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Le elezioni politiche 2018 hanno due vincitori chiari: il M5S e la Lega di Matteo Salvini. È proprio il leader del Carroccio il primo a parlare alla stampa, chiarendo che sarà lui il candidato premier che dovrebbe formare un governo con la coalizione di centrodestra. “È una vittoria straordinaria, che ci carica di orgoglio, gioia e responsabilità – ha detto il leader della Lega dalla sede di via Bellerio a Milano – Lo vedo come un voto di futuro”. Anche Luigi Di Maio esulta per il risultato finale che deve il M5S primo partito in Italia. “È una bella giornata, nonostante la pioggia. È un dato storico ed è stata un’emozione indescrivibile”, sono state le sue prime parole. Per Di Maio però tocca al M5S la “responsabilità di dare un governo all’Italia”.
LEGA: Il primo a commentare il voto è stato dunque Salvini. “La squadra con cui ragionare e governare è quella di centrodestra”, conferma in conferenza stampa, aggiungendo di essere “uno che mantiene la parola data e l’impegno preso riguarda la coalizione di centrodestra, che ha vinto e che può governare”.
“Sono e rimarrò populista: chi ascolta il popolo fa il suo dovere. Di ‘radical-chic’ gli italiani non ne hanno più voglia”, ha aggiunto nel commentare la definizione che più risuona in questi giorni anche nelle cancellerie europee.
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“Non commento le debacle altrui: l’arroganza di Renzi è stata punita e non vedo l’ora di iniziare. Il governo di Renzi gli italiani non l’hanno capito né votato”, ha dichiarato in merito alla sconfitta del PD.
Dal suo canto arriva la chiusura a un governo con il M5S. “No a coalizione strane. No, no no…”, ripete più volte, sottolineandolo con il gesto della mano. “Escludo governi di scopo, a tempo, istituzionali. Non partecipiamo a governi minestrone”.
Non è mancato un attacco all’Europa e all’euro che “rimane una moneta sbagliata e una scelta sbagliata”. “Ringrazio Juncker per le parole in campagna elettorale, perché più parla e più voti prendiamo”, ha poi concluso sottolineando che da ora in poi “saranno gli italiani a decidere per l’Italia e non Bruxelles”.
M5S: Tra i primi a festeggiare i risultati del voto del 4 marzo c’è anche il M5S. Alessandro Di Battista parla chiaramente di un “trionfo, un’apoteosi” del movimento e sottolinea come ora tutti i partiti dovranno parlare con loro. “Questa la migliore garanzia di trasparenza per il popolo italiano. Dovranno venire a parlare con noi usando i nostri metodi di correttezza, di trasparenza”, dice dal comitato elettorale M5S nell’hotel Parco dei Principi a Roma.
In tarda mattinata arrivano anche le dichiarazioni di Di Maio che ha ringraziato gli elettori, Casaleggio e Grillo e ha rivendicato la responsabilità di fare un governo a 5 Stelle. “Oggi per noi inizia la Terza Repubblica, quella dei cittadini”, ha dichiarato il candidato premier grillino.
“Siamo i vincitori assoluti, grazie agli 11 milioni di italiani che ci hanno votato. Abbiamo triplicato i rappresentati in Parlamento. Rappresentiamo l’intera nazione e sentiamo la responsabilità di dare un governo all’Italia”, scandisce dal palco.
“Noi siamo aperti al confronto con tutte le forze politiche sulla base del nostro programma, a partire dall’elezione dei presidenti di Camera e Senato. Ora abbiamo il la possibilità di realizzare politiche attese da trent’anni”, continua. Per Di Maio “Mattarella guiderà con autorevolezza e sensibilità” questo delicato passaggio, anche se è chiaro che toccherà a loro fare la proposta di governo.
PARTITO DEMOCRATICO: Chi ammette la sconfitta senza se e senza ma è il Partito Democratico. Mentre Renzi ha deciso di dimettersi da segretario, non senza un iniziale tira e molla che ha tenuto tutti i suoi colleghi di partito con il fiato sospeso fino al tardo pomeriggio di lunedì.
Quando alle 18 di lunedì 5 marzo Renzi ha parlato al pubblico al Nazareno per commentare il risultato delle elezioni politiche 2018, lo ha fatto tramite una diretta facebook in cui ha annunciato: “Lascio la guida del Pd. E’ doveroso aprire una pagina nuova”, ma precisando che solo dopo l’insediamento del nuovo governo potrà avviarsi un nuovo congresso in cui il segretario cederà a altri la guida del Partito Democratico.
“Come sapete e come è doveroso – ha detto Renzi tra l’altro – mi pare che abbiamo riconosciuto con chiarezza che si tratta di una sconfitta netta, una sconfitta che ci impone di aprire una pagina nuova all’interno del Pd”, che non farà governi di coalizione e sarà all’opposizione.
Renzi ha precisato “Resteremo all’opposizione, così come hanno voluto gli elettori perché il Pd non sarà mai il partito-stampella di un governo di forze anti-sistema”, ammettendo “abbiamo compiuto errori: il principale è stato non capire che è stato un errore non votare in una delle due finestre del 2017 in cui si sarebbe potuta imporre una campagna sull’agenda europea”.
E ancora: “Con Di Maio e Salvini ci dividono tre elementi chiave: il loro anti-europeismo, la loro anti-politica e l’odio verbale che hanno avuto contro i militanti democratici”, quindi, “il vostro governo lo farete senza di noi”, e prima di concludere, l’ancora per poco leader del PD rivendica i successi ottenuti dal ‘suo’ esecutivo e da quello di Gentiloni: “Siamo orgogliosi dei nostri risultati, ora riconsegneremo ‘le chiavi’ convinti di aver contribuito a creare un Paese migliore”.
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