Una “situazione incoraggiante” rispetto allo scorso anno, così la definisce la presidente della commissione Antimafia, Rosy Bindi che ha presentato la relazione sulla situazione dei comuni sciolti per infiltrazione e condizionamento di tipo mafioso in vista delle elezioni del 5 giugno 2016. Sono 14 i candidati che la commissione ha giudicato impresentabili: 7 a Battipaglia (Carmine Fasano, Daniela Minniti, Lucio Carrara, Francesco Procida, Bartolomeo D’Apuzzo, Demetrio Landi e Giuseppe Del Percio); 5 a Roma di cui 4 nel sesto municipio (Antonio Carone, Domenico Schioppa, Antonio Giugliano e Fernando Vendetti) e un unico impresentabile nel consiglio comunale (Mattia Marchetti);
2 in Calabria: a Scalea (Carmelo Bagnato) e a San Sostene (Alessandro Codispoti).
Vi è “una maggiore attenzione alla qualità della classe dirigente, i dati restano preoccupanti, ma la situazione è rassicurante anche nelle situazioni più critiche” ha detto Rosy Bindi che ha presentato il lavoro svolto dalla commissione Antimafia. “Abbiamo preso in esame la posizione di oltre 3500 candidati 2500 nel solo comune di Roma” ha spiegato la presidente. I comuni sottoposti a verifiche sono: San Sostene (Cz), Joppolo (Vv), Badolato (Cz), Sant’Oreste (Rm), Platì (Rc), Ricadi (Vv), Diano Marina (Im), Villa di Briano (Ce), Morlupo (Rm), Scalea (Cs), Finale Emilia (Mo), Battipaglia (Sa) e Roma
La commissione Antimafia ha effettuato “una triplice verifica relativa all’applicazione della legge Severino, sia nei casi di incandidabilità che ineleggibilità, e alla luce del codice della commissione di autoregolamentazione” ha spiegato la Bindi. In tutto sono 14 i candidati giudicati ‘impresentabili’: “Otto – ha spiegato Bindi – sono riconducibili all’incandidabilità per la legge Severino, che hanno quindi certificato il falso e si tratta di condanne gravi; 3 casi di ineleggibilità, nel caso quindi di elezione questi dovrebbero essere sospesi dalle prefetture; 3 casi relativi al codice di autoregolamentazione”.
La Bindi ha anche elogiato l’operato di alcuni prefetti che si sono mossi tempestivamente: quello di Caserta, Arturo De Felice che ha tolto dalle liste 19 persone e anche il prefetto di Roma. Franco Gabrielli che ha eliminato due nomi in due liste.
Il presidente della Commissione Antimafia ha evidenziato il collegamento tra liste civiche e criminalità organizzata: “Che le liste civiche fatte nel modo con il quale abbiamo rilevato nei comuni in oggetto siano un varco per le mafie è indubbio” e ha spiegato: “Abbiamo visto nel tempo la presentazione di liste civiche nate per protesta contro la politica, ma il quasi 100% di liste civiche in quasi tutti i comuni sciolti per mafia è allarmante”.
La Bindi è poi intervenuta sulla legge Severino: “Richiede un tagliando, e non siamo i primi a dirlo. A parte il gioco strano tra incandidabilità e ineleggibilità, un altro aspetto da rivedere riguarda le pene, con condanne definitive non inferiori a 2 anni, ma è anche vero che molti candidati sono stati condannati varie volte. La legge però non consente di sommare le condanne”.