Mentre a Ginevra riprendono i colloqui per negoziare la pace con la mediazione dell’Onu e porre fine al sanguinoso conflitto che sconvolge la Siria dal 2011, nel Paese -nelle zone controllate da Bashar al-Assad – si sono aperti i seggi. Le elezioni sono state indette per il rinnovo dei 250 membri del parlamento. “Sarà una giornata speciale per la vita politica” ha detto il Ministro dell’Informazione del regime di Damasco, Omran al-Zoubi sottolineando che “la Costituzione va rispettata”. Eppure le opposizioni non la pensano allo stesso modo, considerano il voto “illegittimo” e lo boicottano, dal canto suo il regime di Damasco definisce le elezioni “una questione indipendente dalla crisi siriana”.
Elezioni molto contestate quelle indette da Bashar al-Assad in un Paese in guerra da anni, in cui diverse sono le aree sotto il controllo dello Stato Islamico o dei jihadisti del Fronte al-Nusra e in cui moltissimi sono gli sfollati impossibilitati a votare. I seggi resteranno aperte per 12 ore, con un possibile prolungamento in caso di elevata affluenza. Il leader siriano Bashar al-Assad si è già presentato alle urne insieme alla moglie Asmaa nel seggio allestito per le elezioni parlamentari presso la ‘Biblioteca al-Assad’ di Damasco, a riferirlo è l’agenzia di stampa ufficiale siriana Sana.
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