L’Italia è sempre più vicina alle elezioni. Nei vari programmi non manca uno spazio al reddito di cittadinanza e a come questo possa essere cambiato dopo il 25 settembre.
Numerosi partiti, ognuno dei quali con un programma diverso. E’ questo ciò che attualmente si trova a vivere l’Italia. Con molta probabilità diverse saranno le modifiche che il popolo italiano si troverà di fronte durante il prossimo anno. Ecco tutti gli scenari ipotetici di quello che sarà il nuovo governo.
Cosa accadrà al reddito di cittadinanza
Il partito che sembra aver convinto la maggior parte della popolazione italiana attualmente è il centrodestra. Una preoccupazione comune che interessa gran parte dei nostri concittadini è quella inerente al reddito di cittadinanza, una misura fortemente voluta dal Movimento 5 Stelle.
Ma che cosa accadrà se Giorgia Meloni, la maggiore esponente del centrodestra, verrà eletta come Premier? Cosa potrebbe accadere al reddito di cittadinanza?
Ecco una panoramica dei vari partiti e dei loro programmi inerenti proprio a questo aiuto a cui molti italiani fanno affidamento.
Il MoVimento 5 Stelle e il reddito di cittadinanza
All’interno del programma del MoVimento 5 Stelle non si fa un riferimento nello specifico al reddito di cittadinanza.
Giuseppe Conte però ha parlato di alcune misure necessarie per fare in modo che il sistema delle politiche diventi più efficiente.
Egli inoltre afferma di aver intenzione di rafforzare questo sussidio aggiornando la scala di equivalenza delle famiglie in base al numero di componenti disabili, aumentando ancora di più la compatibilità del sussidio con tutti quei lavori stagionali che non superano un reddito annuo stabilito.
Il PD e il reddito di cittadinanza
Enrico Letta, desidera far in modo che si ponga più attenzione a quelle indicazioni fatte dalla commissione Saraceno. Il segretario del PD ha parlato dell’ingiustificazione penalizzata di tutte quelle famiglie con minori.
La Saraceno è una professoressa che ha avanzato una decina di proposte insieme ad Andrea Orlando, il ministro del lavoro. Una commissioni in cui si afferma che il rdc ha bisogno di alcune migliorie tra cui anche la riduzione del periodo minimo di residenza nel nostro stato, un requisito fondamentale per poter accedere a questo beneficio.
La Sinistra Italiana e l’Europa verde, Più Europa e il reddito di cittadinanza
Europa Verde, insieme alla Sinistra Italiana, hanno affermato che è loro intenzione difendere a spada tratta il reddito di cittadinanza il quale è visto come un qualcosa di utile per le famiglie italiane, “un vero reddito universale di base“.
Più Europa invece afferma che il reddito di cittadinanza deve essere rivisitato facendo un passo indietro e ritornando al reddito di inclusione.
In questo modo si dà la possibilità anche al collocamento privato di prendere l’incarico tutte quelle persone che usufruiscono del reddito di cittadinanza.
Matteo Renzi e Carlo Calenda contro il reddito di cittadinanza
Volti conosciuti nel mondo della politica come Matteo Renzi e Carlo Calenda non hanno visto di buon occhio il reddito di cittadinanza fin dall’inizio.
Questi ultimi infatti affermano che questo sia uno strumento studiato male e che si pone troppi obiettivi e che, nel corso degli anni, ha dimostrato avere un gran numero di limiti.
Il loro scopo infatti è quello di modificarlo aggiungendo ancora di più la ricerca di un lavoro facendo sì che i criteri per poter accedere a questo beneficio possano essere ancora più giusti.
Entrambi affermano che secondo loro una cosa giusta da fare è quella di bloccare il sussidio dopo aver rifiutato una prima offerta di lavoro e di lasciare attivo il reddito di cittadinanza solo per due anni, tempo necessario per fare in modo che il cittadino possa riuscire a trovare lavoro.
Passato questo arco di tempo, il rdc verrà ridotto di un terzo della sua cifra e si inizierà a lavorare presso i Servizi Sociali del comune di residenza.
Il loro scopo è quello di continuare a seguire il percorso che aveva avviato Mario Draghi, secondo cui veniva dato maggiore aiuto a tutte quelle persone che non avevano la possibilità di lavorare.
Coloro che invece non hanno nessuna limitazione e rifiutano un posto di lavoro, rischiano di perdere questo beneficio economico.
La proposta portata avanti da Calenda è quella di fare in modo che anche le agenzie private per il lavoro possano entrare a far parte della ricerca di un impiego per coloro che percepiscono il reddito di cittadinanza.
Forza Italia, Lega e il reddito di cittadinanza
Di opinione diversa è Forza Italia, partito che afferma che il reddito di cittadinanza deve essere un beneficio solo per coloro che non hanno la possibilità di lavorare.
Un aiuto indirizzato anche a quelle famiglie povere, un sussidio economico che deve essere indirizzato soprattutto a persone anziane con reddito basso e ad invalidi.
Per la Lega invece è importante rivisitare quanto più possibile questo sussidio facendo sì che possano essere riassorbiti tutti i disoccupati all’interno del mercato del lavoro.
Il Carroccio afferma che il reddito deve essere dato dal comune di residenza, l’unico che conosce al meglio i suoi cittadini e sa quanto abbiano bisogno o meno di tale aiuto.
Si è parlato addirittura anche di reddito di reciprocità, ossia di un aiuto che viene dato solo a coloro che si mettono a disposizione per effettuare dei lavori per la comunità.
All’interno del programma del centrodestra si fa riferimento anche ad una sostituzione del reddito di cittadinanza con alcune misure che possano essere più efficaci insieme a politiche attive per quanto riguarda la formazione e l’inserimento degli italiani all’interno del mondo del lavoro.
Il pensiero di Toti, Lupi e Brugnaro è quello di fare in modo che il reddito di cittadinanza possa essere reindirizzato al sostegno delle imprese.
Cosa accadrà dopo le elezioni del 25 settembre
Di sicuro, fino al 25 settembre, si parlerà molto del reddito di cittadinanza anche se fino ad allora non è dato sapere cosa accadrà realmente.
Infatti, accanirsi apertamente contro il reddito di cittadinanza non è una strategia capace di attirare tutti i voti di cui si ha bisogno.
Inoltre è importante aggiungere che, anche nel momento in cui si andrà a sostituire il reddito di cittadinanza con altri tipi di sussidi, si tratterà di una transizione così delicata e complessa che avrà bisogno di molto tempo prima di diventare un qualcosa di concreto.
Infatti, in base ai dati raccolti dall’Inps, sono più di due milioni i nuclei familiari che hanno percepito almeno una volta il reddito di cittadinanza.
In linea di massima è possibile affermare che sarà poco probabile il fatto che possa cambiare qualcosa per quanto riguarda il reddito di cittadinanza a partire dal mese di gennaio 2023.
Delle modifiche vere e proprie potranno avvenire soltanto con il passare degli anni. Nel momento in cui verrà organizzato un nuovo governo, è importante sapere che questo potrà iniziare a operare a pieno regime soltanto verso la fine del mese di ottobre.
Le prime leggi da affrontare di sicuro saranno quelle urgenti tra cui la sottoscrizione della nuova legge di bilancio insieme a tutte le altre situazioni che l’Italia si trova ad affrontare al momento.
È molto probabile quindi che durante il prossimo anno tutte le novità inerenti al reddito di cittadinanza saranno decisamente marginali.
Sappiamo infatti quanto sia importante il rdc per molte famiglie, un decreto nato nella legge del gennaio del 2019 e che è entrata all’attivo il 6 marzo dell’anno stesso.
Un sussidio che è stato finanziato attraverso la legge di bilancio e che nel 2021 è venuto a costare circa 9 miliardi di euro.
Sarà il nuovo governo quindi a decidere quale direzione prendere riguardo a questo aiuto anche se l’eliminazione di tale sussidio nell’immediato non è un qualcosa che potrebbe accadere.