E’ tempo di elezioni in Nigeria: i cittadini hanno iniziato a votare per le elezioni presidenziali e parlamentari dalle 8.00 del 28 marzo 2015, giorno in cui sono stati aperti i seggi elettorali in un clima molto teso per la paura di attacchi terroristici da parte della milizie di Boko Haram, ma non solo. Si temono anche scontri fra i sostenitori dei due principali candidati. I due maggiori partiti hanno firmato dichiarazioni di pace, promettendo elezioni libere e giuste, di rispettare i risultati e invitando i loro sostenitori a evitare violenze. L’altra grande paura sono gli attentati del gruppo jihadista Boko Haram, che ha annunciato i più riprese di non voler lasciare che le elezioni si svolgano, soprattutto nel nord.
Alle urne sono chiamate a votare 46 milioni di persone, sul totale di 170 milioni di abitanti. Secondo i sondaggi prima del voto tra i due favoriti sarà testa a testa. Mentre il 78% della popolazione si prepara a votare, i favoriti riceveranno entrambi circa il 42% dei voti. Ingenti le misure di sicurezza, con 360 mila poliziotti e militari dispiegati. A Lagos, capitale economica del Paese, migliaia di persone hanno lasciato la città temporaneamente per il timore delle violenze post elettorali, già previste dagli analisti.
Il rinvio
Dopo un rinvio di sei settimane per ragioni di sicurezza, sabato 28 marzo si svolgono le elezioni per eleggere il presidente e il parlamento presidenziale. Inizialmente programmato per il 14 febbraio e il 28 febbraio, il voto era stato rinviato per la situazione delicata del Paese, dilaniato dal gruppo jihadista Boko Haram che ha preso possesso di molti territori
I Candidati
I candidati alla presidenza sono 14, ma i favoriti sono l’attuale presidente Goodluck Jonathan, 57 anni, cristiano, e l’ex generale Muhammadu Buhari, 72 anni, musulmano. Alle urne sono chiamati 56 milioni di persone, su una popolazione di 170 milioni di elettori regolarmente registrati che voteranno tra le 8 e le 13. I favoriti alla presidenza hanno firmato dichiarazioni in cui si sono impegnati per uno svolgimento pacifico del processo elettorale, invitando i sostenitori a non causare violenze.
Gli attentati
È di almeno due morti il bilancio di due attacchi contro i seggi per le elezioni presidenziali nel nord-est della Nigeria, attribuito a Boko Haram. Gli attacchi sono avvenuti nei villaggi di Birin Bolawa e Birin Fulani, nel distretto di Nafada dello Stato i Gombe, già preso di mira in passato dai miliziani jihadisti. Funzionari della Commissione elettorale hanno riferito che mentre aprivano il fuoco i miliziani hanno urlato: ”Non vi avevamo detto di boicottare le elezioni?”.
I precedenti
Nelle violenze che seguirono il voto del 2011 morirono 800 persone. Il governo ha chiuso le frontiere terrestri e marine, come precauzione mettendo sul territorio 360mila poliziotti e militari. A minacciare il normale svolgimento del voto è Boko Haram, la setta che si è radicalizzata nel 2009 e da allora tiene d’assedio diversi Stati del nord. Tra le violenze compiute, oltre ai massacri anche il sequestro di oltre 200 studentesse, mai salvate.
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