Matteo Renzi si è dimesso ufficialmente e la crisi di governo è aperta.. Dopo aver congelato le dimissioni e aver partecipato alla direzione PD, il premier ha dato le dimissioni al Capo dello Stato Sergio Mattarella. Nell’annunciare le dimissioni, il segretario generale della Presidenza, Ugo Zampetti, ha chiarito che le consultazioni inizieranno l’8 dicembre dalle ore 18 e si concluderanno sabato 10 dicembre.
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“Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto questa sera al palazzo del Quirinale il presidente del Consiglio dei ministri, dottor Matteo Renzi, il quale, essendosi concluso l’iter parlamentare di esame e di approvazione della legge di bilancio, ha rassegnato le dimissioni del Governo da lui presieduto. Il presidente della Repubblica si è riservato di decidere e ha invitato il Governo a rimanere in carica per il disbrigo degli affari correnti”, si legge nella nota.
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COS’E’ UN GOVERNO DI SCOPO E QUALI OBIETTIVI HA
Ora tutto è nelle mani di Mattarella che dovrà decidere, con il consueto giro di consultazioni, se sciogliere le Camere e quindi portare gli italiani a elezioni anticipate, oppure se scegliere un nome che traghetti l’esecutivo con un governo di scopo per l’approvazione della legge elettorale, che il governo Renzi non è riuscita a portare a termine nei suoi 1017 giorni di vita. Dopo il colloquio informale con il premier Matteo Renzi, che gli ha palesato la volontà inderogabile di rassegnare le dimissioni, seppur dopo aver ricevuto l’ok in Parlamento alla manovra finanziaria, il capo dello Stato si trova ora davanti a un dilemma.
Sergio Mattarella aprirà le consultazioni alle ore 18 dell’8 dicembre e riceverà le prime cariche dello Stato, a iniziare dal Presidente del Senato, Pietro Grasso, e la Presidente della Camera, Laura Boldrini. Alle 19 sarà la volta del Presidente Emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano. Nei due giorni successivi verranno sentiti tutti i partiti che compongono l’arco parlamentare.
“Legge di bilancio approvata. Alle 19 le dimissioni formali. Grazie a tutti e viva l’Italia”, aveva già scritto Renzi, lanciando il link delle slide della manovra approvata nel primissimo pomeriggio dal Senato e da ora legge ufficiale.
Il presidente della Repubblica, dopo la consultazione referendaria e la vittoria del NO aveva chiarito che l’Italia deve andare avanti, con o senza Renzi: “vi sono di fronte a noi impegni e scadenze di cui le istituzioni dovranno assicurare in ogni caso il rispetto, garantendo risposte all’altezza dei problemi del momento”.”L’Italia è un grande Paese con tante energie positive al suo interno. Anche per questo occorre che il clima politico, pur nella necessaria dialettica, sia improntato a serenità e rispetto reciproco”, aveva riassunto Sergio Mattarella.
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COSA HA FATTO IL GOVERNO RENZI IN MILLE GIORNI
Ma il presidente della repubblica Mattarella ora ha davanti a sé due opzioni e fra queste deve fare una scelta: o cercare un nome che regga un governo del presidente, magari un governo di scopo (il Pd resta comunque la forza di maggioranza relativa in Parlamento) e non proprio un governo tecnico puro, oppure sciogliere le Camere e indire le elezioni anticipate.
Per il governo di scopo, i nomi che finora si sentono fra i rumors di Palazzo Chigi sono il ministro dell’Economia Padoan, giudicato in Europa garanzia di continuità, il Presidente del Senato Grasso, che giocherebbe un ruolo fondamentale per portare a casa la legge elettorale, Graziano Delrio, ideale prosecutore del lavoro di Renzi. Mentre i dem pare abbiano nominato Romano Prodi (che ha già gentilmente declinato l'”invito”) e gira la voce di una possibile candidatura di Giuliano Amato, apprezzato dal centrodestra.
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Tutto sarà più chiaro al termine delle consultazioni al Quirinale, ma appare difficile che le varie forze in campo perdano l’occasione di andare immediatamente alle urne, anche se la maggioranza pare non sia favorevole, anche con l’Italicum, la legge elettorale attuale. Così come hanno già annunciato a viva voce Matteo Salvini della Lega, Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia e il Movimento Cinque Stelle, con Di Maio e Di Battista.
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