Affluenza in linea con le aspettative, calo notevole al Sud Italia e code all’Anagrafe per ritirare la tessera. I dati in diretta dai seggi.
In linea con le elezioni del 2018 il dato ufficiale, arrivato alla mattinata di oggi alle 12, sull’affluenza alle urne. Al momento la percentuale è del 19,2%, simile a quella del 4 marzo 2018 quando si votò in una sola giornata, ossia 19,4 %. Lunghe file a Cagliari per ritirare la tessera elettorale, in Sicilia si vota per le Regionali: affluenza al 12,54%.
Il primo dato riguardante l’affluenza è stato registrato alle 12 di questa mattina. Un dato risultato in linea con quelli delle precedenti elezioni Politiche. Da questa mattina alle 7 gli italiani si sono recati ai seggi avendo a disposizione solamente un giorno per votare, proprio come nel 2018, quando le percentuali erano state praticamente identiche a oggi.
Quattro anni fa la percentuale, alle 12 del mattino, era stata del 19,4%, solamente di 0,2 punti maggiore rispetto a quella di oggi (19,2%). Ma sono ancora le Regioni del Nord Italia e del Centro Italia quelle con più affluenza, secondo quanto riportato da YouTrend.
Secondo Quorum al Centro e al Nord ci sono stati aumenti rispetto alle ultime Elezioni, con un +1,3% in Lombardia – addirittura +2,8% a Milano – e cali al Sud notevoli. E’ il caso del Molise, -4,9%, della Campania e della Sardegna, -4,5% e -3%. In Sicilia non si registrano cali di affluenza, anche se i dati potrebbero essere in qualche modo offuscati dalla votazione – che si tiene oggi in contemporanea – per le Regionali.
Proprio in Sicilia alle 12 di questa mattina, l’affluenza era di 12,54%, mentre per le regionali si è riscontrato un aumento di 1,5%. Nel 2017 infatti la percentuale era stata dell’11,3%. Alle elezioni regionali del 2017 erano stati 579.085 i siciliani a votare, ossia l’11,03%. Si è votato di meno in provincia di Agrigento, appena il 9,4%, mentre la provincia di Messina è quella dove si è votato di più, con una percentuale di 14,5%.
Si vota dunque fino alle 23, mentre quasi tutti i leader politici si sono mostrati ai rispettivi seggi, pare che Giorgia Meloni si presenterà alle urne proprio sulla tarda serata. Ma quando i seggi chiuderanno, e inizieranno i primi exit poll, non si avrà subito il nome del Primo Ministro della nuova Legislatura.
Sì, perché per sapere il nome del nuovo inquilino di Palazzo Chigi potrebbero volerci settimane di trattative, successive al voto. Le nomine e il giuramento del presidente avverranno in seguito.
Intanto Senato e Camera dei deputati si riuniranno il prossimo 13 ottobre, con la proclamazione dei deputati e l’elezione dei presidenti su scrutinio segreto.
Sarà il membro più anziano, ossia Giorgio Napolitano, a guidare la prima seduta. Prima della riunione, a Montecitorio i nuovi eletti si insedieranno tra foto di rito e adempimenti del caso. Si ricorda che le due Camere avranno quasi il 30% in meno dei parlamentari. I deputati passano da 630 a 400, i senatori da 315 a 200, più cinque di essi a vita.
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