo stesso silenzio sismico e antropico come nel cuore della Sardegna e noi siamo forti dal punto di vista scientifico. Serve, però, la collaborazione della società civile e del livello politico”.
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