Einstein Telescope, un progetto ambizioso, al quale l’Italia vuole prendere parte. Uno strumento che rappresenta il più grande rilevatore al mondo di onde gravitazionali.
L’Einstein Telescope rappresenta il più grande rilevatore di onde gravitazionali al mondo, in grado di poterci far conoscere qualcosa in più sulla tanto studiata materia oscura. Un progetto a cui l’Italia vuole partecipare e, secondo quanto si apprende, potrebbe partire dalla Sardegna. Ecco in cosa consiste il progetto.
L’Italia intende prendere parte al progetto legato all’Einstein Telescope, che fungerà da più grande rilevatore di onde gravitazionali al mondo. Uno strumento che permetterà alla comunità scientifica di studiare, in maniera più approfondita, l’affascinante materia oscura.
In tal senso, sono già partite le attività dell’Einstein Telescope Infrastructure Consortium, progetto che vede la collaborazione di vari enti di ricerca e università, che sostengono la candidatura italiana al fine di ospitare ET, con molta probabilità in Sardegna.
Stanziati 50 milioni di euro dal PNRR, tale progetto punta a dare maggiore importanza agli studi scientifici e questo del telescopio Einstein rappresenta, certamente, uno dei più ambiziosi dell’European Strategy Forum on Research Infrastructure, proposto dall’Istituto nazionale di fisica nucleare.
Nei prossimi trenta mesi che seguiranno, sarà preparato e delineato lo studio di fattibilità del sito italiano che ospiterà l’Einstein Telescope.
L’Einstein Telescope rileverà le onde gravitazionali, avvalendosi di una potente tecnologia che supera, di ben dieci volte, quella utilizzata per i modelli precedenti. In tal senso, sarà in grado di poter far scoprire agli scienziati qualche dettaglio ulteriore sulla materia oscura, ma anche sulla meccanica quantistica e la relatività.
Nello specifico, si tratta di un interferometro che può misurare la discrepanza temporale nel tragitto effettuato da due onde di luce. Inoltre, rispetto ai modelli precedenti, l’ET sarà diverso anche per quel che concerne la struttura.
Non avrà la forma a L che ha caratterizzato i modelli che giò conosciamo, ma farà leva su una forma triangolare, con due interferometri posti su ogni vertice, in modo da individuare, con maggiore precisione, la sorgente per poi procedere alla scomposizione delle polarizzazioni.
Il progetto, dunque, dovrebbe prendere vita nella miniera di SOS Enattos a Nuoro, dove ci sono pochi abitanti e dove potranno essere costruiti dei laboratori di ricerca nei quali si potranno sviluppare una serie di nuove tecnologie utili per l’osservatorio gravitazionale che sarà costruito tra qualche tempo.
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