Elettroencefalogramma: a che serve e come si fa? Si tratta della registrazione dell’attività elettrica del cervello. Si esegue applicando sulla testa vari elettrodi, che sono collegati ad uno strumento chiamato elettroencefalografo. La procedura non è complicata dal punto di vista pratico e non richiede nemmeno una preparazione particolare. In genere dura un’ora e viene eseguita quando si sospetta che il paziente soffra di una malattia neurologica, che potrebbe essere responsabile dell’alterazione dei segnali elettrici all’interno del cervello. La registrazione dei segnali elettrici viene riprodotta a livello grafico da un tracciato, che si compone di due tratti chiamati onde.
A che serve
L’elettroencefalogramma serve a registrare eventuali anomalie che riguardano l’attività elettrica dell’encefalo e che potrebbero essere collegate ad alcune malattie ben precise. Queste ultime possono essere di carattere differente, a seconda dei casi. Si va dal tumore al cervello agli attacchi epilettici. L’epilessia è il segnale di un’iperattività dei neuroni, che può portare l’individuo alla perdita di conoscenza, a degli spasmi e a delle alterazioni sensitive e motorie.
L’elettroencefalogramma può essere utilizzato in caso di trauma alla testa, di encefalite o di encefalopatie oppure per diagnosticare eventuali disturbi del sonno. Inoltre viene utilizzato per monitorare i pazienti colpiti dall’ictus o quelli affetti da demenza, quando quest’ultima si manifesta anche con problemi di memoria e di linguaggio.
Come si fa
La procedura dell’elettroencefalogramma dura circa un’ora. Un tecnico si occupa di misurare le dimensioni della testa e di segnare i punti specifici, sui quali vanno applicati gli elettrodi. Viene spalmata sul capo una crema granulosa. Il paziente poi viene messo in comunicazione con lo strumento di registrazione mediante l’applicazione di elettrodi e il collegamento di questi all’elettroencefalografo. Di solito si utilizzano anche più di 20 elettrodi.
Il paziente si può trovare disteso o seduto e viene iniziata la registrazione. In genere l’individuo dovrebbe essere rilassato e poi può essere invitato ad eseguire alcune semplici operazioni, come chiudere gli occhi, effettuare dei calcoli, leggere qualcosa, guardare una foto o respirare profondamente. Al termine della registrazione, viene spento lo strumento e vengono staccati gli elettrodi dalla testa. Il paziente può fare subito ritorno a casa. Dopo qualche giorno vengono ritirati i risultati, la cui interpretazione spetta ad un medico specializzato in neurofisiologia, settore della medicina che si occupa di analizzare il funzionamento di tutto il sistema nervoso.