È scontro sulla questione energetica in Italia tra i politici del Bel Paese, tutti impegnati nella campagna elettorale in vista delle prossime elezioni politiche del 25 settembre. Il nuovo record del prezzo del gas fa discutere.
Manca un mese alle elezioni politiche di questo 2022, dove i cittadini italiani saranno chiamati a votare per l’istituzione del nuovo governo.
Ma tra i numerosi temi discussi, in questi giorni fa scaldare gli animi la questione energetica, che smuove la campagna elettorale facendo scontrare alcuni dei candidati coinvolti. Ecco cosa sta succedendo e quali sono gli aggiornamenti sulla campagna elettorale.
In questi giorni, le quotazioni del gas sono svettate sopra i 320 euro, una cifra esorbitante che sta facendo discutere non poco tutti i leader politici del nostro Paese.
In piena campagna elettorale, in attesa delle elezioni del 25 settembre, molti candidati si sono esposti in merito a questo problema enorme per l’Italia, scontrandosi anche tra loro (come spesso capita).
L’emergenza del caro bollette resta al centro di questa propaganda, con diverse opinioni che si susseguono in queste ore.
Giuseppe Conte, del Movimento 5 Stelle, afferma che il suo partito aveva previsto questa situazione già mesi fa, ma nessuno ha voluto ascoltarli. Matteo Salvini, di contro, risponde che le parole di Conte sono dettate solo dal fatto di essere consapevole della sconfitta del 25 settembre.
Calenda, invece, propone di fermare la campagna elettorale, un’idea drastica per difendere i veri problemi del Paese in questo momento, dedicandosi alle misure da produrre per fermare l’aumento delle bollette.
Enrico Letta, poi, propone subito un dl per raddoppiare il credito di imposta delle aziende. Insomma, come sempre accade in queste questioni politiche, ognuno ha da dire la sua ma quale sarà la soluzione che farà fronte a questo enorme problema?
Il problema del caro energia si fa sempre più serio, le bollette aumentano a dismisura e mettono a rischio diverse realtà.
Da qui a primi mesi del 2023 moltissime imprese italiane saranno a rischio chiusura, a causa dei consumi elevatissimi che le metteranno in difficoltà.
Si parla di un settore, il terziario, in cui oltre 120mila imprese rischiano davvero, con oltre 370 mila posti di lavoro che potrebbero saltare da un giorno all’altro.
Queste sono le stime di Confcommercio-Imprese per l’Italia, che sono estrapolate dagli studi sull’aumento del prezzo dell’energia, con un’inflazione prossima all’8%.
Una situazione estremamente critica, che sta portando il nostro Paese in un vero e proprio stato d’emergenza che dovrà essere tamponato prima della disfatta.
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