Angela Merkel sta vivendo un vero incubo dopo i primi risultati delle elezioni in Germania che segnano l’avanzata della destra populista. Nei tre Land in cui si è votato, per la prima volta dal dopo Guerra un partito di destra anti-immigrazione e dal forte impianto nazionalista potrebbe aver superato il 10%, con punte altissime all’Est. In Sassonia-Anhalt le prime proiezioni danno il partito dell’Alternative für Deutschland di Frauke Petry al 24%, il miglior risultato mai toccato da una formazione politica all’esordio alle elezioni. l’Afp infatti partecipata per la prima volta al voto e ha incassato un successo senza precedenti che spaventa la Germania, la Cancelliera ma anche tutta Europa. Il movimento ha fatto leva sulle paure dell’elettorato con la sua politica anti-immigrazione, ponendosi contro l’apertura che la stessa Merkel ha invece inaugurato di fronte all’emergenza dei profughi. Una politica che non è piaciuta ai tedeschi che hanno premiato la destra della Petry.
Il risultato è un vero choc per la Merkel e per l’intero sistema politico tedesco. I due più grandi partiti, la Cdu della cancelliera, e i socialdemocratici della Spd perdono sempre più terreno a favore di formazioni politiche che guardano all’estrema destra. A livello nazionale, il voto dei Land porterà maggiori complicazioni in un sistema che già da tempo fatica a trovare un’alternanza a due e deve fare i conti con un terzo elemento che ora è rappresentato anche dalla destra populista.
A colpire di più è proprio il successo dell’Afp, che ha fatto leva sul sentimento contro gli stranieri e l’UE in elezioni che hanno visto una grande partecipazione popolare con un aumento dell’affluenza che oscilla tra il + 5 e il + 12 per cento. I tedeschi insomma sono tornati a votare e hanno scelto la destra più estrema.
Gli exit pool danno l’Afp in Sassonia-Anhalt al 24%, con la Cdu prima al 29,8 per cento ma in calo di tre punti rispetto alle elezioni del 2011; nel Baden-Wuerttenberg è al 14%, davanti ai socialdemocratici della Spd, piazzandosi come terzo partito della Regione che premiano i Verdi al 30 percento, seguiti dai cristiano-democratici. In Renania-Palatino è al 12,6%, mentre la Spd segna una buona vittoria con la tenuta della governatrice uscente Malu Dreyer che vola al 37,5%, prendendo più voti rispetto alle scorse elezioni.
Cerchiamo di capire cosa è successo in Germania e chi sono i protagonisti di queste elezioni.
L’Afp di Frauke Petry
Come già in altre nazioni europee (pensiamo alla Francia di Marine Le Pen), a guidare il partito della destra populista in Germania è una donna. Si tratta di Frauke Petry, leader del partito conservatore, anti-immigrati e anti-euro Alternative für Deutschland. Nata a Dresda nel 1975, si è laureata in chimica e si è unita al partito nazionalista e conservatore di destra in occasione delle elezioni federali del 2013. Di religione luterana, da semplice portavoce è eletta a maggioranza assoluta leader del partito in luglio 2015, e pochi giorni dopo il fondatore Lucke lascia il gruppo non condividendo i suoi toni populisti e anti islam. Le sue dichiarazioni a proposito dei migranti clandestini ”da sparare alle frontiere” hanno riempito le pagine dei giornali sollevando polemiche in Germania e in tutta Europa.
Perché in Germania è tornata l’estrema destra
Il successo dell’Afp è un vero terremoto per la Germania. Dal dopo guerra, per la prima volta un partito xenofobo, più a destra dei conservatori della Cdu ha registrato numeri imponenti, ponendosi come protagonista anche a livello nazionale. Il motivo del successo è nella politica anti-immigrazione e anti euro che la Petry porta avanti da un anno, con toni sempre più accessi e anche violenti. Stiamo parlando della leader che propose di sparare a vista contro i profughi. Tali affermazioni in Germania vengono prese sempre molto sul serio: il Paese deve ancora fare i conti con il nazismo e le sue politiche razziste e xenofobe ed è qui il vero problema.
La politica di apertura ai profughi della Merkel non è piaciuta, anche per l’incapacità dell’Europa di dare una visione d’insieme al problema. Gli elettori hanno voluto colpire la Cancelliera e con lei l’UE. La destra populista ha dovuto solo soffiare sul fuoco della rabbia e della paura, raccogliendo ottimi risultati per se stessa, un po’ meno per il Paese che ora dovrà fare i conti con un nuovo soggetto politico. Non sarà un fuoco di paglia, dicono gli editorialisti tedeschi. Per la Merkel ora inizia il momento più difficile.
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