In occasione delle Elezioni Europee 2014, l’Italia, così come gli altri 27 Stati membri dell’Unione Europea, è chiamata a votare per il rinnovo del Parlamento Europeo. Come si vota in Italia? Le urne saranno aperte il 25 maggio in buona parte delle Nazioni, mentre il 22 tocca andare a votare ai cittadini di Olanda e Regno Unito, il 23 ai cittadini di Irlanda e Reppublica Ceca. Questi ultimi potranno approfittare di un doppio appuntamento, e potranno votare anche nel giorno succcessivo, il 24, come i cittadini di Lettonia, Malta e Slovacchia. Per non influenzare il voto negli altri Paesi, la Commissione europea proibisce agli Stati rendere noti i risultati prima della chiusura ufficiale dei seggi. Lo sapevate che fin dal 1979, il Parlamento Europeo è l’unica istituzione dell’Ue i cui membri sono eletti direttamente?
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I membri che fanno parte del Parlamento Europeo sono quindi eletti in maniera diretta dai cittadini, fermo restando che ogni Paese segue il suo sistema elettorale (anche se risulta comune il principio della rappresentanza proporzionale).
I candidati si presentano nelle liste dei partiti nazionali e solo in seguito all’elezione decidono se entrare nei gruppi parlamentari dei partiti europei. La legge italiana prevede da una a tre preferenze e una soglia di sbarramento al 4 per cento.
I gruppi che troviamo ora in Parlamento sono 7, oltre al gruppo dei non iscritti: il Partito popolare europeo (Ppe), che prendono posto, nella Sala plenaria di Bruxelles, dal centro vero destra. Verso sinistra ci sono i Socialisti & democratici (S&d), e poi a concludere l’Alleanza dei democratici e dei liberali per l’Europa (Alde), i Verdi europei – Alleanza libera europea (G/Efa), i Conservatori e riformisti europei (Ecr), la Sinistra unitaria europea – Sinistra verde nordica (Gue/Ngl) e l’Europa della libertà e della democrazia (Efd).
Per rappresentare 507 milioni di cittadini europei, i seggi da ripartire sono in tutto 751, e vengono assegnati in base alla proporzionalità degressiva: un numero maggiore di seggi va ai paesi con una popolazione più elevata, ma per tenere un certo equilibbrio, le nazioni più piccole ottengono un numero di seggi superiore a quello matematicamente proporzionale.
A quanto ammonta lo stipendio medio di un parlamentare europeo? C’è da dire che ciascun deputato eletto, a prescindere dal Paese di provenienza, prende la stessa cifra, ovvero seimila euro netti al mese, più i rimborsi per gli incontri “fuori sede”, ovvero a Strasburgo. Non esistono vitalizi, quindi se non si è più rieletti, non si ha nemmeno diritto a “pensioni” o emolumenti extra.
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La Commissione Europea
Dopo le elezioni europee cominceranno le consultazioni per la formazione della nuova Commissione europea, i cui membri sono nominati dai governi nazionali ma dovranno essere approvati dal parlamento anche in relazione ai risultati delle Elezioni Europee.
I cinque maggiori partiti europei hanno annunciato i loro candidati alla presidenza della Commissione: Alexis Tsipras per la Sinistra europea, Martin Schulz per i Socialisti, Jean-Claude Juncker per i popolari, José Bové e Ska Keller per i Verdi e Guy Verhofstadt per Alde.
Secondo un sondaggio recente, tre elettori su cinque non hanno mai sentito nominare nessuno dei candidati.
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Nessun raggruppamento ha mai raggiunto la maggioranza dei seggi e storicamente il parlamento è sempre stato dominato da una sorta di alleanza tra i due gruppi più importanti, i popolari e i socialisti, che si sono alternati alla presidenza dell’istituzione durante l’ultima legislatura.
Curiosità storiche sul Parlamento Europeo
Nato nel 1952 come ‘Assemblea comune della Comunità europea del carbone e dell’acciaio’, nel 1962 il Parlamento Europeo ricevette la denominazione attuale, ma l’elezione diretta dei suoi rappresentanti fu rimandata fino al 1978 a causa dalle discordie tra i paesi membri.
Il parlamento UE ha sede a Bruxelles ma secondo lo statuto deve tenere almeno dodici sedute plenarie all’anno a Strasburgo. I parlamentari lo scorso novembre hanno votato in favore dell’abolizione della sede di Strasburgo, visto che le trasferte dei politici da una città all’altra costano tra i 150 e i 200 milioni di euro all’anno, ma la Francia ha posto il veto.
Il potere legislativo allinterno dell’UE è diviso tra Parlamento e Consiglio dell’Unione europea. Il Parlamento non dispone però dell’iniziativa legislativa, quindi non propone nuove norme ma chiede alla Commissione Europea di farlo ed emenda eventuali leggi già esistenti. Il Parlamento europeo può anche adottare risoluzioni non vincolanti su questioni di competenza della Commissione o dei governi, e si occua di approvare gli stanziamenti dei fondi europei.