Sempre più nel vivo la campagna elettorale per le elezioni politiche del prossimo 25 settembre. A scuotere il dibattito politico, oggi, ci hanno pensato medici e Gimbe “accusando” i partiti di tenere la sanità sempre più ai margini del dibattito e di non aver illustrato nessun piano per il rilancio del sistema sanitario nazionale.
Del resto, dopo la fase più acuta della pandemia, con le sirene delle ambulanze che erano all’ordine del giorno e con il personale spesso stremato. Coni reparti di terapia intensiva pieni oltre ogni limite e, troppo spesso, non in grado di accogliere tutti i pazienti.
Sembrava che la questione sanitaria avesse conquistato un degno posto nel dibattito politico italiano. Tutti sembravano riconoscere l’importanza di un sistema nazionale efficiente in grado di dare risposte immediate ed anche eccezionali.
E’ chiaro, nella fase in cui i partiti stanno dettando le proprie agende per il futuro, accendendo i riflettori su quelle che saranno le proprie priorità per il governo della nazione, sia i medici che il Gimbe si sarebbero aspettati qualche parola in più.
Il Gimbe è la Fondazione senza fini di lucro che ha lo scopo di favorire la diffusione e l’applicazione di evidenze scientifiche. Tra le loro prerogative ci sono la ricerca indipendente, formazione e informazione scientifica.
Nino Cartabellotta, il suo Presidente, esterna, proprio, quelle che sono le delusioni rispetto una politica che ha rilegato la sanità sempre più ai margini. E non solo della sua agenda ma anche del dibattito quotidiano.
Naturalmente il giudizio della fondazione e dei medici arriva dopo una approfondita analisi dei programmi elettorali dei partiti impegnati nella campagna elettorale per le elezioni 2022. Insufficiente è la parola che viene utilizzata per definire quanto i partiti abbiano prodotto in materia di sanità nei loro proclami elettorali.
Cartabellotta, commentando le misure presenti nei programmi elettorali dei partiti, laddove siano presenti, le definisce frammentate e senza una visione vera. Su come poter rilanciare il sistema sanitario nazionale anche e, soprattutto, alla luce degli investimenti e delle riforme presenti nel Pnrr nessun programma elettorale si pronuncia in modo chiaro.
Con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, infatti, secondo il Gimbe, si potrebbe contrastare la privatizzazione. Si garantirebbe, così, a tutti i cittadini il diritto alla salute così come sancito dalla nostra costituzione.
Sul piede di guerra anche i sindacati dei medici dello stesso avviso del Gimbe. Per loro la sanità pubblica dovrebbe essere: “equa, solidale e universalistica” e, soprattutto, si dovrebbe entrare nell’ottica di pensiero per cui la sanità pubblica non consuma ricchezza ma la produce.
Staremo a vedere se nelle prossime ore i partiti sapranno rispondere e se, dopo tutto ciò che di brutto abbiamo visto durante la pandemia di covid, saranno prese in considerazioni i timori degli addetti ai lavori.
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