Le elezioni legislative in Francia 2017 segnano il trionfo per il neo presidente Emmanuel Macron anche al secondo turno, con la vittoria del suo movimento La Republique en Marche: ora il nuovo inquilino dell’Eliseo ha la maggioranza assoluta per portare avanti il suo piano di riforme. Il successo è però rovinato da un astensionismo record: solo il 42,6% dei francesi si è recato alle urne, con un’astensione del 57,4%, sei punti in meno rispetto al primo turno dell’11 giugno che già aveva fatto segnare un nuovo primato negativo al 51,29%. Come ricorda Le Monde, la bassa affluenza alle legislative rientra nella norma, ma non si era mai toccato un punto così basso. Male il Front National di Marine Le Pen che però ottiene il seggio in Parlamento con la vittoria nel seggio-feudo di Hénin-Beaumont: per la prima volta la leader dell’estrema destra entra nell’Assemblea Nazionale.
Secondo gli ultimi dati del ministero dell’Interno francese, il movimento di Macron En Marche conquista 308 seggi su 577 in totale, con una percentuale del 53,38%, seguito dai Repubblicani che ottengono 113 deputati (il 19,58%): con l’UDI, che ottiene 17 deputati (il 2,08% dei seggi) saranno il maggior gruppo d’opposizione.
Buona la performance dei MoDem, i moderati alleati naturali di En Marche, che chiudono il secondo turno con 42 deputati (il 7,28%), seguiti dai socialisti di Jean-Christophe Cambadélis che non scompaiono grazie ai 30 deputati conquistati (5,2%) ma registrano un crollo assoluto rispetto all’ultima tornata elettorale del 2012, quando elessero un loro rappresentante all’Eliseo (Francois Hollande) e ottennero 289 seggi: il segretario non ha aspettato neanche le prime proiezioni per dimettersi.
Delude anche la France insoumise di Jean-Luc Mélenchon che si ferma a 17 deputati (il 2,95%) ma grazie ai seggi ottenuti da altre formazioni della sinistra radicale, come i 10 del Partito Comunista francese, potrà formare un gruppo parlamentare.
Chi non riesce a sfondare è invece il Front National: svanisce il sogno di Marine Le Pen di avere un suo gruppo all’Assemblea Nazionale ma la vittoria nel suo feudo e l’elezione di altri 7 deputati (8 in totale che equivalgono all’1,39% dei seggi) rappresenta comunque una vittoria storica con l’ingresso di Le Pen in Parlamento per la prima volta.
Un dato interessante è rappresentato dal 75% dei seggi andati a nuovi eletti: per la prima volta, il Parlamento francese ha più volti nuovi che rieletti. Anche in termini di quote rosa non è andata male: a scrutinio ancora in corso 246 deputati su 577 sono donne.
L’altro aspetto che colpisce di queste elezioni legislative in Francia è l’astensionismo che al secondo turno si attesta al 57,4%: un vero record in negativo con meno di un elettore su due che si è recato alle urne.
Il vero dato politico è però rappresentato dal successo di En Marche. Il movimento di Macron, a meno di un anno dalla sua fondazione, è riuscito a conquistare la fiducia dei francesi che, dopo aver votato alle presidenziali l’enfant prodige della politica francese, ha voluto dargli tutti gli strumenti per governare.
Il segreto del suo successo, dicono tutti gli analisti francesi, è l’aver saputo mischiare le carte e annullare le differenze storiche tra destra e sinistra, attirando donne e uomini da entrambi gli schieramenti, personalità storiche della politica francese come volti nuovi. Arrivato all’Eliseo anche grazie alla spinta di chi non ha ceduto alle lusinghe populiste di Le Pen, Macron ha saputo incarnare la vera novità e ha segnato il crollo dei partiti tradizionali.