Polemica in diretta tra Enrico Mentana e Simone Di Stefano durante la maratona elettorale del post voto del 4 marzo. Il direttore del Tg La7 intervista il leader di CasaPound, formazione di estrema destra e di stampo neofascista, che è rimasts fuori dal Parlamento e che vede nella loro scarsa presenza mediatica il motivo della sconfitta. “Non sono mai andato su La7”, dice Di Stefano con Mentana che risponde “È stato a Omnibus, ha detto una palla. Era un altro Di Stefano?”. Per Di Stefano però non era sufficiente: “Era il giorno della presentazione delle liste elettorali, alle 7 del mattino. Ho fatto tre interventi per par condicio più quei 5 minuti, per il resto il nulla, non venite a farci la morale sulla democrazia o sul pluralismo”. Tanto basta a Mentana che esplode: “Lei sa che sono stato accusato di essere stato una specie di pifferaio magico per essere venuto a discutere con lei nella sede di Casapound. Nessuno le fa la morale sulla democrazia, stiamo analizzando un risultato elettorale”.
Di Stefano però non demorde e insiste. “Se avessimo avuto noi lo spazio dato a un Fratoianni, non saremmo all’1%. Il sovraesposto M5S ha più del 30%”. “Non funziona così”, gli ricorda Mentana. “Se valesse il suo ragionamento ci dovrebbero essere partiti al 200%. Dare la colpa alla tv non è molto da forza rivoluzionaria.”
Infine la stoccata finale. “In ogni caso si parla di pochi minuti, non c’è stata una prima serata in cui abbiamo parlato”, dice Di Stefano. “Prima serata? E cosa volevate fare, Fantastico?”, è la risposta ironica di Mentana.
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