Quasi 9 milioni di elettori chiamati alle urne per le elezioni amministrative in circa mille comuni italiani fra quelli di regione e quelli di provincia.
Si vota domenica 12 giugno dalle ore 7 alle ore 23 per 5 quesiti volti a rinnovare le amministrazioni comunali.
Da giorni ci si prepara alle elezioni amministrative e alle urne oggi sono chiamati circa 9 milioni di italiani per rispondere a 5 quesiti con lo scopo di rinnovare le amministrazioni di mille comuni.
Tra i capoluoghi in cui si vota abbiamo quelli di regione come Genova, Palermo, Catanzaro e l’Aquila ma anche 22 capoluoghi di provincia.
Si vota non solo per decidere sulle amministrazioni ma anche sui referendum in tema di giustizia, per la precisione 5 quesiti, promossi dalla Lega e ammessi dalla Corte Costituzionale.
Le modalità di accesso alle elezioni amministrative sono sempre gli stessi, c’è bisogno dunque di un documento di riconoscimento e della tessera elettorale, ma soprattutto, perché i referendum di giustizia siano validi, il 50% più 1 di coloro che hanno diritto al voto, dovrà recarsi alle urne.
Tra le regioni interessate dalle votazioni di oggi, le più interessate sono: la Sicilia, la Lombardia e il Veneto.
Per scegliere sindaci e consiglieri comunali nuovi, si vota in 971 comuni e di questi, 4 sono capoluoghi di Regione e 22 di Provincia.
Nei comuni dove nessun candidato sindaco riuscirà a superare la soglia del 50% più 1, il ballottaggio avverrà il 26 giugno.
Novità introdotta a causa della situazione sanitaria, la possibilità di voto anche per coloro che sono positivi al Covid e per tale ragione sono in quarantena, ma anche per i ricoverati in ospedale.
A preoccupare come sempre in previsioni di elezioni amministrative e non, sono coloro che si astengono, nonostante i tanti appelli degli ultimi giorni a recarsi alle urne poiché è un diritto e dovere civico.
Fra le città di maggior spicco che si apprestano ad affrontare le votazioni abbiamo Genova, dove il sindaco uscente Marco Bucci ‘sfiderà’ Ariel dello Strologo appoggiato da Pd e Movimento 5 stelle, Carlo Carpi, l’ex 5 stelle Mattia Crucioli, Antonella Marras di Rifondazione Comunista, Martino Manzano, Cinzia Ronzitti del Partito comunista dei lavoratori.
Palermo vede una sfida a sei candidati per la successione del sindaco uscente Leoluca Orlando, che termina il secondo mandato. I nomi sono: Franco Miceli sostenuto da diverse liste, Roberto Lagalla del centrodestra, Fabrizio Ferrandelli, Rita Barbera, Ciro Lomonte e Francesca Donato.
Altra grande città sicula al voto è Messina con Federico Basile, il sindaco uscente Cateno de Luca, Maurizio Croce, Franco de Domenico per il centrosinistra.
Anche a Catanzaro abbiamo 6 candidati per la successione a Sergio Abramo: Valerio Donato con ben 10 liste a supporto, Antonello Talerico appoggiato dai centristi, Nicola Fiorita, il vicepresidente nazionale di Codacons Francesco di Lieto, il consulente marketing Nino Campo.
A l’Aquila ci sono 4 candidati fra cui il sindaco uscente Pierluigi Biondi che cerca il secondo mandato. A sfidarlo abbiamo la candidata di centrosinistra Stefania Pezzopane, Americo di Benedetto, Simona Volpe che si presenta da indipendente.
Il 12 giugno la cittadinanza sarà chiamata al voto per le elezioni amministrative e fra i quesiti abbiamo quello sulle misure cautelari, dove gli italiani decideranno se è giusto disporre il carcere preventivo per gravi indizi di colpevolezza, come avviene attualmente. Il quesito ha lo scopo di ridurre il rischio che le persone vengano detenute per poi risultare innocenti al termine del processo.
Il secondo quesito riguarda l’incandidabilità di soggetti con condanne gravi, che attualmente non possono ricoprire cariche di governo né partecipare alle elezioni per il Parlamento. Se vincerà il sì, a giudicare questi soggetti sarà esclusivamente il giudice e non, in caso di carica già avviata e successiva condanna, il partito i appartenenza.
I consigli giudiziari esprimono pareri su diverse questioni, fra le altre cose valutano la professionalità dei magistrati. Se vincerà il sì a questo terzo quesito durante le elezioni amministrative, anche avvocati e professori potranno prendere parte a questi consigli, infatti finora erano esclusi.
Nel quarto quesito si parla delle cosiddette correnti del Consiglio superiore della magistratura e se vincerà il sì, i magistrati che si candidano al Csm non avranno più bisogno di un numero stabilito di firme a proprio favore ma avranno la possibilità di esaltare le proprie qualità professionali.
Infine si chiederà agli italiani di esprimersi in merito alla separazione delle funzioni, ossia, se vincerà il sì, il magistrato dovrà scegliere all’inizio della carriera il ruolo che vuole ricoprire e non avrà la possibilità, come ora, di cambiarlo nel corso della stessa.
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