Elezioni Austria: chi è Alexander Van der Bellen, indipendente sostenuto dai Verdi

Elezioni Austria Van der Bellen presenta la campagna elettorale a Vienna

Chi è Alexander Van der Bellen? Classe 1944, nato in una famiglia nobile scappata dalla Russia dopo la rivoluzione d’Ottobre, è un’economista ed europeista convinto, oltre ad essere stato anche militante socialista. Il 72enne ecologista, ex leader dei Verdi per undici annim tra il 1997 e il 2008, si è presentato alle elezioni 2016 come ‘candidato indipendente’. Scopriamo qualcosa di più del candidato ecologista che ha sfidato l’estrema destra di Norbert Hofer.

Alexander Van der Bellen nasce in una famiglia nobile il 18 gennaio 1944, figlio di una madre estone e di un padre russo fuggiti dalla rivoluzione bolscevica dal 1917 per stabilirsi in Tirolo, dove ha continuato a vivere fino ai 33 anni prima di trasferirsi a Vienna. Padre di due figli, il politico austriaco è sposato in seconde nozze da pochi mesi.

Elezioni Austria, candidato Van der Bellen

Ex preside della facoltà di Scienze economiche di Vienna, Van der Bellen è sceso in politica a 50 anni, ma pur militando nel partito dei Verdi, è sempre stato molto apprezzato nel Paese per la sua onestà ed è sempre stato considerato uno spirito libero, non condizionato nemmeno dai dogmi ambientalisti, come ricordato da Repubblica. E infatti, non a caso, ha dichiarato di non aver mai usato una bicicletta, anzi, ha più volte dichiarato di essere un appassionato di auto e non ha mai nascosto di essere un accanito fumatore. Ad ogni modo, durante la sua guida, i Verdi passarono dal 5% ad oltre il 10%, diventando per la prima volta la terza forza politica del Paese nel 2006.

Elezioni Austria candidato Van der Bellen presenta la sua campagna elettorale a Vienna

In tanti gli riconoscono di avere un modo tutto suo e poco convenzionale di parlare e discutere in pubblico. Nell’ultimo periodo ha fortemente criticato il governo, accusandolo di aver condotto politiche troppo dure nei confronti dei richiedenti asilo. Politicamente parlando non rifiuta un’interpretazione più attiva di alcune competenze presidenziali e ha promesso che non firmerà il trattato transatlantico sul libero commercio, il Ttip, anche se è già stato approvato dal Parlamento.

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